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18 - 26 aprile 2009

Settimana della cultura 2009 - logo

Pensando all’Abruzzo…
Esposizione di libri e manoscritti medioevali delle biblioteche conventuali abruzzesi

Esposizione di libri e manoscritti medioevali abruzzesi alla Biblioteca Nazionale di Napoli

In questi giorni così dolorosi per i cittadini dell’Aquila e degli altri paesi colpiti dal terremoto, la Biblioteca nazionale di Napoli desidera offrire con questa esposizione una testimonianza del ricco patrimonio bibliografico delle biblioteche conventuali abruzzesi in età medioevale presente nelle proprie raccolte. I volumi esposti, scelti tra quelli di maggior pregio estetico o testuale, sono stati raggruppati in base all’originaria appartenenza, generalmente segnalata da annotazioni manoscritte presenti sulle carte iniziali o sulla legatura, provenienza che li lega alla storia di monumenti, alcuni dei quali ora gravemente danneggiati, che qui si è voluto ricordare.
La ricchezza – in quantità e qualità – del patrimonio delle biblioteche conventuali abruzzesi in età medioevale appare di immediata evidenza se si considera quanto cospicuo sia il numero di manoscritti e libri a stampa – circa un migliaio - che a più riprese, tra il 1789 e il 1816, seguendo le vicende politiche e culturali del Regno, furono trasferiti nella Reale Biblioteca di Napoli
Negli anni tra il 1788 e il 1791 i bibliotecari addetti alla Real Biblioteca - recentemente istituita con un decreto di Ferdinando IV e che sarebbe stata aperta al pubblico nel 1804 - furono incaricati di cercare manoscritti e libri rari per incrementarne il patrimonio. In particolare, monsignor Francesco Saverio Gualtieri, che dal 1792 sarà vescovo dell’Aquila, scelse personalmente per lo stabilimento reale circa trecento manoscritti ed oltre duecento incunaboli dalla biblioteca del convento di San Bernardino dell’Aquila. In questo stesso periodo furono inoltre trasferiti a Napoli preziosi volumi appartenenti alle biblioteche di altri conventi aquilani e di quelli di Campli, Teramo, Celano, Chieti e Tocco Casauria. Successivamente, a seguito delle soppressioni degli ordini religiosi possidenti e mendicanti, volute da Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat, entrarono nella Biblioteca reale tra il 1806 ed il 1811 circa duecento manoscritti
Le fonti documentarie conservate negli Archivi di Stato dell’Aquila e di Napoli, hanno consentito agli studiosi di ricostruire il catalogo, o almeno la consistenza, di molte di queste biblioteche, i cui volumi – spesso riconoscibili dagli ex libris manoscritti – sono ora conservati non solo nella Nazionale di Napoli, ma anche nella Biblioteca provinciale dell’Aquila e in quella dell’Archivio di Stato di questa città. Appartenuti prevalentemente a conventi francescani, molti di essi sono ricoperti da legature in cuoio realizzate talvolta dagli stessi monaci. Ben lontane dalla semplicità di decoro che generalmente si considera caratteristica distintiva delle legature definite “monastiche”, esse testimoniano l’abilità tecnica e la creatività degli artigiani che le eseguirono. Il loro esame, la classificazione degli schemi decorativi adottati e quella dei ferri utilizzati hanno consentito – nel corso di una ricerca svolta nella BNN - di identificare l’esistenza di numerose botteghe artigiane che lavoravano per una committenza sia laica che ecclesiastica.

Esposizione di libri e manoscritti medioevali abruzzesi alla Biblioteca Nazionale di Napoli



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