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        News | Archivio nuove accessioni | 2006/I  | 
  
   
     
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        archivio nuove accessioni 
          
        nuove accessioni 
      
        
           
             
                
                   
                     
                        
                           
                             
                                 
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                                           nuove accessioni - 2006/I | 
                                 
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        Gennaio 
       
      
        Dizionario
                  Bompiani delle opere e dei personaggi di tutti i tempi e di
                  tutte le letterature. Milano,
                  Bompiani, 2005 
                       1500
                      specialisti hanno contribuito alla nuova edizione, apparsa
                      a distanza di dodici anni dalla precedente. L’opera è divisa
                      in due parti, la prima in dieci volumi sulle Opere,
                      la seconda in due volumi, l’undicesimo riservato
                      ai  Personaggi, il dodicesimo agli Indici (cronologico
                      con quadri sinottici, dei titoli originali e degli autori,
                      delle opere di autori vari e ignoti e delle riviste). 
                      Secondo
                      un criterio già applicato nelle precedenti edizioni
                      (1946, 1964, 1966, 1979, 1983), le
                      opere presenti  - classici non solo della letteratura,
                      ma anche della poesia, filosofia, scienza, storia, musica,
                      teatro - sono esclusivamente di autori deceduti, tranne
                      i premi Nobel. 
                  Sono
                  state aggiunte molte voci, le culture extraeuropee sono più presenti,
                  numerose schede sono state oggetto di una necessaria revisione,
                  soprattutto dal punto di vista delle prospettive critiche. 
        Gustave
              Flaubert – George Sand, Fossili di un mondo a venire.
              Torino, Nino Aragno, 2004 
          Un
          epistolario durato dal 1863 al 1876, iniziato quando Flaubert aveva
          42 anni e la Sand 59: quattrocentoventidue lettere tra due grandi scrittori
          che si abbandonano con intensa affettuosità (Cara maestro, mio
          caro vecchio, mio caro fratello, amico del cuore) alle confidenze
          personali, commentando il proprio rapporto con le storie della letteratura,
          con la grande storia, in anni difficili, segnati da eventi sconvolgenti
          come la guerra franco-prussiana, la Comune, la Restaurazione. 
          L’apocalittico
          Flaubert se la prende con gli stronziformi borghesi, con la
          democrazia, la Comune, frutto perverso dell’istruzione primaria
          obbligatoria, e arringa una Sand ancora aperta alla comprensione, alla
          speranza: “Stiamo per entrare in un’era stupida. Che sarà utilitaria,
          americana e cattolica. La stirpe latina agonizza. La Francia seguirà l’Italia
          e la Spagna. Che il bifolchismo abbia inizio…”. 
        Robert
              Darnton, Il mesmerismo e il tramonto dei Lumi. Milano, Medusa,
              2005 
           Il
          tedesco Franz Anton Mesmer (1734-1815) rivelò nel 1778 a Parigi
          l’esistenza di un fluido di origine astrale che circonda e penetra
          tutti i corpi. La scoperta ebbe immediatamente grande fortuna in campo
          medico: una miriade di improvvisati guaritori pretendevano di controllare
          e rinforzare l’azione del fluido massaggiando i  “poli” del
          corpo, fino a provocare una crisi che avrebbe dovuto catarticamente
          ripristinare l’ordine originario sconvolto dalla malattia. Bocciato
          severamente da  buona parte dell’ufficialità scientifica –  le Raisons
          qui m’ont empeché jusqu’ici de croire au magnétisme
          animal di Condorcet sono riprodotte nell’Appendice 6
          -  il mesmerismo diventa la bandiera, attraverso la Société de
          l’Harmonie Universelle, di una setta influente, caratterizzata
          da connotazioni anche filosofico-politiche. L’obiettivo dichiarato
          di Darnton (Il bacio di Lamourette, Il grande massacro dei
          gatti e altri episodi della storia culturale francese, Libri
          proibiti: pornografia, satira e utopia all’origine della rivoluzione
          francese, Il grande affare dei lumi: storia editoriale dell’Encyclopédie
          1775-1800, tutti presenti in Biblioteca), è quello di riportare
          Mesmer  nel posto che gli compete, ovvero “nel pantheon
          degli uomini più discussi dell’epoca”. Una ricerca
          bibliografica condotta in biblioteche francesi, svizzere, inglesi,
          al fine di “studiare la mentalità dei letterati francesi
          dell’epoca della Rivoluzione, vedere il mondo dalla prospettiva
          con la quale essi lo vedevano prima che la Rivoluzione ne cambiasse
          la fisionomia”, si avvale, nello stile di ricerca consueto del
          grande storico della cultura, anche dei molteplici indizi derivanti
          da materiali diversi e spesso sottovalutati: lettere, diari, pamphlet,
          canzoni popolari, vignette, rapporti di polizia, annunci a pagamento
          apparsi sui giornali. 
       
      
        Novità in
        arrivo nelle collezioni 
        Per
              la Collection des Universités de France, Paris,
              Les Belles Lettres 
        
          - Favorinos
                  d’Arles, Œuvres,
                  Tome I
 
                              A
                              cura di Eugenio Amato, tradotto da Yvette Julien  
          - Properce, Élégies
 
            A
            cura di Simone Viarre 
         
        Per
              la Bibliothèque de la Pléiade, Paris, Gallimard 
        
          - Romanciers
                    libertins du XVIII siècle
 
            A
            cura di Patrick Wald Lasowski 
          - Maxime
                  Gorki, Œuvres
 
                                A
                                cura di Jean Pérus e Guy Vernet 
          - C.F.
                Ramuz, Romans, II
 
                              A
                              cura di Doris Jakubec 
         
        Aggiornamenti
              di grandi repertori 
        Dizionario
                biografico degli italiani. Roma, Istituto della Enciclopedia
                Italiana 
          Pervenuti
          i volumi 64 (Gaetano Latilla – Luigi Levi Montalcini) e 65 (Giuseppe
          de Levis – Pietro Lorenzetti) 
       
      
        Acquisti
              in antiquariato 
       
      
      
        Torquato
              Tasso, Aminta, favola boscareccia di Torquato Tasso.
              Amsterdam, nella stamperia di S.D. Elsevier, e in Parigi si vende
              appresso Thomaso Jolly, 1678 
                      Contiene
                      sette incisioni a piena pagina f.t. di Sebastien Le Clerc
                      (Metz 1637-Parigi 1714). Legatura
                      coeva in pelle con nervi, decorazioni e titoli oro al dorso.
                      Segue il poemetto: Amore fuggitivo. 
        Torquato
              Tasso, Aminta, favola boscareccia. Parigi, Marcello
              Prault, 1768 
          Frontespizio
          illustrato e sei graziose testatine incise. Legatura coeva in marocchino
          granata, tre filetti oro sui piatti, fregi e titoli oro al dorso. Contiene: Vita
          del Tasso; Prefazione di Egidio Menagio, Pensieri di diversi circa
          l’Aminta, Amore Fuggitivo e Osservazioni sull’Aminta. 
          Le
          due edizioni dell’Aminta, acquistate presso la libreria
          antiquaria Pregliasco di Torino, vanno ad arricchire la preziosa raccolta
          tassiana della Biblioteca Nazionale di Napoli. 
          Il
          fondo comprende manoscritti e volumi che spaziano dalle numerose prime
          edizioni a quelle del Seicento e Settecento fino ai giorni nostri.
          Oltre ad essere conservati nella specifica Raccolta Tassiana, dove
          compaiono gli esemplari di maggiore rarità bibliografica, i
          diversi volumi sono presenti in vari settori della Nazionale. La loro
          acquisizione si è realizzata nei secoli grazie all’annessione
          di antiche biblioteche e di raccolte di collezionisti donate all’istituto
          nel corso degli anni. In questo modo si è venuto a creare un
          fondo trasversale di notevole importanza che testimonia la fortuna
          di queste pubblicazioni nella cultura e nelle collezioni dei bibliofili
          napoletani. 
          Da
          una piccola statistica, fatta sui dati della produzione editoriale
          italiana delle opere di Tasso dal XVI al XIX secolo, risulta che su
          508 edizioni della Gerusalemme liberata censite la Biblioteca
          ne possiede 88, mentre su 126 dell’Aminta ne possiede
          38. Come si vede in valore percentuale la favola boscareccia è presente
          in modo consistente coprendo circa il 30% della produzione nazionale. 
          Il
          fondo della Biblioteca, pur non essendo esaustivo, è sufficientemente
          rappresentativo del successo editoriale delle opere di Tasso. Pubblicazioni
          italiane, straniere nonché volgarizzamenti dialettali rappresentano
          una testimonianza, costante negli anni e variegata per la tipologia
          del materiale, della produzione editoriale di questo autore, che attesta
          l’ininterrotta fortuna delle sue opere. 
          Esemplari
          di lusso si affiancano ad altri di piccolo formato ma di maggiore divulgazione,
          segnalando la presenza di un pubblico eterogeneo, di diversa origine
          culturale e provenienza sociale, a cui il poeta rivolgeva grande attenzione,
          come si legge in una lettera scritta a Giulio Caria, il 7 giugno 1585: “ Io
          non ho scritto a dotti solamente, come Vostra Signoria stima, e come
          affermano molti, ma a belli ingegni…” 
        Relazione
                del Tumulto di Napoli principato li 7 Luglio 1647
                essendone stato l’inventore Tomaso Aniello d’Amalfi
                Pescivendolo, copiato da me Gio: Batt.a Denti in gran parte da
                quello scriveva persona, quale stava con Mons:ri Nunzio in Napoli à Mons:ri
                Governatore nostro di Fondi, e il medesimo Govern.e dava à me
                sopra scritto Gio:Batt.a. 
       
      
      
        Ms.
              cart. Sec. XVII (1647), cc. 214 
          Seguono
          il frontespizio due disegni a china a piena pagina che raffigurano
          Masaniello, di seguito una pagina doppia posta di traverso con al centro
          una curiosa rappresentazione satirica di Carlo V descritto come: “Prodigioso
          Mostro apparso in Polonia”. 
          Il
          manoscritto cartaceo, acquistato presso la libreria Grimaldi di Napoli,
          rientra nella tradizione delle cronache scritte in seguito ai fatti
          successi a Napoli durante i moti popolari del 1647-48. 
          Nobili
          o popolani, raffinati o meno nelle scrittura, opera di stranieri o
          napoletani, in realtà particolarmente numerosi sono i documenti
          su quei fatti che la Biblioteca possiede e continua a raccogliere,
          per offrire una testimonianza il più possibile ampia e diversificata
          delle fonti disponibili. 
          Nei
          nostri fondi manoscritti sono presenti diversi documenti relativi agli
          stessi avvenimenti con vari titoli come la Storia della rivoluzione
          di Napoli dell’anno 1647 (Ms. XV.E.49) scritta da
          Tarquinio Simonetti il cui autore, presente ai fatti, lasciò la
          città il 17 ottobre 1647 con la moglie per il suo feudo di Benevento.
          Altro testimone diretto dei fatti fu Giuseppe Pollio che scrisse Historia
          del Regno di Napoli, Revolutione dell’anno 1647 insino al 1648, manoscritto
          in nostro possesso (Ms. X.B.7). In lingua spagnola è invece
          il manoscritto coevo intitolato Napoles confuso brebe relacion de
          todos los merahilosos accidentes que an sucedito en la Ciutad de Napoles
          en todo el Reijno desde el primer dia que fue a los 7 de Julio 1647
          hasta los 6 de Abril 1648 (Ms. XV.F.92). 
          La
          proliferazione di tali scritti dimostra quanto quegli avvenimenti abbiano
          scosso gli animi di molti contemporanei, testimoni diretti o interpreti
          di impressioni altrui, narratori più o meno fedeli di  quei
          drammatici eventi. 
             
            
      
        Febbraio 
        Ecfrasi.
                Modelli ed esempi fra medioevo e rinascimento. Roma, Bulzoni,
                2004 
          L’ecfrasi è il “nome
          che i retori greci davano alla descrizione di un oggetto, di una persona,
          o all’esposizione circostanziata di un avvenimento, e più in
          particolare alla descrizione di luoghi e di opere d’arte fatta
          con stile virtuosisticamente elaborato in modo da gareggiare in forza
          espressiva con la cosa stessa descritta” (Aldo Duro, Vocabolario
          della lingua italiana, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana).
          Come precisa l’introduzione di Gianni Venturi, nei due volumi
          dedicati a vari contributi sul tema di critici e teorici della letteratura
          viene affrontato il tema di “un rapporto descrittivo tra segno
          linguistico e segno visivo”. Chiude il secondo volume un saggio
          bibliografico di Monica Farnetti, curatrice del libro con Gianni Venturi,
          intitolato Teoria e forme dell’ecfrasi nella letteratura italiana
          dalle origini al Seicento. 
        L’arme
                e gli amori. Ariosto, Tasso and Guarini in Late Renaissance Florence. Firenze,
                Leo S. Olschki, 2004 
          Il
          titolo dell’opera è quello della Conferenza Internazionale
          svoltasi a Firenze, nella Villa I Tatti, già residenza del grande
          critico Bernard Berenson, ora sede dell’Harvard University Center
          for Italian Renaissance Studies, dal 27 al 29 giugno 2001. 
          Massimiliano
          Rossi e Fiorella Gioffredi Superbi hanno curato la pubblicazione degli
          Atti in due volumi, il primo intitolato Genre and genealogy, il
          secondo Dynasty, court and imagery.  
        Alexis
              de Tocqueville, La democrazia in America. Troina (EN), Città Aperta
              edizioni, 2005 
           Nuova
          edizione italiana, affidata a Mario Tesini, di un classico della politica
          apparso per la prima volta tra 1835 e 1840 in due separati volumi,
          così come lo ripropone, filologicamente, questa nuova versione,
          accompagnata da una Nota bibliografica che fa il punto su edizioni
          delle opere, studi e bibliografie. 
        Francesco
              Petrarca, Le Senili. [Libri I – VI]. Torino,
              Nino Aragno, 2004 
          “L’adolescenza
          m’illuse, la giovinezza mi traviò, la vecchiaia mi corresse”.
          Il testo critico latino dei Rerum senilium libri, fondato da
          Elvira Nota a partire dalla collazione e classificazione sistematica
          dei manoscritti è apparso per la prima volta all’interno
          delle Oeuvres de Pétrarque  in corso di pubblicazione
          dal 2002 da parte delle edizioni Belles Lettres di Parigi, con un apparato
          critico al quale la presente edizione italiana delle Senili – al
          primo seguiranno altri due tomi - fa rinvio. Il volume, in traduzione
          italiana di Ugo Dotti con testo latino a fronte, è preceduto
          da un saggio introduttivo dello stesso Dotti, Il vecchio Petrarca. L’arco
          temporale coperto dai primi sei libri dell’epistolario si estende
          dal 1361 – il poeta aveva 57 anni - al 1368.  
        Francesco
              Petrarca, Le Familiari. [Libri I – V]. Torino, Nino
              Aragno, 2004 
          Il
          testo critico latino della Familiarum rerum libri è quello
          fissato da Vittorio Rossi e Umberto Bosco in occasione  dell’Edizione
          nazionale di Sansoni del 1933-1942 in quattro tomi delle Opere di
          Francesco Petrarca. Anche il piano della presente edizione, commentata
          da Ugo Dotti, autore del saggio introduttivo L’uomo di Petrarca e
          della versione italiana, prevede la pubblicazione delle Familiari in
          quattro tomi. 
        Sylvie
                Patron, Critique 1946-1996. Une encyclopédie de l’esprit
                moderne. Paris, Éditions de l’IMEC, 2000 
        Goulven
        Boudic, Esprit 1944-1982. Les métamorphoses d’une revue. Paris, Éditions
        de l’IMEC, 2005 
         Dal
        1988 l’IMEC, Institut Mémoires de l’Édition
        Contemporaine, con sede in un’abbazia normanna, lavora alla raccolta,
        conservazione, valorizzazione di fondi documentari dedicati a case editrici,
        riviste e agli attori a vario titolo della creazione e produzione libraria.
        Di questa attività fa parte la pubblicazione di due studi, fondati
        anche sui materiali presenti negli archivi dell’IMEC, sull’attività nel
        corso di alcuni decenni di riviste intellettuali ancora autorevolmente
        presenti nella scena culturale francese. Il primo, su Critique, ricorda
        come, grazie all’apporto di contributi significativi di personaggi
        di primo piano come Bataille, Koyré, Blanchot, Barthes, Foucault,
        Lacan, Leiris, Derrida, Deleuze, la rivista, promossa nel 1946 da Georges
        Bataille e Jean Piel, diventata già dagli anni ’50 “uno
        dei punti di congiunzione tra il lavoro di Barthes, la nouvelle critique,
        il nouveau roman, lo strutturalismo”, documenti i dibattiti
        che attraversano tutto il settore delle scienze umane. Il secondo ricostruisce
        premesse e sviluppi della complessa rifondazione di Esprit che
        si apre nel dopoguerra, nel 1944, dopo il primo periodo, dal 1932 al
        1943, in cui il fondatore, Emmanuel Mounier (1905-1950), teorico del
        personalismo, cerca di caratterizzare la rivista come espressione di
        un’elaborazione culturale e politica progressista, interna al messaggio
        cristiano, aperta alle tematiche sociali e alle istanze umanitarie, ma
        rigorosamente autonoma nei confronti della chiesa cattolica ufficiale
        e dei movimenti più o meno politici suoi  fiancheggiatori. 
        Successivamente Esprit si
        confronta, spesso in polemica aperta con la sinistra di ispirazione marxista,
        con avvenimenti traumatici come la decolonizzazione, l’Algeria,
        il 68, le utopie dell’autogestione. 
        Ulteriori
        informazioni sulle due riviste e sulla loro storia sono disponibili agli
        indirizzi: 
           http://www.leseditionsdeminuit.fr/catalogue/revue-critique.htm 
          http://www.esprit.presse.fr/histoire/historique.cfm 
        Periodici
        acquistati in antiquariato o in ristampa 
        La Biblioteca
            ha arricchito il proprio patrimonio di periodici con l’acquisto
            di intere raccolte o completamenti di testate già parzialmente
            possedute:  
        Annales
                  de philosophie chrétienne. Paris : Bureau des annales de philosophie chrétienne,
                  1830-1913 
                  Acquistati 1(1830)-19(1839)  
        Annali
                Lateranensi. Città del Vaticano
                : Tipografia poliglotta vaticana, 1937-1961 
  Acquistati 1(1937)-5(1941) 
        Archeion
                : archivio di storia della scienza
                : organo dell'Istituto nazionale di storia della scienza. Roma : Leonardo da Vinci, 1927-1943 
  Acquistato 16(1934): completamento raccolta 
        Arte :
                  archivo de obras de arte. Porto : [s.n.], 1905-1912 
        Acquistati 1905-1910 
        Bibliothèque
                  de l’École des Chartes. Paris : Société de l’École des Chartes,
                  1839-  
                    Acquistati Indici 1(1839)-147(1989) 
        Byzanthion :
                  revue internationale des études byzantines. Bruxelles
                  : Société Belge d’ Études Byzantines,
                  1924- 
                    Acquistati Indici 1(1924)-30(1960) 
        Latomus :
                  revue d’études latines. Tournai : Société d’Études Latines de Bruxelles,
                  1937- 
                    Acquistati Indici 1(1937)-25(1960) 
        Moenia
                : revista lucense de lingüística & literatura. Santiago de Compostela : Universidade de Santiago de Compostela,
                1995- 
                Acquistati 1(1995)-3(1997) 
        Nord :
                  revue internationale des pays du nord : internationale
                  review of the northern countries : Nordische internationale
                  Zeitschrift. Copenhague :
                  Kbh, 1938-1944 
        Acquistati 1(1938-)7(1944).  
        Nouveau
                  Magasin François, ou Bibliothèque instructive
                  et amusante. Londres :
                  F. Changuion, 1750-1752 
                  Acquistati 1(1750)-3(1752)  
        Orbe
                : revista latina de cultura general. México, 1945-1946. 
                Acquistati 1945-1946  
        Orientalia. Roma
              : Pontificio Istituto Biblico, 1920- 
  Acquistato 1986 (a completamento raccolta) 
        Philosophie
                positive. Paris : [s.n.], 1867-1883 
  Acquistati 15(1875)-16(1876)  a completamento raccolta 
        Revista
                  de ideas estéticas. Madrid : Instituto
                  Diego Velázquez, 1943- 
  Acquistati 1(1943)-26(1968) 
        Theoria
                : revista de teoría, historia y fundamentos de la ciencia. San
                Sebastian – Madrid : Servicio editorial, Universidad del
                País Vasco, 1952-1955; 1985- 
  Acquistati 1(1952)-3(1955) 
             
            
      
        Marzo 
        Benny
                Morris, 1948. Israele e Palestina  tra guerra e pace.
                Milano, Rizzoli, 2005 
                    Benny
            Morris, Esilio. Israele e l’esodo palestinese 1947-1949. Milano,
            Rizzoli, 2005 
            Benny
            Morris, Vittime. Storia del conflitto arabo-sionista 1881-2001. Milano,
            Rizzoli, 2001 
            Ilan
            Pappe, Storia della Palestina moderna. Una terra, due popoli. Torino,
            Einaudi, 2005 
             «Finché i
            leoni non  avranno i loro propri storici, gli storici della caccia
            continueranno a glorificare il cacciatore» (Proverbio africano).
            Eppure, a volte, anche gli storici cacciatori possono ribaltare verità consolidate,
            apparentemente a loro vantaggiose. La versione finora accreditata dalla
            storiografia ufficiale israeliana addebitava l’esodo massiccio – da
            500.000 a 700.000 persone - di palestinesi e arabi dai propri territori
            tra 1947 e 1949 pressoché unicamente agli appelli rivolti dagli
            stati arabi all’inizio della prima guerra arabo-israeliana del
            1948. In sostanza, prima di scatenare l’attacco, i dirigenti
            arabi avrebbero spinto all’esodo i propri fratelli, garantendo
            un rapido ritorno dopo l’immancabile vittoria. Quello che in
            realtà tende ad emergere sempre più chiaramente dall’apertura
            degli archivi israeliani e dalle coraggiose ricerche a tutto campo
            dei “nuovi storici” israeliani (Morris, Pappé, Segev,
            Schlaïm) è la scarsa rilevanza pratica di appelli di tal
            genere. Neanche l’accurato esame delle registrazioni radiofoniche
            delle emittenti arabe ne conferma l’esistenza.  Al
            contrario, recenti ricostruzioni fondate anche sullo studio dei documenti
            costitutivi del movimento sionista, fanno apparire piani più o
            meno coordinati, più o meno centralizzati, il cui obiettivo
            dichiarato è l’espulsione sistematica dei residenti. Il
            Piano Dalet (D in ebraico), ad esempio, messo in cantiere alla fine
            di gennaio 1948, prevedeva chiaramente «operazioni contro i centri
            di popolazione nemica situati al centro o in prossimità dei
            nostri sistemi di difesa», operazioni condotte «distruggendo
            i villaggi … nel caso di centri di popolazione difficili da
            controllare; o mettendo in piedi operazioni di rastrellamento e controllo … accerchiamento
            del villaggio e indagini all’interno. In caso di resistenza,
            la forza armata deve essere annientata e la popolazione espulsa fuori
            dalle frontiere dello Stato …». 
                  1) Benny Morris (foto da   Haaretz.com) 
      2) Ilann Pappe (foto da   LabourNet
      UK)  
        Hermann
              Kurzke, Thomas Mann. La vita come opera d’arte. Milano,
              Mondadori, 2005 
          A
          cinque anni di distanza dall’edizione originale tedesca (München,
          Beck, 2000) una nuova biografia del grande scrittore (1875-1955), trova
          uno dei principali motivi di interesse nel ricorso a nuovi documenti
          emersi di recente, in particolare carteggi con vari corrispondenti.
          L’opera si articola in capitoli che ripercorrono le fasi della
          vita del grande scrittore, preceduti da una breve, sintetica, cronologia
          del periodo cui si riferiscono. Il volume si conclude con l’elenco
          dettagliato delle fonti utilizzate.  
        La
                  Lumière au siècle des Lumières et aujourd’hui.
                  Art et Science. Paris, Odile Jacob,
                  2005 
                      Dal
                      16 settembre al 16 dicembre 2005 le Galeries Poirel di
                      Nancy hanno ospitato una mostra collocata, secondo le parole
                      del curatore, il neurobiologo Jean-Pierre Changeux, «in
                      una problematica generale "Arte e Scienza" che
                      mira a confrontare l’evoluzione della conoscenza
                      scientifica e delle tecniche a quella dell’arte e
                      del gusto». Il bel catalogo si pone l’obiettivo
                      di illustrare la duplicità di significati della
                      parola "lumière", il primo nel senso di
                      irradiazione fisica, il secondo in quello di luce naturale,
                      non più metafisica, che ha illuminato il lavoro
                      di scienziati e filosofi settecenteschi. 
                      I
                      testi e le riproduzioni delle opere esposte si articolano
                      nelle Sezioni La pittura lorenese, Le teorie di Newton
                      sulla luce, L’occhio e il cervello, L’ottica
                      e la percezione visiva, Il giudizio percettivo, Il giudizio
                      morale, L’abbé Grégoire, i diritti
                      dell’uomo e l’educazione scientifica, Le scoperte
                      recenti sulla luce.  
        Storia
                della Shoah. La crisi dell’Europa, lo sterminio degli ebrei
                e la memoria del XX secolo. Torino, UTET, 2005 
                    Il
                    termine Shoah - in ebraico "catastrofe" -  fin
                    dagli anni della guerra era usato dalle vittime ebree per
                    indicare la politica dei loro persecutori. I curatori di
                    questa grande opera - Marina Cattaruzza, Marcello Flores,
                    Simon Levis Sullam, Enzo Traverso – lo hanno ritenuto «il
                    più pertinente, anche per sottolineare la specificità del
                    genocidio ebraico».  Una molteplicità di
                    contributi di decine di studiosi, accompagnati da una documentazione
                    fotografica in buona parte inedita, offrono «un quadro
                    articolato e complesso della storia, della memoria e delle
                    rappresentazioni della Shoah come evento centrale della storia
                    europea e mondiale del XX secolo e uno degli eventi più cruenti
                    della storia dell’umanità». 
                    Dei
                    cinque volumi previsti nel piano dell’opera (La
                    crisi dell’Europa: le origini e il contesto, La
                    distruzione degli ebrei, Riflessioni, luoghi della
                    memoria, risoluzioni, Eredità, rappresentazioni,
                    identità, Documenti) sono per ora disponibili
                    i primi due. Gli altri volumi usciranno entro il 2006. Il
                    piano dell’opera prevede anche tre DVD video (il processo
                    di Norimberga, il processo Eichmann e il Tribunale dei Giusti)
                    e un Cd-Rom ipertestuale con l’intera banca dati. 
        Completamenti
              o aggiornamenti di grandi opere 
        Storia
                d’Italia. Diretta da Giuseppe Galasso. Torino, UTET 
          È stato
          pubblicato ed è disponibile in Biblioteca il secondo Tomo del
          vol. XV (Il Regno di Napoli), dedicato al Mezzogiorno spagnolo
          (1494-1622). Oggetto del primo Tomo, apparso nel 1992, il Mezzogiorno
          angioino e aragonese (1266-1494).    
        The
                New Encyclopædia Britannica. Chicago, Encyclopædia
                Britannica, 2005 
         
            
          Pubblicità dell'Encyclopædia Britannica,
          dal National Geographic Magazine (maggio 1913) 
    da:    Wikipedia 
        La
            prima edizione della Encyclopædia Britannica, or a Dictionary
            of Arts and Sciences è pubblicata in tre volumi ad Edimburgo
            dal 1768 al 1771, in pieno clima illuminista, a cura degli scozzesi
            l’incisore su rame Andrew Bell, il libraio Colin Macfarquhar
            e l’erudito venticinquenne William Smellie, che si occupa della
            redazione degli articoli. 
          Dopo
          una storia anche difficile e travagliata, che in più circostanze
          ne ha messo in discussione la stessa sopravvivenza, la Britannica,
          trasferitasi ormai da alcuni decenni negli USA, a Chicago, giunge nel
          1974 alla quindicesima edizione. L’aggiornamento del 2005 in
          32 volumi ha impegnato 4.000 autori per 65.000 contributi, il 35% dei
          quali revisionato e attualizzato negli ultimi 2 anni. 12 volumi sono
          occupati dalla Micropaedia, un vero e proprio dizionario enciclopedico
          in 10.000 brevi articoli, 17 volumi dalla Macropaedia, la vera
          e propria enciclopedia con voci approfondite in forma di saggio, a
          sua volta consultabile con l’ausilio di due volumi di Indici
          e delle liste della Propaedia, quasi una classificazione sistematica
          delle conoscenze.  
        Bibliografie 
        Ugo
              Bellocchi, Bibliografia italiana della cooperazione. Bologna,
              Pàtron editore, 2005 
          A
          cura del Centro di documentazione sulla cooperazione e l’economia
          sociale e della Soprintendenza per i beni librari e documentari della
          regione Emilia Romagna una ricognizione sulla produzione bibliografica
          italiana in tema di cooperazione. Fonti principali utilizzate le schede
          già raccolte da Bellocchi, già autore di una Bibliografia
          del giornalismo italiano, in varie biblioteche italiane, i dati
          emersi dall’Opac di SBN, dal catalogo informatizzato del Centro
          e da Cooper97, bibliografia informatizzata sul tema a cura della Regione
          Autonoma Trentino. 
          Le
          7.908 unità presenti (sono esclusi periodici e relativi articoli
          e pubblicazioni in lingua straniera) sono ordinate per argomento. La
          bibliografia è corredata da un indice di autori e curatori. 
        Leonardo
                Quaquarelli – Rita Zanardi, Pichiana. Bibliografia delle
                edizioni e degli studi. Firenze, Leo S. Olschki, 2005 
          Preceduto
          da alcuni saggi sulle edizioni antiche di Giovanni Pico e del nipote
          Giovanni Francesco e sulla bibliografia moderna di Giovanni Pico, il
          catalogo delle schede prodotte da un ampio e aggiornato censimento
          delle edizioni delle loro opere, dagli incunaboli  al XX secolo,
          e degli studi del XIX e del XX secolo. Le schede del materiale antico,
          fino al XVIII secolo, prevedono l’indicazione degli esemplari
          esistenti, dei repertori e degli esemplari consultati. L’opera
          si chiude con gli Indici delle edizioni, dei tipografi, dei possessori
          e delle provenienze, dei nomi citati.  
         Acquisti
              in antiquariato 
        Solaria. Rivista
                mensile di arte e di idee sull’arte. Firenze, 1926-1934 
          «Solariano», ricorderà Vittorini in Diario
          in pubblico, «era parola che negli ambienti letterari di
          allora significava antifascista, europeista, universalista, antitradizionalista.
          Ci chiamavano anche "sporchi giudei" per l’ospitalità che
          si dava a scrittori di religione ebraica e per il bene che si diceva
          di Kafka e Joyce. E ci chiamavano sciacalli. Ci chiamavano iene. Ci
          chiamavano affossatori». 
          La
          Biblioteca ha acquisito dalla Libreria Ferraguti di Parma l’intera
          raccolta della rivista, fondata a Firenze da un Alberto Carocci appena
          ventiduenne nel 1926. In
          meno di dieci anni di vita, dal 1926 al 1934, «Solaria» ospiterà la
          parte migliore della cultura italiana. Tra i collaboratori Montale,
          Debenedetti, Saba, Raimondi, Solmi, Gadda, Contini, Landolfi, Piovene,
          esordienti come Quasimodo, Penna, Natalia Ginzburg, Vittorini (la pubblicazione,
          nel numero del marzo/aprile 1934, de Il garofano rosso offrirà il
          pretesto per procedere al sequestro della rivista). 
       
            
      
        Aprile 
        Gaïte Dugnat, Les catalogues des Salons de la Société Nationale
                    des Beaux-arts. Dijon, L’Echelle de Jacob,
                    2000 
                      In
                      riproduzione anastatica, i cataloghi delle esposizioni
                      di un’associazione di artisti
                      nata il 30 dicembre 1890 da una scissione della Société Nationale des Artistes. Ognuno dei sei volumi di cui si compone l’opera è corredato
        dagli indici alfabetici degli espositori.  
        Enciclopedia della moda. Roma, Istituto della Enciclopedia
                Italiana, 2005 
                     
          I
          primi due volumi dell’opera, diretta da Tullio Gregory con Giovanni Puglisi e
          Giorgio Stabile, costituiscono in effetti la
          ristampa, definita “più compatta e quindi più maneggevole” della Storia del costume in Italia di Rosita
          Levi Pisetzky, già pubblicata in cinque
          volumi per conto della Fondazione Treccani dall’Istituto Editoriale Italiano di Milano
          dal 1964 al 1969. Il terzo volume, Universo moda, contiene contributi di
          diversi autori sui temi Il fenomeno moda, Le forme della moda, Accessori, Comportamenti e tendenze, Espressioni della moda, Economia della moda. 
        Bertrand
                  Tillier, À la charge. La caricature en France de 1789 à 2000. Paris, Les Éditions de
                  l’Amateur, 2005 
                   La
                  prima apparizione del termine caricatura risalirebbe ad una raccolta
                  di stampe tratte da disegni dei fratelli Carracci. La caricatura darebbe del peso (carico) o del rilievo
                  al disegno, esagerando, accentuando, i caratteri, le fisionomie
                  dei personaggi. Ma se in una prima fase “il ritratto
                  carico” colpisce e ridicolizza il popolo nelle sue brutture
                  fisiche e morali, a partire dal Settecento il genere diventa
                  arte, gli obiettivi sono i potenti: “la rivoluzione è una ‘carica’,
                  la caricatura una rivolta” (Michel Melot).
                  In Francia la caricatura ha avuto, nell’Ottocento e nel
                  Novecento, grande fortuna, una produzione ricchissima di periodici ed
                  esponenti prestigiosi, e Tillier,
                  pur non proponendosi l’obiettivo di farne una storia
                  organica, avvalendosi di una ricca iconografia, ne delinea
                  i mezzi espressivi, i procedimenti grafici, le personalità,
                  gli scontri con il potere. L’opera è stata pubblicata
                  in occasione dell’omonima mostra allestita al Musée d’Art et d’Histoire di Saint-Denis dal novembre
                  2005 al febbraio 2006. 
        Sul
              tema, in Biblioteca: 
        Ernst Kris,
              E. H. Gombrich, I principi della caricatura, in Ricerche psicoanalitiche sull’arte.
              Torino, Einaudi, 1988 
          Giorgio Agamben, Stanze. La parola e il fantasma nella cultura occidentale. Torino, Einaudi, 1977 
          In
          arrivo anche un testo del 1958, per la prima volta tradotto in italiano: Werner Hofmann, La caricatura. Da Leonardo a Picasso. Vicenza, Angelo Colla, 2005 
        Dizionario dei fascismi. Personaggi,
                  partiti, culture e istituzioni in Europa dalla Grande guerra ad oggi. Milano, Bompiani, 2005 
                    L’edizione
                    originale francese – Dictionnaire historique des fascismes et du nazisme -  curata
                    da Pierre Milza e Serge Berstein,
                    risale al 1992. La versione italiana, a cura di Nicola Tranfaglia e Brunello Mantelli, giunta alla sua seconda edizione
                    dopo la prima del 2002, deve il suo titolo all’adozione
                    di “una categoria idealtipica di
                    fascismo” comprensiva del nazionalsocialismo, e si
                    caratterizza anche per una delimitazione cronologica al periodo
                    1918-1945 e geografica alla sola Europa. L’introduzione
                    di Nicola Tranfaglia, che sostituisce quella dei curatori francesi,
                    giustifica queste scelte, adottate comunque in
                    accordo con i curatori francesi. Il lemmario italiano ha
                    conservato, aggiornandole, 167 voci delle 365 originali;
                    55 sono state riscritte e 67 del tutto nuove hanno portato
                    il totale a 321. Alle schede accompagnate da bibliografia
                    seguono le appendici Neofascismo e neonazismo in Europa dal 1945 di
                    Francesco Germinario, la Cronologia essenziale curata da Giovanni Villari,
                    una bibliografia generale e il repertorio delle sigle. 
        L’âge
                        d’or des sciences arabes. Arles, Actes Sud ; Paris, Institut du monde arabe,
                        2005 
                           Dal
                          25 ottobre 2005 al 29 marzo 2006 una mostra allestita
                          a Parigi, nella sede dell’Institut du monde arabe, ha celebrato i fasti di una grande cultura scientifica, fiorita prima a Damasco sotto
                          gli ultimi Omeyyadi, poi a Bagdad con i primi Abbassidi, a
                          partire dall’ottavo secolo. Gli apporti fondamentali
                          del pensiero scientifico arabo-musulmano, risultante
                          di uno spirito nuovo solo in parte debitore della grande civiltà greca,
                          tuttora centrali ad esempio in ambito matematico-algebrico,
                          si sono irradiati in tutto l’Occidente europeo
                          fino alla fine del quindicesimo secolo. Le testimonianze
                          riprodotte, nelle sezioni dedicate all’astronomia,
                          allo studio del corpo umano, alla meccanica, al rapporto
                          tra scienze e arte, tra scienze e musica, sono precedute da saggi introduttivi e accompagnate da ampie e analitiche
                          schede descrittive. L’opera si conclude con
                          una bibliografia aggiornata sui temi trattati. 
        Storia del cinema italiano. Venezia, Marsilio ; Roma,
                    Edizioni di Bianco & Nero, 2005 
          Pubblicato,
              e disponibile in Biblioteca, il volume XIII, relativo agli anni dal
              1977 al 1985. Il curatore, Vito Zagarrio,
              dà il significativo titolo Dopo la morte dei padri. Dagli anni della crisi
              agli albori della rinascita alla sua introduzione: sotto
              l’infausto segno della scomparsa tra 1974 e 1977 di De Sica,
              Visconti, Rossellini, Germi, Pasolini, in una prima fase proliferano le cosiddette televisioni
              libere e inizia una crisi profonda che colpisce le sale, inquina
              il mondo dell’industria, condiziona  la stessa creatività.
              Solo in una seconda fase si registrano segni di
              ripresa, si affaccia un cinema “nuovo” (Moretti, Piscicelli, Del Monte, Amelio, Avati). 
                        La
              presenza nel volume di voci di critici e studiosi di orientamenti
              diversi intende offrire un quadro abbastanza completo di punti di
              vista anche antitetici sulle tematiche, sugli autori, sulla produzione
              del periodo preso in esame. 
                                      L’appendice,
              a cura di Veronica Pravadelli, ripropone documenti
              sul rapporto tra cinema e istituzioni, sulle nuove forme del consumo
              cinematografico, il boom dell’editoria cinematografica, premi,
              statistiche, la filmografia per anno, una bibliografia ragionata
              a cura di Stefania Carpiceci.    
        Flo Conway, Jim Siegelman, L’eroe oscuro dell’età dell’informazione. Torino,
                      Codice Edizioni, 2005 
           Due
                giornalisti e divulgatori scientifici americani sono gli autori di
                una biografia del padre della cibernetica, Norbert Wiener (1894-1964), tradotta con grande tempestività (l’edizione
                originale, di Basic Books, è del
                2005). Sono ricordate le tappe dell’elaborazione teorica di Wiener,
                dai rapporti con i principali filosofi inglesi e americani (James, Santayana, Royce, Russell, Husserl) alla successiva
                maturazione delle sue ricerche in contatto con il
                Massachusetts Institute of Technology, ai convegni della Macy Foundation di
                New York con neurofisiologi, antropologi, psicologi, ingegneri delle comunicazioni.
                Sono questi anche gli anni delle amarezze, provocate dai maggiori
                riconoscimenti attribuiti a Claude Shannon, che meglio di lui coglie principi che poi saranno
                alla base delle future applicazioni informatiche. Wiener in più occasioni si mostra
                uno scienziato sensibile alle ripercussioni politiche delle sue teorie
                e delle relative applicazioni, in aperto dissenso con il suo collega Von Neumann, scontrandosi con l’apparato
                politico-militare americano, già durante la guerra e poi negli
                anni ’50, preoccupato che “i sistemi automatizzati e
                i meccanismi ‘a prova d’errore’ dell’arsenale
                atomico militare, grazie alla loro velocità elettronica e
                alle strategie di risposta automatica, togliessero la decisione ultima
                di scatenare una guerra atomica dalle mani degli esseri umani”.
                Insomma, sosteneva Wiener in un intervento all’Associazione americana
                per il progresso della scienza nel 1957, “a causa della lentezza
                delle azioni umane, il nostro controllo effettivo sulle macchine
              può essere vanificato”. 
        Di Wiener la
                    Biblioteca possiede: 
          Introduzione alla cibernetica. Torino,
                  Bollati Boringhieri, 1966 
                      L’invenzione. Come nascono e si sviluppano
                      le idee. Torino, Bollati Boringhieri, 1994 
                          Cibernetica. Milano, Il Saggiatore, 1968 
                                                  Dio e Golem.
                          Torino, Bollati Boringhieri, 1967 
                                                                          Su Wiener e
                          le sue ricerche: 
                                                                                                  Leone
                          Montagnini, Le armonie del disordine. Venezia, Istituto
                      Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, 2005 
             
      
            
      
        Maggio 
        Andrea
              da Barberino, Il Guerrin Meschino. Roma - Padova, Editrice
              Antenore, 2005 
          Nella
          collana Medioevo e Umanesimo, a cura di Mauro Cursietti, l’edizione
          critica secondo l’antica vulgata fiorentina dell’opera
          più popolare, insieme con I Reali di Francia, di Andrea
          di Iacopo di Tieri de’ Mangiabotti da Barberino (1370 – 1432),
          composta tra la fine del Quattordicesimo e gli inizi del Quindicesimo
          secolo. La Nota al testo che chiude il volume illustra le scelte
          filologiche operate sul testo a partire dalle versioni precedentemente
          pubblicate, manoscritte e a stampa. Il curatore descrive i manoscritti
          rintracciati, le edizioni a stampa  - la prima, Padova, Bartolomeo
          Valdezocchio e Martinus de Septem Arboribus, è del 1473 – e
          chiarisce che il titolo voluto dall’autore era in effetti Il
          Meschino da Durazzo. 
        Angela
              Nuovo – Christian Coppens, I Giolito e la stampa nell’Italia
              del XVI secolo. Genève, Droz, 2005 
           I
          Giolito de’ Ferrari (Bernardino, Giovanni I, Clara, Gabriele,
          Giovanni II e Giovanni Paolo) sono stati tra i principali attori sulla
          scena delle attività tipografiche e editoriali cinquecentesche,
          tra la località di origine Trino, nel Monferrato, e Venezia,
          con filiali a Padova, Ferrara, Napoli. Angela Nuovo descrive l’organizzazione
          produttiva e commerciale, affronta temi come il commercio, il sistema
          dei privilegi, Christian Coppens i cataloghi di vendita tra 1587 e
          1592. Nelle Appendici i carteggi di Gabriele con vari corrispondenti,
          gli indici della produzione editoriale, contratti per l’attività commerciale
          e tipografica, i privilegi ottenuti dalla famiglia, una ricostruzione
          delle collane di Gabriele. Il volume, illustrato con numerose riproduzioni
          di frontespizi e cataloghi, si conclude con la citazione delle fonti
          edite e inedite, oltre ad una sterminata e aggiornata bibliografia
          secondaria. 
              Nella foto: Angela Nuovo (  http://web.uniud.it/libroantico//curric/angela.html)  
        Alain
              Corbin, Storia sociale degli odori. Milano, Bruno Mondadori,
              2005 
          Il
          titolo originale, forse meno immediato, ma più suggestivo, era Le
          miasme et la jonquille, l’odorat et l’immaginaire social,
          XVIIIeme- XIXeme siècles, Paris, Aubier, 1982. L’autore
          ha tratto ispirazione per la sua storia della percezione olfattiva
          dai Mémoires dello scienziato Jean-Noël Hallé,
          indagatore attento, nella Parigi del 1790, delle esalazioni mefitiche
          prodotte in vari luoghi della città dalla scarsità o
          assenza di igiene, all’origine di malattie o epidemie che colpiscono
          inevitabilmente poveri e diseredati. Il fine di Corbin è quello
          di rivalutare l’olfatto, spesso emarginato dalla storia sensoriale
          a vantaggio di vista e udito, in un processo di deodorizzazione nato
          dalle fobie borghesi per il tanfo dei miserabili. L’introduzione,
          del grande Piero Camporesi, dal titolo Odori e sapori, affronta,
          impreziosita da molteplici e illuminanti riferimenti culturali estratti
          dalla cultura italiana del XVII e XVIII secolo – Ramazzini, Magalotti,
          Muratori, Garzoni, Marino, Tesauro tra gli altri -  l’intreccio
          ineluttabile, l’interattività tra naso e palato, i due
          sensi “vilissimi” ma provvidenziali per il recupero di
          una sana animalità fonte di percezioni e di un insostituibile,
          primario, rapporto con la realtà. 
        Lucien
          X. Polastron, Livres en feu: histoire de la destruction
            sans fin des bibliothèques, Paris, Denoël,
          2004 
           Il
          5 gennaio 2004, l’Istituto di ricerche orientali di Bhandarkar – ricco
          di un patrimonio di 30.000 antichi manoscritti -  è stato
          assalito e gravemente danneggiato da una folla inferocita perché nella
          biblioteca era stato accolta un’opera a loro sgradita dello
          studioso americano James Laine su un antico re musulmano, Shivaji:
            a Hindu king in Islamic India, edita dalla Oxford University
          Press (ulteriori dettagli in:  http://www.bori.ac.in/vandals.htm). 
            Un dramma sempre attuale, la tensione, più o meno direttamente
            organizzata o manovrata dal potere, a cancellare la storia e le
            sue testimonianze. Eppure Leo Löwenthal (I roghi dei libri, Genova,
            Il melangolo, 1991, una conferenza tenuta alla Freie Universitat
            di Berlino nel 1983), ha osservato che sull’argomento, così drammaticamente
            attuale, “non esiste nessuna analisi storica esauriente”. 
            Polastron, studioso di storia del libro, profondo conoscitore della
            calligrafia giapponese, cinese e araba, ispirato per la sua ricerca
            dal trauma provato a seguito della distruzione della biblioteca
            di Sarajevo, prova a colmare questo vuoto con una ricerca durata
            12 anni, di cui è già annunciato un aggiornamento. 
          Nella foto: una immagine della Iraqi
                    National Library and Archives dopo l'ingresso delle forze multinazionali nella città nell’ aprile
                      2003   
        Johann
          Wolfgang Goethe, Gli anni di viaggio di Wilhelm Meister.
          Milano, Medusa, 2005 
          Prima
            edizione integrale italiana – completa delle 359 massime che
            Goethe aveva successivamente aggiunto per integrare l’opera
            dopo la prima tiratura - dell’ultima parte del Wilhelm Meister,
            un capolavoro poco noto, definito da Pietro Citati (La Repubblica,
            4 novembre 2005) “uno dei cinque o sei romanzi più belli
            del diciannovesimo secolo”. 
          Una
              recente edizione italiana della versione del 1821, a cura di Ernesto
              Guidorizzi,  era apparsa nel 1986 (Napoli, Edizioni Scientifiche
              Italiane) 
            
        Dictionnaire
          des philosophes antiques. Paris,
            CNRS, 1994- 
              Diretta e coordinata da Richard Goulet, l’opera è ancora
          in corso. Sono apparsi finora quattro volumi (Abammon-Axiothea, Babélica
            d’Argos-Dyscolius, D’Eccélos-Juvénal, Labeo-Ovidius)
          e un supplemento di aggiornamento dei primi tre volumi. 
          80 universitari e ricercatori hanno creato una mappa di orientamento
          tra testi originali e versioni successive di filosofi greci e romani,
          dai presocratici agli ultimi neoplatonici del VI secolo dopo Cristo.
          La lista generale dei filosofi che saranno oggetto del repertorio è accessibile
          in linea:   Dictionnaire
            des philosophes antiques 
         Nella
          foto: Richard Goulet (  http://upr_76.vjf.cnrs.fr/Membres/GouletR/GouletR.html)  
        Jean-Yves
          Lacoste, Dizionario critico di teologia. Roma, Edizioni
          Borla, 2005 
          Il
            teologo Pietro Coda è il curatore della versione italiana,
            con nuove voci aggiunte e un’indispensabile aggiornamento bibliografico,
            di un’opera pubblicata per la prima volta (Paris, Presses Universitaires
            de France) nel 1998. 
             
      
      
        Giugno 
        Bruno
                Dumézil, Les racines chrétiennes de l’Europe. Conversion
                et liberté dans les royaumes barbares, Vème-VIIIème
                siècles. Paris, Fayard, 2005 
                   Il
                  titolo evoca, più o meno deliberatamente, un dibattito
                  di attualità, divampato durante l’elaborazione
                  della Costituzione europea. In questo caso però la finalità è quella
                  di documentare, utilizzando le fonti coeve disponibili, le
                  modalità attraverso le quali il cristianesimo ha non
                  solo resistito alla fine dell’Impero romano, ma è
          addirittura diventato egemone nell’Europa occidentale. Nei secoli
          del primo Medioevo si susseguono conversioni di intere popolazioni
          di origine barbara, molto spesso forzate, non solo e non tanto per
          un uso aperto e indiscriminato della violenza, ma soprattutto per il
          ricorso a metodi più raffinati, fondati su pressioni sociali,
          politiche. “I nuovi padroni germanici dell’Occidente lasciarono
          agire i prelati cattolici finché ritennero che il loro proselitismo
          non avrebbe danneggiato né l’ordine né la stabilità politica”.
          Spesso l’adesione esteriore alle nuove pratiche lasciava permanere
          le vecchie credenze nel segreto della coscienza, anche perché,
          con il passare del tempo, l’intolleranza da parte ad esempio
          dei Merovingi verso sacche di idolatria diventava assoluta. 
          La ricerca di Dumézil si conclude, dopo un’appendice documentaria,  con
          la citazione delle fonti utilizzate (divise in testi teorici, pratici,
          normativi, narrativi) e dei lavori critici sull’argomento.  
        Storia
                d’Italia. Annali 21. La massoneria. Torino, Einaudi,
                2006  
          Trentuno saggi, curati da 25 studiosi italiani e stranieri, tra cui
          il responsabile del volume, Gian Mario Cazzaniga, con la finalità di
          inserire la storia e le attività della massoneria italiana tra
          Sette e Ottocento nel contesto europeo.  
        Storia
                della musica. Torino, UTET, 2004-2005 
          Con il terzo volume e la Cronologia l’opera diretta
          da Alberto Basso è ora completa. I primi tre volumi - I, Dall’Antichità
            al Barocco (Italia, Francia), II, Dal Barocco (Continuazione)
            al 1830, III, Dal 1830 alla fine dell’Ottocento – sono
            dello stesso Basso, e sono corredati da una bibliografia alla fine
            del terzo volume. La paternità del quarto volume, dedicato
            al Novecento, è divisa tra Carlo Benzi, Stefano A. E. Leoni
            (Primo Novecento), Andrea Lanza, Stefano A. E. Leoni (Secondo
            Novecento), Maurizio Franco (Il Jazz), Franco Fabbri (La
            Popular Music). La Cronologia documenta in progressione
            diacronica dal 1000 a.C. al 2000 i più importanti eventi musicali
            (biografie, prime esecuzioni/rappresentazioni, opere critiche/teoriche/didattiche,
            strumenti musicali, istituzioni, opere letterarie/artistiche/cinematografiche
            d’interesse musicale). 
              Nella foto: Alberto Basso (da   Cooperativa
              Librarsi)  
        Le
                    Cymbalum mundi.
                    Genève, Droz, 2003 
           Neanche
          il colloquio di Roma del 3-6 novembre 2000, di cui, a cura di Franco
          Giacone, appaiono gli atti nella collana “Travaux d’Humanisme
          et de Renaissance”, è
            riuscito a diradare completamente i molteplici misteriosi risvolti
            che accompagnano un’opera pubblicata anonima a Parigi nel 1537
            da Jean Morin e immediatamente condannata al rogo dal Parlamento
            di Parigi. La paternità è con ogni probabilità da
            attribuire a Bonaventure Des Périers
            (inizi XVI secolo-1543), valletto di camera e segretario di Margherita
            di Navarra, letterato, autore di Nouvelles recréations
            et joyeux devis. 
            Il personaggio principale dei quattro dialoghi che compongono l’operetta,
            Mercurio, intermediario tra  Olimpo e mondo degli uomini, viene
            ritenuto da molti un’allegoria di Cristo. A lui i due ladri
            Byrphanes e Curtalius (forse teologi della Sorbona) sottraggono un
            prezioso libro – il Libro dei destini – affidatogli
            da Giove, che contiene i nomi dei beneficiari dell’immortalità,
            mentre altri personaggi evocano le figure di Lutero, Erasmo. Rivalutata
            pienamente nell’Ottocento da Charles Nodier, l’opera
            attribuita a Des Périers fu analizzata criticamente anche
            da Lucien Febvre, che, nei suoi studi sull’incredulità nel
            XVI secolo, tendeva a negare in quell’epoca l’esistenza
            di correnti di pensiero apertamente ispirate dall’ateismo.
            Divergenti, opposte, continuano ad essere le interpretazioni di quest’opera
            così enigmatica. Per alcuni “i sonagli del mondo” rientrerebbero
            a pieno titolo nel filone della letteratura anticristiana, antireligiosa,
            che interpreta le religioni come pura invenzione umana, altri vi
            colgono un’allegoria della mistica dell’amore divino,
            mentre c’è chi sottolinea esclusivamente la satira feroce
            di un’umanità travagliata da sterili dispute teologiche.
            L’unica copia della prima edizione sopravvissuta alla persecuzione è nella
            Biblioteca municipale di Versailles 
          Bonaventure
          des Périers, Cymbalum mundi, frontespizio dell'edizione
          di Lione del 1538 (da   Gallica) 
        Galileo
                Galilei, Il Saggiatore. Roma – Padova, Antenore,
                2005 
          Un’edizione critica, curata e commentata da Ottavio Besomi e
          Mario Helbing, dell’opera pubblicata nel 1623 da Galilei, già ammonito
          dal cardinale Bellarmino nel 1616 ad “abbandonare l’opinione
          che il sole sia al centro del mondo e la terra si muova”. Nonostante
          i tentativi di Galilei di muoversi con prudenza, il Saggiatore fu
          oggetto di tre denunce, una di copernicanesimo, altre due per aver
          messo in dubbio il mistero eucaristico. 
        Nicolas
                Weill-Parot, Les «images astrologiques» au Moyen Âge
                et à la Renaissance. Paris, Honoré Champion,
                2002 
          Nel 1496 Hyeronimus Torrella, medico e astronomo, pubblica a Valencia
          un’opera di compilazione, Opus praeclarum de imaginibus astrologicis,
          a seguito delle richieste di alti dignitari della corte di Ferdinando
          il cattolico, impressionati da prodigiose guarigioni di affezioni dolorose
          ai reni e ai piedi ottenute grazie a particolari talismani aurei, le
          “immagini astrologiche”. Seguendo le piste tracciate da
          Torrella, che raccoglie volenterosamente tutto quanto è stato
          scritto e detto prima di lui sull’argomento, l’autore cerca
          di rispondere a tre domande: “Perché e in quali circostanze è stata
          coniata la nozione di immagine astrologica? Attraverso quale modalità,
          una volta creata, ha potuto fare il suo cammino fino a prendere l’importanza
          che ha assunto nel XV secolo? Qual è il suo significato intellettuale
          e la sua portata reale nei differenti campi di attività del
          pensiero medievale con cui si è incontrata?”. 
        Acquisti
        in antiquariato: manoscritti 
        Benedetto
              Croce, Gli studi storici nella varietà delle loro forme
              e i loro doveri presenti 
            La Biblioteca
            ha acquistato dalla libreria antiquaria “Letteratura Tattile” di
            Rimini la stesura autografa con alcune varianti di un messaggio indirizzato
            dal filosofo al congresso della American Historical Association di
            Washington del 27-29 dicembre 1934, al quale, benché invitato,
            Croce non poté partecipare. Il testo è stato pubblicato
            dalla Laterza in Orientamenti nello stesso 1934 e, successivamente,
            in Ultimi saggi nel 1935. 
             
      
        
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