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        News | Archivio nuove accessioni | 2008/II  | 
  
   
     
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                                          nuove accessioni - 2008/II | 
                                 
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        Luglio-Agosto 
      
        Gérard
              Arnaud –
          Henri Lecomte, Musiques de toutes les Afriques. Paris,
          Fayard, 2006 
          
        “Quest'opera è
          stata concepita dai suoi autori con
          l'idea che le musiche africane, con tutta la ricchezza delle loro differenze,
          costituissero un continuum in
          cui, per esempio, i Gnawa del Maghreb hanno influenzato alcune forme
          popolari arabe o berbere, mentre in paesi come il Camerun e il Niger,
          la presenza di trombe e di corni costituisce la prova dell'influenza
          araba sulle musiche di questi paesi” (dall'Introduzione).
          Il titolo stesso allude alla volontà di valorizzare, all'interno
          di una trattazione scandita sulle diverse aree del continente, soprattutto
          gli elementi comuni di un mondo finora rimasto ai margini della produzione
          saggistica sia musicologica che etnologica. Strumenti, composizioni,
          testi, esecutori, compongono un quadro estremamente ricco, le cui influenze
          si fanno sentire anche nella musica contemporanea europea, americana,
          creano le contaminazioni tipiche della “world music”, invadono
          il mercato (in Francia, grazie ad antichi rapporti politico-culturali
          e linguistici, le incisioni di musiche africane coprono più di
          un quarto della produzione discografica). 
                  Gli
                  autori non hanno trascurato l'Africa fuori dall'Africa,
                  dedicando una parte
                  della trattazione all'area dell'Oceano Indiano e alle diaspore
                  africane nei diversi continenti (in particolare, ma non solo,
                  in quello americano). Ogni capitolo è accompagnato da
                  note bibliografiche e discografiche. 
         Alessandro
                Scafi, Il paradiso in terra. Mappe del giardino
                dell'Eden. Milano,
                Bruno Mondadori, 2007 
                     L'edizione
                    inglese, Mapping Paradise. A History of Heaven on Earth, London,
                    British Library, è apparsa nel 2006. La versione italiana
                    ha apportato, come segnala l'autore, numerose modifiche e
                    variazioni, che tengono conto delle opere pubblicate dopo
                    la prima edizione, di qualche ripensamento e di un arricchimento
                    iconografico. Il volume è infatti riccamente illustrato
                    di molteplici testimonianze della cartografia apparsa in
                    varie epoche finalizzata alla localizzazione e descrizione
                    del Paradiso terrestre. L'impegno e la profonda convinzione
                    di coloro che si cimentano con questa impresa sono sempre
                    altissimi, tanto da esprimersi quasi sempre in toni polemici
                    e detrattori nei confronti di stesure precedenti. Naturalmente
                    nella ricerca di Scafi, maturata in anni di studio presso
                    il prestigioso Warburg Institute di Londra, di cui è
                      collaboratore, la parte del leone la fanno i secoli del
                      Medioevo e del Rinascimento, particolarmente sensibili
                      al paradiso come fonte d'ispirazione, ma l'opera si spinge
                      fino ai giorni nostri, mostrando come, magari ampiamente
                      banalizzato nella pubblicità di compagnie aeree
                      o agenzie di viaggio, il sogno resista ancora.  
        L'operaismo
                degli anni Sessanta. Da “Quaderni rossi” a “Classe
                operaia”. Roma, DeriveApprodi, 2008 
                       Giuseppe
                      Trotta e Fabio Milana hanno raccolto documenti –
                        lettere, volantini, appunti, verbali di riunioni - e
                        testimonianze di protagonisti sulla storia e sul ruolo
                        dentro e fuori i principali partiti della sinistra italiana
                        della corrente operaista tra il 1959 e il 1968. Il volume è introdotto
                        dal saggio Noi operaisti di Mario Tronti, autore
                        nel 1966 di Operai e capitale, Torino, Einaudi
                        (in Biblioteca), uno dei principali teorici, con Raniero
                        Panzieri, Vittorio Rieser, Antonio Negri, del movimento.
                        Il volume è
                        accompagnato in appendice da una Cronologia essenziale e
                        dalla Bibliografia. In allegato un Cd con l'intera
                        raccolta della rivista “Classe operaia”,
                        apparsa dal 1964 al 1967, mentre i “Quaderni rossi” erano
                        stati pubblicati dall'Istituto Rodolfo Morandi di Milano
                        dal 1961 al 1965. 
        Lo
              spazio letterario del Medioevo. 2. Le culture circostanti, III.
              Le culture slave. Roma,
              Salerno, 2006 
                  Una
                  comunità, quella degli slavi, presente in un’area
                  che si estende dalla Finlandia al Peloponneso, la cui identità
                    appare, alla luce degli studi più recenti, distinta
                    più
                    di altre da caratteri di elevata e riconoscibile peculiarità.
                    Il volume non manca di sottolineare due passaggi decisivi,
                    la penetrazione, a partire dall’Ottocento, all'interno
                    delle elites politiche e culturali, delle esaltate
                    elaborazioni romantiche del panslavismo e le nefaste scelte
                    di carattere religioso, che finirono con lo scavare un solco
                    incolmabile tra i popoli convertiti al cristianesimo latino
                    e quelli che aderirono al cristianesimo greco, premessa anche
                    questa di futuri sfracelli guerreschi. Il volume curato da
                    Mario Capaldo non manca di insistere sui ritardi e la mancata
                    integrazione con il resto dell’Europa che ciò ha
                    comportato, pur mettendo in evidenza i lineamenti culturali
                    di un patrimonio comune, proteso verso l’Occidente. 
        Emrick
          Gouneau - Léonard Amara, Encyclopédie du
            cinéma de Hong Kong des origines à nos jours. Paris,
              Les Belles Lettres, 2006 
          
        Il
          successo internazionale di critica e di pubblico di alcune personalità di
          spicco come i registi Chen Kaige (Farewell my concubine) Wong
          Kar-Wai (Hong Kong Express, In the mood for love, 2046),
          John Woo (a Hong Kong A better tomorrow, Hard boiled,
          negli USA Face/Off, Senza tregua), i fratelli Pang (The
            eye), gli attori Tony Leung, Bruce Lee, ha fatto apprezzare meglio
          una realtà altamente prolifica, prima di allora poco conosciuta
          al di fuori dei cultori del cinema asiatico di genere (horror, arti
          marziali, gangster). All'inizio degli anni '90 ad Hong Kong si produceva
          un film ogni 42.000 abitanti contro un rapporto negli Stati Uniti di
          1 a 573.000. I capitoli riservati alla storia di questa macchina produttiva
          impressionante a grande vocazione popolare si muovono attraverso i
          generi, gli studios, evocano i protagonisti (attori, registi, coreografi,
          compositori). Tra i documenti una Filmografia esaustiva (9.463
          titoli dal 1913 al 2006) e una Cronologia del cinema di Hong Kong. 
                  Sullo
                    stesso tema, di Alberto Pezzotta, Tutto il cinema di Hong
                  Kong, Milano, Baldini & Castoldi, 1999, in Biblioteca. 
         Andreas
          Bräm, Neapolitanische Bilderbibeln des Trecento. Wiesbaden,
          Reichert Verlag,2007 
                  In
                    due volumi (il secondo interamente riservato alle immagini) una
                    ricerca sulle bibbie latine miniate a Napoli durante i regni
                    di Roberto d'Angiò (1343-1343) e di Giovanna I (1343-1382).
                    Lo studio è stato condotto in particolare su alcuni codici
                    (Bibbie Planisio e di Roberto di Taranto della Biblioteca Vaticana,
                    Bibbia Hamilton dello Staatliche Museen zu Berlin, Bibbia di
                    Andrea d'Ungheria e Nicola da Alife della Biblioteca della Facoltà
                    teologica di Löwen, Bibbia Orsini della Biblioteca reale
                    di Torino, Bibbia viennese della Biblioteca Nazionale austriaca,
                    Bibbia Holkham-Hall della British Library, Bibbia Brancaccio
                    delle Biblioteche riunite di Catania).  
         Lieux
          de savoir. Paris, Albin Michel 
                    ”Come
                      nascono, sono praticati e si trasmettono i saperi? Quali sono
                      i gesti e gli strumenti del lavoro culturale? Qual è la
                      geografia disegnata dai percorsi e dalle tappe dei maestri
                      e degli studenti, dei pellegrini e degli esploratori, dei libri
                      e degli oggetti?”. Il grande progetto editoriale diretto
                      da Christian Jacob prevede quattro volumi (già uscito,
                      nel 2007, Espaces et communautés, ancora da pubblicare Les
                        gestes de l'intelligence, l'intelligence des gestes, La
                          construction des traditions, Identités, métissage,
                            universalité ) con la finalità di “esplorare
                      nella loro diversità
                      forme di sapere culturalmente determinate e storicamente
                      collocate: indagare su come si fonda una comunità,
                      si organizza una rete di centri di studio; o sugli artefatti
                      e iscrizioni che materializzano conoscenze ad una tappa della
                      loro elaborazione e della loro circolazione; o ancora sulle
                      prescrizioni che definiscono in un luogo e per un tempo definito
                      i saperi accettabili e il loro grado di autorità”.
                      Diversamente da uno dei riferimenti dichiarati, la grande
                      opera Lieux de mémoire, Paris, Gallimard, apparsa
                      tra 1984 e1993 e diretta da Pierre Nora, circoscritta all'area
                      francese, i contributi presenti nel volume attraversano secoli
                      e continenti, contrapponendo il sistema degli esami pubblici
                      tra 1400 e 1900 nella Cina imperiale ai riti d'iniziazione
                      degli indovini bassar nel Togo settentrionale, le comunità cinesi
                      dei monaci taoisti al circolo dei fratelli Dupuy nella Parigi
                      del diciassettesimo secolo, la missione etnografica Dakar – Djibouti
                      alla cultura di corte in Iran durante l'epoca sassanide,
                      lo scriptorium medievale agli scriptoria buddisti nella Cina
                      medievale, il destino della biblioteca reale indiana di Thanjavur
                      a quello delle biblioteche europee in un confronto serrato,
                      ricco di sorprese, tra diverse pratiche e processi finalizzati
                      all'organizzazione, trasmissione e validazione delle conoscenze. 
          Christian
                                        Jacob ha diretto, tra l'altro, con Marc Baratin, il volume Le
                                          pouvoir des bibliothèques : la mémoire des livres
                                          en Occident, Paris, Albin Michel, 1996, in Biblioteca. 
        Il
          Modo Italiano. Design e avanguardie artistiche in Italia
            nel XX secolo. Milano, Skira, 2007 
                     Catalogo
                      pubblicato a cura di Giampiero Bosoni in occasione della mostra
                      omonima prodotta dal Musée des Beaux Arts di Montréal
                      in collaborazione con il Musée Royal de l'Ontario e
                      con il MART – Museo di Arte Moderna e Contemporanea di
                      Trento e Rovereto. I saggi del curatore, di Vittorio Gregotti,
                      Irene de Guttry, Renata Ghiazza, Rosalind Pepall, Diane Charbonneau,
                      Achille Bonito Oliva, Paola Antonelli, precedono il catalogo,
                      ricco di 400 opere tra le più rappresentative dell'apporto
                      di architetti, artisti e designer ad un'epoca chiave della
                      produzione industriale italiana e scandito in quattro capitoli, “Spensierato
                      ottimismo”, “Monumentalità e razionalismo”,
                      “Ricostruzione e miracolo economico”, “Laboratorio
                      della postmodernità”. Completano il volume le
                      conversazioni con Dorfles, Sottsass, Mari, Mendini, Pesce,
                      Bellini.  
              Nella
              foto: Gruppo G 14, Poltrona “Fiocco” 
        Nuovo
          abbonamento 
        Commedia
          dell'arte. Firenze, Leo S. Olschki 
                    Un
                      annuario internazionale diretto da Siro Ferrone e Anna Maria
                    Testaverde. Il periodico inizia le sue pubblicazioni nel 2008.  
       
      
      
        Settembre 
        Paola
          Zito, Granelli di senapa all'Indice. Tessere di storia
            editoriale (1585-1700). Pisa-Roma, Fabrizio Serra, 2008 
           Non
            sempre quelli che possono sembrare astuti espedienti, come l'evocazione
            di innocenti metafore vegetali di sapore evangelico, mettono in salvo
            da sospetti e da persecuzioni. Apparati umili, dimessi, come la dedica
            del tipografo napoletano Gian Giacomo Carlino al duca di Monteleone,
            l'8 luglio 1614, di un “granello di senapa” intitolato Breve
              compendio intorno alla perfettione christiana, per la prima volta
            firmato dal suo autore, Achille Gagliardi, potevano forse procurare
            qualche protezione, una più efficace penetrazione del mercato
            editoriale, ma dovevano inquietare, e molto, le gerarchie preoccupate
            dal dilagare di opere “pervase da toni misticheggianti, volte
            a rivendicare deroghe o esoneri, sia pure parziali, dalla Norma”.
            Messaggi “amichevoli”, dispensatori di farmaci dell'anima a
            buon mercato, erano allarmanti per le conseguenze di questo successo
            di opere tanto più
            pericolose in quanto non esplicitamente in contrasto con la dottrina
            ufficiale, in termini di confusione nelle menti semplici e di turbativa
            sociale. 
          Con
            eccezionale acribia Paola Zito, ora docente universitaria, ma a lungo
            bibliotecaria presso la Biblioteca Nazionale di Napoli, investiga su
            autori, editori, ingranaggi produttivi e distributivi, destinatari,
            di un filone editoriale estremamente ramificato e diffuso tra la seconda
            metà del
            XVI e tutto il XVII secolo, in larga parte influenzato dalle tesi
            del sommo teorico del quietismo, l'alcantarino Miguel de Molinos
            (1628-1696), anche se spesso questa era un'etichetta appioppata a
            pubblicazioni di vario genere per comodità e urgenze classificatorie
            degli inquisitori di turno. Il capitolo introduttivo si conclude
            con una scrupolosa e analitica descrizione e lettura delle diverse
            edizioni delle settantacinque opere incluse nell'Index librorum
              prohibitorum, reperite in fonti eterogenee –
            cataloghi o repertori - cartacee o online, dall’autrice definita
            forse troppo riduttivamente “lista segnaletica”. La scelta
            alquanto irrituale di incuneare queste “tessere per un mosaico
            bibliografico” quasi all’inizio del saggio consente di
            confortare con preziosi dati di fatto le riflessioni che seguono su
            diffusione internazionale, tipologia delle opere, formati prevalenti – piccioli
              libri, in dodicesimo per oltre la metà delle notizie censite – su
            fisionomia e biografie di autori, traduttori, tipografi, editori. Una
            realtà
            variegata, ma dai tratti di stupefacente modernità, in cui la
            tascabilità degli esemplari, lo stile amichevole, manualistico,
            l'uso del volgare, risultano particolarmente efficaci nel veicolare
            una religiosità fai-da-te, di cui, allora come ora, c'era evidentemente
            una forte richiesta. Da qui la fortuna –
            oltre cento edizioni ad esempio dal 1659 alla fine del secolo del Christiano
              interiore, - di opere capaci di dare efficaci istruzioni per
                l'uso, per sopportare un'esistenza gravosa e piena di insidie,
            affrontare “una buona morte”, persuasivo conforto a “persone
            triviali”, “poveri marinai, soldati”,
            “sfaccendati”, incapaci di accedere ai “grandi volumi
            di gravissimi, e santissimi autori”, come si esprime nel 1679
            l'agostiniano genovese Antero Maria di San Bonaventura, leggibili “sopra
            una nave, per esempio, o nel posto militare, o a casa alla famiglia” (Pietro
            Gisolfo, A chi legge, in Guida de' peccatori, Napoli,
            Francesco Mollo, 1680-81). 
          Al
            di là dell'esito finale delle misure repressive e censorie,
            probabilmente inferiore alle aspettative, un passaggio della storia
            dell'editoria dagli intriganti risvolti socioculturali, in cui, per
            una volta, gli apparati ecclesiastici sono alle prese con una capacità superiore
            a quella fino allora ostentata dagli strumenti di comunicazione in
            loro possesso, di leggere e dare risposte a bisogni e disagi diffusi
            nella società dell'epoca, tanto da dare luogo a una produzione
            editoriale calcolabile in “centinaia migliaia di copie, forse
            milioni, in circolazione dalla Moldavia alle rive dell'Atlantico”.  
        Giancarlo
          Petrella, Uomini, torchi e libri nel Rinascimento. Udine,
          Forum, 2007 
                Una raccolta
                  di saggi, di cui il primo (dedicato al tipografo-editore bresciano Battista
                  Farfengo) è del tutto inedito, mentre gli altri, già
                  pubblicati in periodici specializzati, sono stati rivisti, ampliati
                  e aggiornati dal punto di vista bibliografico. Di particolare interesse
                  le indagini sulla produzione del bestseller cinquecentesco Descrittione
                    d'Italia di Leandro Alberti, cui lo stesso Petrella aveva già dedicato L'officina
                      del geografo, Milano, Vita e Pensiero, 2004  (vai all'  Archivo
                        delle Nuove accessioni 2005). 
        Libri,
          biblioteche e cultura degli ordini regolari nell'Italia moderna
          attraverso la documentazione della Congregazione dell'Indice. Città del
          Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 2006 
                  Rosa
                    Maria Borraccini e Roberto Rusconi hanno curato la pubblicazione
                    degli atti del convegno internazionale organizzato a Macerata
                    dal 30 maggio al 1 giugno 2006 dal Dipartimento di scienze storiche,
                    documentarie, artistiche e del territorio dell'Università degli
                    studi di Macerata. 
                  “Al
                    centro dell'attenzione sono state poste le valutazioni relative alla
                    circolazione libraria, al possesso e alla conservazione di libri,
                    e ai livelli di cultura attestati nelle istituzioni dei regolari” (Dalla Presentazione ).
                    Un apporto notevole, se non determinante, alle prime conclusioni
                    degli studiosi è venuto dal progetto RICI (Ricerca sull'Inchiesta
                    della Congregazione dell'Indice), che porterà tra l'altro
                    all'informatizzazione e alla piena fruibilità degli inventari
                    delle biblioteche religiose conservati nei 66 ms. Vat. Lat. 11266-11326.   
        Libri,
          e altro. Nel passato e nel presente. Milano,
            Dipartimento di Scienze della Storia e della Documentazione Storica,
            Università di Milano - Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori,
            2006 
                  Dedicata
                    a Enrico Decleva, attualmente rettore dell'Università di Milano,
                    una raccolta di saggi divisa in due parti: la prima sul tema, in
                    epoche diverse, della storia del libro, la seconda su episodi e personalità della
                    storia italiana passata e recente. In particolare nella prima parte,
                    tra gli altri, Giorgio
                      Montecchi ritorna alle origini della stampa a caratteri mobili, Marina
                      Benedetti su “I libri degli inquisitori”, Paola Vismara
                      sulla letteratura di pietà tra Sei e Settecento, Carlo Capra “Sull'edizione
                      nazionale delle Opere di Pietro Verri”, due saggi su riviste
                      novecentesche (Maria Luisa Cicalese su “Lo Stato Moderno”,
                      Maurizio Punzo sulla “Critica sociale”). 
        La
          prima guerra mondiale. Torino, Einaudi, 2007 
                  Nei confronti
                    dell'edizione originale (Encyclopédie de la Grande Guerre
                      1914-1918, Bayard, 2004), diretta da Stéphane Audouin-Rouzeau
                    e Jean-Jacques Becker, naturalmente incentrata su un'ottica prevalentemente
                    francese, l'attuale versione italiana in due volumi affidata a Antonio
                    Gibelli ha apportato tre tipi di modifiche: soppressione di voci
                    troppo legate esclusivamente alla storia francese, integrazione di
                    altre in cui l'Italia era trattata sommariamente, introduzione di
                    nuove voci in cui fosse messa al centro la trattazione della guerra
                    italiana e le sue specificità. Altre integrazioni riguardano
                    necessariamente, per le stesse esigenze, anche le sezioni dedicate
                    alla cartografia e alla bibliografia, mentre l'iconografia, fondata
                    in maniera elettiva su oggettistica e grafica di propaganda, è stata
                    salvaguardata nella sua ispirazione originaria. I contributi degli
                    studiosi che compongono l'opera spaziano dai temi più direttamente
                    interni al conflitto, i fronti, gli eserciti, le trincee, le strategie,
                    le diserzioni, alle ripercussioni sul piano mondiale, i riflessi
                    sulla cultura, le pesanti ipoteche del dopoguerra. 
        Il
          mondo bizantino. Torino, Einaudi 
                  L'edizione
                    italiana di Le monde byzantin, Paris, Presses Universitaires
                    de France, 2004, inizia con il volume L'impero romano d'Oriente
                      (330-641). L'edizione francese era curata da Cécile Morrisson,
                    quella italiana da Silvia Ronchey e Tommaso Braccini. Bibliografia
                    e indice analitico sono stati in parte rielaborati, anche per rendere
                    più agevole la consultazione da parte del lettore italiano.  I
                    prossimi due volumi saranno dedicati a L'impero bizantino (641-1204) a
                    cura di Jean-Claude Cheynet e a L'impero greco (1204-1453) a
                    cura di Angeliki Laiou.  
        Bibliografia
          topografica della colonizzazione greca in Italia e nelle isole
          tirreniche. Pisa, Scuola Normale Superiore –
          Roma, École Française de Rome – Napoli, Centre
          Jean Bérard 
          Per
            la serie Siti dell'opera a lungo diretta dagli archeologi e
            storici dell'antichità Giuseppe Nenci (1924-1999) e Georges
            Vallet (1922-1994), ora affidata, dal 2001, a Carmine Ampolo, sono
            disponibili in Biblioteca i volumi XVII (Rosarno – San Brancato)
            e XIX (Siracusa – Surbo) del 2005, curati da Maria Ida Gulletta
            e Cesare Cassanelli. 
        Le
          vocabulaire technique de la photographie. Paris, Éditions
            Marval – Paris Musées, 2008 
          
        Anne
          Cartier-Bresson ha coordinato i contributi di 33 specialisti ad un'opera
          che “propone una tipologia generale e cerca di definire ogni
          oggetto fotografico all'interno di un gruppo distinto”. Circa
          150 schede sono divise in due sezioni, La materia delle immagini  (positivi
          diretti, negativi e positivi monocromi all'argento, procedimenti
          fotografici non all'argento, fotografia a colore, procedimenti fotomeccanici,
          stampe digitali) e Gli usi, le funzioni, le modificazioni
            delle immagini (i
              termini generici, le tecniche particolari, i trattamenti di modificazione).
              Conclude il volume un'appendice riservata all'Analisi dei materiali
                fotografici 
        Encyclopedia
          of the Blues. New York - London, Routledge, 2006 
           A cura di
            Edward Komara, circa 2100 schede con apparato bibliografico e discografico
            redatte da 140 studiosi di musica, bibliografia e storia e cultura
            americana, ordinate alfabeticamente in due volumi (A-J e K-Z). Sono
            elencate e descritte, a partire dagli antecedenti nella tradizione
            africana e nordamericana, biografie, regioni, storiografia, strumenti,
            economia, stili, tecnica musicale, registrazioni discografiche, titoli
            di canzoni.  
        Charles
          J. Hall, Chronology of Western classical music. New York - London, Routledge, 2002 
          Un repertorio
            della produzione musicale classica occidentale di tre secoli e mezzo,
            dal 1751 al 2000. Anno per anno sono registrate nascite, morti, debutti
            di compositori, strumentisti, cantanti, direttori d'orchestra, festival,
            premi, istituzioni e pubblicazioni musicali, composizioni. L'opera,
            in due volumi (1751-1800 e 1801-2000), è corredata di un Composition
              Index che consente di effettuare la ricerca a partire dal nome
            dei compositori, sotto cui sono elencate le opere.   
        Encyclopedia
          of twentieth-century photography. New
          York-London, Routledge, 2006 
          A
            cura di Lynne Warren, in cinque volumi e 525 schede, un'enciclopedia
            che “introduce
            il lettore alla storia delle innovazioni tecniche sopraggiunte lungo
            il ventesimo secolo, spiega i contributi dei fotografi e li colloca
            all'interno della storia della fotografia, definisce concetti, termini
            e temi nella loro evoluzione nel corso del Novecento e descrive il
            ruolo delle istituzioni e delle pubblicazioni nella costruzione di
            questa storia”.  
        Encyclopedia
          of nineteenth-century photography. New
          York-London, Routledge, 2008 
            A
                  cura di John Hannavy, in due volumi (A-K e L-Z), una panoramica dettagliata
                  in 1197 schede di diversa entità, del secolo che ha visto la
                  nascita, ma anche l'evoluzione tecnica e i primi grandi successi della
                  nuova arte. Oltre a fotografi, inventori, imprenditori, critici, l'opera
                  indicizza voci appartenenti alle seguenti categorie tematiche: profili
                  nazionali e regionali, società, gruppi, istituzioni, mostre,
              pubblicazioni, formati, processi, tecniche e attrezzature, temi.  
        Allgemeines
          Künstler-Lexikon. München-Leipzig, Saur 
          Ultimi
                volumi pervenuti: Vol. 57 (dalla famiglia boema di orafi Göpfert
                al pittore spagnolo Antonio Gomez Feu) e Vol. 58 (dal pittore argentino
                Josè María Gómez de Fonseca allo scultore e
            pittore svedese Willy Gordon). 
             
      
      
        Ottobre 
        Niccolò Tommaseo, Commento alla 'Commedia'. Roma, Salerno Editrice, 2004 
          La Commedia dantesca con il commento del Tommaseo viene pubblicata per la prima volta (Venezia, co' tipi del Gondoliere) nel 1837. L'Edizione nazionale dei commenti danteschi in corso ne ha consentito la ripubblicazione in tre volumi per le cure di Valerio Marucci, che ha fatto ricorso, per delineare l'evoluzione dell'approccio critico di Tommaseo a Dante, alle tre edizioni del 1837, del 1854 (Milano, Reina) e 1865 (Milano, Pagnoni).  
        Vittorio Rossi, Commento alla 'Divina Commedia' con la continuazione di Salvatore Frascíno. Roma, Salerno Editrice, 2007 
            Ancora all'interno della collana Edizione nazionale dei commenti danteschi viene riproposto in tre volumi, a cura di Massimiliano Corrado, il commento degli studiosi Vittorio Rossi (1865-1938) e Salvatore Frascíno (1899-1969), la cui prima uscita, L''Inferno', risale al 1923 (Napoli-Genova-Firenze-Città di Castello, Società Editrice Francesco Perrella), seguita nel 1941 da Il 'Purgatorio' (Genova [etc.], Società Editrice Dante Alighieri) e nel 1948 da Il 'Paradiso' (Roma, Napoli, Città di Castello, 1948). 
        The big book of graphic design. New York, Collins Design, 2007 
          
        Roger Walton ha selezionato e raccolto in un volume di  
          sole immagini una miniera di suggestioni alle quali può ispirarsi liberamente chiunque operi nel campo della grafica pubblicitaria aziendale o commerciale, della comunicazione visiva al servizio di progetti pubblicitari aziendali, artistici, discografici, educativi, editoriali. Le sezioni finali sono riservate all'autopromozione e agli inediti. 
         Carlo Dionisotti, Scritti di storia della letteratura italiana. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2008 
            Quest'anno ricorre l'anniversario della nascita (1908) e della morte (2008) del grande storico della letteratura, trasferitosi in Inghilterra dal 1947, per insegnare prima a Oxford poi al Bedford College della stessa capitale inglese. L'opera più famosa e innovatrice del grande critico e filologo, studioso di letteratura umanistica e rinascimentale, ma anche acuto esegeta della letteratura italiana otto-novecentesca, Geografia e storia della letteratura italiana, viene pubblicata per la prima volta da Einaudi, casa editrice con cui Dionisotti aveva collaborato nell'immediato dopoguerra, nel 1967. Con questo volume Tania Basile, Vincenzo Fera, Susanna Villari danno l'avvio alla pubblicazione di tutti gli scritti sparsi, non compresi in libri da lui personalmente curati. Il piano dell'opera prevede cinque volumi, il primo dal 1935 al 1962, il secondo dal 1963 al 1971, il terzo dal 1972 al 1996, il quarto riservato a Recensioni e altri scritti, il quinto ai Subsidia critici e Indici. 
            In uscita, di Dionisotti, anche gli Scritti sul fascismo e sulla Resistenza, Torino, Einaudi, in parte inediti, raccolti a cura di Giorgio Panizza e, su Dionisotti, Un maestro della letteratura: Carlo Dionisotti tra storia e filologia, Novara, Interlinea. 
        L’Oriente. Storia di una figura nelle arti occidentali (1700-2000). Bologna, Bulzoni, 2007 
            “Nell’Oriente e nelle sue immagini si condensa la grandezza di un luogo ideale nel quale miti fondativi, gesta straordinarie, azioni epiche e vicende tragiche sono ancora possibili, e nello stesso tempo si configura lo spazio di un desiderio libero, regressivo o aggressivo che si traduce in esperienze limite, governate da pulsioni tanto eccessive quanto universali” (Dall’Introduzione al I Volume di Paolo Amalfitano). Attraversando le diverse epoche e temperie artistiche e culturali dell’Occidente, alla luce della lettura di studiosi italiani e stranieri, i topoi dell’Oriente sembrano contrapporre in maniera radicale e inconciliabile, alle culture dominanti in Occidente, un patrimonio contrassegnato dalla totale irrisolvibilità dei contrasti, dall'implicito rifiuto delle mediazioni. 
            All’origine della raccolta dei contributi scientifici in lingua italiana, francese, inglese – dalla letteratura alla musica al teatro al cinema alla pittura all’architettura alle arti minori - presentati originariamente tra 2002 e 2003 in un ciclo di sei seminari, un progetto sullo stesso tema dello stesso Amalfitano e di Loretta Innocenti. I seminari sono stati promossi dall’Associazione Sigismondo Malatesta in collaborazione con l’Università di Napoli “Orientale”, l’Università Cà Foscari di Venezia, l’Università di Roma “La Sapienza”, l’Università IUAV di Venezia, il Centro Romantico del Gabinetto G.P. Vieusseux di Firenze. Un primo volume è dedicato agli incontri del 2002 (dal Settecento al Novecento), un secondo, introdotto da Loretta Innocenti, ai saggi dei convegni del 2003 (il Novecento). Oltre ad un ricco e illuminante corredo iconografico, l’opera offre anche in ogni volume un’aggiornata Bibliografia generale. 
        Répertoire des nouvelles à la main. Dictionnaire de la presse manuscrite clandestine. XVIe-XVIIIe siècle. Oxford, Voltaire Foundation, 1999  
             Ad ulteriore conferma del fatto che l'introduzione di nuove tecniche e supporti nel mondo dell'informazione non produce automaticamente la cancellazione e l'abbandono di quelli precedenti, ma anzi spesso le diverse forme convivano, più o meno ignorandosi o influenzandosi reciprocamente, può essere addotta la lunga vita, almeno fino a tutto il XVIII secolo delle “nouvelles à la main”. Anche quando la stampa è ormai ampiamente introdotta e diffusa, queste “raccolte manoscritte di articoli contenenti informazioni di attualità in ordine cronologico”, continuano ad essere ampiamente diffuse, prevalentemente con forme di abbonamento non dissimili dalle analoghe pubblicazioni a stampa, e influenti. A loro favore giocano evidenti motivi di opportunità, legati alla necessità di sfuggire o contrapporsi apertamente ad un'ufficialità che occupa tutti gli spazi dell'informazione stampata. La tipologia estremamente variegata di questi documenti e la loro conseguentemente spesso difforme collocazione e classificazione ha creato non pochi problemi al gruppo di studiosi coordinati da François Moureau che ha condotto per quindici anni ricerche in biblioteche e archivi di tutta Europa, culminate in questo volume. 
            Chi sono i destinatari, a quali bisogni risponde questo canale recondito, spesso torbido e insidioso, di notizie? Moureau prova a definirli attraverso categorie come quelle degli amatori, soprattutto esponenti delle classi medie, prevalentemente titolari di rendite, i collezionisti, ossessionati da una febbre insaziabile di aggiornamento che sconfina nella bibliomania, i professionisti, divisi per ragioni comprensibili tra politici, diplomatici, poliziotti, gazzettieri. Le distinzioni tra le diverse figure spesso non sono agevoli, anche perché i mezzi diversi si contaminano e si influenzano reciprocamente. 
            Nella foto: Francois Moureau, coordinatore dell'opera 
        Gli italiani in guerra: conflitti, identità, memorie dal Risorgimento ai nostri giorni. Torino, UTET, 2008 
            Scrivere “una storia d'Italia, dagli esordi del processo di unificazione ai nostri giorni, marcata dal suo profilo programmaticamente tagliato nel senso del conflitto”: questo l'intento dichiarato in apertura del primo dei cinque volumi che compongono l'opera dal responsabile della direzione scientifica, lo storico Mario Isnenghi. Un disegno contro corrente, in un'epoca in cui è d'uso vituperare lo scontro, la contrapposizione, demonizzare il conflitto, all'insegna di “virtuosi consigli di riconciliazione, pacificazione, oblio”. Non a caso il sottotitolo rimane lo stesso, mentre il titolo del volume varia in relazione alle epoche mutate (Fare l'Italia: unità e disunità del Risorgimento, Le “tre Italie”, Dalla presa di Roma alla Settimana Rossa. 1870-1914, La Grande Guerra: dall'Intervento alla vittoria mutilata, Il Ventennio fascista, Le armi della Repubblica: dalla Liberazione ad oggi), proprio per difendere la presenza costante e il valore positivo del conflitto, al di fuori delle squallide risse politiche contingenti con cui spesso viene identificato. Il piano dell'opera prevede interventi di decine di autori distribuiti sull'arco di cinque volumi in sette tomi. Per ora sono stati pubblicati e acquisiti dalla Biblioteca il primo volume e il terzo in due tomi, il secondo apparirà entro la fine del 2008.  
        Laurent Mannoni, Histoire de la Cinémathèque française. Paris, Gallimard, 2006 
            Alla vigilia del suo settantesimo anno di vita le è stata assegnata una sede prestigiosa, al numero 51 di Rue de Bercy, in un edificio, in precedenza sede dell’American Center, ridisegnato con accenti espressionisti da Frank Gehry. Il libro racconta le vicissitudini della Cinémathèque française dal 1936, anno della sua fondazione, le difficoltà affrontate nel costituire, alimentare e conservare un patrimonio unico (attualmente 40.000 copie di opere di tutte le epoche e latitudini, ma anche collezioni storiche di apparecchi, costumi, oggetti), nel difenderlo anche durante l’occupazione tedesca e sotto il regime di Vichy. Non sono mancati eventi traumatici a sovrapporsi alle difficoltà gestionali, in particolare gli incendi, come quello che il 3 agosto 1980 distrugge nel deposito di Pontel più di 80.000 bobine, un patrimonio di cui è impossibile anche solo rintracciare una descrizione precisa, anche se è certo che tra il materiale distrutto c’era l’unica copia di lavoro completa di Vanina Vanini di Roberto Rossellini. Meno drammatici fortunatamente gli esiti di un altro incendio che colpirà il 24 luglio 1997 una delle sue sedi più prestigiose, Palais de Chaillot, ottenuta il 5 giugno 1963 grazie alla sensibilità del ministro della cultura André Malraux. Studiosi, grandi registi, non solo francesi, hanno dato il loro contributo a vario titolo a questa storia e hanno frequentato quelle sale con esiti fecondi (nessuna ricostruzione delle origini della Nouvelle vague può prescindere dalla intensissima divorante formazione cinefila di Godard, Truffaut, Chabrol, Rivette, Rohmer nelle sedi di Avenue de Messine 7 o di Rue d’Ulm 29). Tra tutti spicca soprattutto Henri Langlois (1914-1977), suo creatore e animatore per circa quarant’anni a dispetto anche del clamoroso tentativo di estrometterlo dalla gestione nel 1968, fallito grazie alla mobilitazione di tutto il mondo del cinema francese. 
            La Cinémathèque persegue tra le sue attività l’organizzazione di esposizioni come quella dedicata tra 2006 e 2007 a Le cinéma espressioniste allemand, il cui catalogo - Paris, La Martinière, 2006 - è disponibile in Biblioteca.  
            L’indirizzo web:   http://www.cinematheque.fr/fr/la-cinematheque-francaise.html 
             
      
      
        Novembre 
        Vito Castiglione Minischetti, Giovanni Dotoli, Roger
          Musnik, Le voyage français en Italie au XIX siècle.
            Bibliographie analytique. Fasano, Schena – Paris, Editions
              Lanore, 2007 
            Sempre per la collana “Bibliographica” il secondo volume
              della Bibliothèque du voyage français
                en Italie (il primo era dedicato ai viaggiatori del XX secolo). Il
                  diciannovesimo secolo segna la definitiva consacrazione del nostro paese come
                  destinazione privilegiata oltralpe per viaggiatori più o meno prestigiosi: tra
                  rovine, teatri, musei, chiese, panorami naturali, paesaggi urbani  si aggirano
                  presenze eccellenti come Berlioz, Gauthier,  Flaubert, Lamartine, Dumas,
                  Stendhal, ma anche oscuri, a volte ignoti viaggiatori, lasciando tracce
                  memorabili delle suggestioni ricevute in diari, lettere, opere letterarie. 
        PopCamp. Milano,
          Marcos y Marcos, 2008 
             Numero 27 della collana monografica Riga,
              fondata e diretta da Marco Belpoliti e Elio Grazioli, come di consueto di
              carattere monografico. 
            Il Grande dizionario italiano
              dell'uso diretto da Tullio De Mauro – Torino, UTET, 1999 -
                attribuisce al termine “camp” il significato di “frivolo, stravagante,
                artificioso, teatrale”, facendo risalire al 1965 la provenienza dall'area
                anglosassone. Fabio Cleto, nella sua introduzione, Sipario, ne
                  rinviene la presenza in uno scritto di Christopher Isherwood del 1954, The
                    world of evening (la traduzione italiana Il
                      mondo di sera è stata edita in
                        Italia da Milano, Sugar nel 1958).  Se l'origine del lemma rimane alquanto
                        oscura,  gli ambienti, i comportamenti e gli stilemi del “camp” sono
                        inizialmente, tra fine Ottocento e prima metà del Novecento, quelli di un “demi-monde urbano
                          che ospita pratiche e identità sessuali eccentriche, l'Alta Società e un ordine
                          di plausibilità paradossale segnato dal fantastico all'inverosimile”. Negli
                          anni Sessanta, “trasferendosi dal demi-monde europeo
                            di aristocrazie e sottobosco sessuale al proscenio statunitense, come mai prima
                            il 'camp' del secondo Novecento segnava cultura e costume, gallerie d'arte,
                            giornali e scrittura creativa, cinema e musica pop, pubblicità e moda”. Un
                            fenomeno ampio, di segno eterogeneo, al cui interno si collocano a pieno titolo
                            personaggi differenti tra loro a volte in maniera stridente come Oscar Wilde,
                            Madonna, Andy Warhol, David Bowie, la Garbo, Fassbinder, Judy Garland, Pedro
                            Almodóvar, Mae West, Coco Chanel, Bette Davis. Cleto ha allestito i due volumi
                            di cui è curatore in forma di opera teatrale, particolarmente efficace come
                            metafora di un mondo che concepisce la vita come teatro, distribuendo i testi raccolti in tre atti e cinque scene. Il primo atto è
                              riservato alla scrittura del “camp”, il secondo alla scrittura sul “camp”, il
                              terzo a saggi inediti di studiosi italiani su questo tema e su possibili nuovi
                              percorsi. 
        Le età del cinema / The ages of cinema. Udine,
          Forum, 2008 
            Sul tema della possibilità / opportunità di una
                cronologia del cinema, il XIV Convegno Internazionale di Studi sul Cinema
                organizzato dall'Università degli studi di Udine ha ospitato interventi di
                studiosi italiani e stranieri dal 20 al 22 marzo 2007. Enrico Biasin, Roy
                Menarini e Federico Zecca curano la pubblicazione dei testi, divisi in sezioni
        che tengono conto delle problematiche affrontate.  
        Psiche. Dizionario storico di psicologia, psichiatria,
          psicoanalisi, neuroscienze. Torino, Einaudi, 2006 
           Francesco Barale, Mauro Bertani, Vittorio Gallese,
              Stefano Mistura, Adriano Zamperini hanno curato un'opera rivolta soprattutto a
            “studenti e ricercatori che hanno necessità di disporre di uno strumento non
              eccessivamente specialistico, capace di fornire loro ipotesi di ricerca,
              indicazioni di lettura e possibili piste per eventuali approfondimenti e
              prolungamenti del lavoro di indagine”. L'approccio storico al tema della psiche
              tende a registrare e documentare una fase in cui, dalla saldatura tra campi di
              ricerca un tempo separati se non antagonisti, nascono nuove discipline –
            neurobiologia, neuroendocrinologia, neurofisiologia, neurochimica,
            neuropatologia – che hanno a loro volta posto le premesse per la costituzione
              di neuropsicologia, neuropsichiatria, neuropsicoanalisi. Le 250 voci, ripartite
              su due volumi, sono state costruite, chiarisce l'Introduzione di
                Bertani e Mistura, tenendo conto di alcuni principi elementari, relativi
                all'esigenza di mettere in luce, per il campo trattato, il contesto, i
                protagonisti, le eventuali strutture organizzative, i contenuti, gli sviluppi,
                gli esiti. Le voci sono accompagnate unicamente da un impianto di rinvii ad
                altre voci correlate, mentre una Bibliografia generale compare, dopo gli Indici dei nomi
        e degli argomenti, al termine del secondo volume. 
        Le biblioteche private come paradigma bibliografico.
          Roma, Bulzoni, 2008 
          “Le biblioteche private sono le immagini librarie dei
            desideri cognitivi, delle passioni metafisiche e delle esigenze spirituali di
            anime che hanno interrogato e selezionato le memorie collettive, ossia quelle
            prodotte dagli altri uomini, per edificarsi una propria configurazione del
            reale, della verità, e del destino” (Alfredo Serrai). Su questo tema, in
            generale sull'apporto che le biblioteche private possono dare alla
            bibliografia, forse più ancora, argomenta Serrai, delle biblioteche pubbliche,
            si è svolto a Roma un convegno internazionale dal 10 al 12 ottobre 2007. Le
            relazioni presentate, relative a biblioteche private tra italiane e straniere
            tra XVI e XVIII secolo, sono raccolte nel volume a cura di Fiammetta Sabba.         
        Napoléon et Joseph Bonaparte.
          Correspondance intégrale 1784-1818.
            Paris, Tallandier, 2007 
             Per la prima volta raccolta e pubblicata, a cura di
              Vincent Haegele, autore già nel 2006 di una tesi sullo stesso tema presentata
              all'École des Chartes, la totalità dei carteggi finora emersi tra
              Napoleone e il fratello Giuseppe. Un recupero non facile, ostacolato dalla
              dispersione degli archivi privati, ma anche da eventi come  l'appropriazione da
              parte del duca di Wellington, dopo la battaglia di Vitoria del 1813, di due
              bauli di materiali di archivio restituiti alla Francia solo nel 1977. Le 1627
              lettere si aprono con un biglietto di Giuseppe vergato in un italiano malfermo
              nel 1784 e terminano con una lettera, ancora di Giuseppe, del 25 gennaio 1818,
              forse intercettata dagli inglesi, dall'esilio americano di Filadelfia a
              Napoleone, ormai a S. Elena. 
            Una documentazione che può aiutare a fare maggiore luce
              sulla figura di Giuseppe, finora alquanto trascurato dagli storici, a parte gli
              studi di Jacques Rambaud (Lettres inédites ou éparses de
                Joseph Bonaparte à Naples, 1806-1808, Paris, Plon, 1911 e Naples
                  sous Joseph Bonaparte, Paris, Plon, 1911) presenti in
                    Biblioteca. 
            Negli alti e bassi, nelle variazioni d'intensità del
              rapporto epistolare si riflettono vicissitudini umane, di carattere personale e
              familiare, e politiche, prevalenti le prime nella fase iniziale, fino al 1805, largamente
              dominanti le seconde nel periodo napoletano di Giuseppe (1806-1808), il più
              intenso – Napoleone arriverà a spedire al fratello anche cinque lettere nello
              stesso giorno -  in quello spagnolo (1808-1813), che vedrà emergere tensioni e
              risentimenti destinati a protrarsi negli anni della disfatta (1814-1818), anche
              quando Napoleone riterrà di dover di nuovo ricorrere al fratello, nominandolo
              luogotenente generale dell'impero. 
            Haegele analizza gli stili diversi dei due fratelli – più
              vicino Giuseppe, che scrive quasi sempre personalmente, alle forme di “un
              pacifico alto funzionario del Direttorio, colto e amabile nei confronti del
              mondo”, mentre Napoleone “adotta risolutamente il profilo di un capo di stato
              moderno, artefice di una corrispondenza di alta levatura”. 
            Nell'immagine: particolare del ritrdtto di Joseph Bonaparte (François Pascal Simon Gérard, 1810)   
        Vocabolario degli Accademici della Crusca. Como,
          ERA Edizioni, 2008 
            Il 25 marzo 1585 segna ufficialmente a Firenze la
              trasformazione dell'allegra “brigata dei crusconi” in Accademia della Crusca,
              investita del compito di separare nella lingua il fior di farina dalla crusca.
              Quasi da subito – dal 1590 – sotto la spinta decisiva di personaggi come
              Leonardo Salviati, inizia un lavoro fondato sullo spoglio di classici del Decamerone, della Divina
                Commedia, del Canzoniere,
                  successivamente anche di opere di Machiavelli, Berni, Bembo, Ariosto, dello
                  stesso Salviati, su ricerche etimologiche, che culmina nella prima edizione del Vocabolario (In Venezia, Appresso Giovanni
                    Alberti, 1612). L'Accademia ha promosso, con la Era Edizioni, la ristampa anastatica
                    di questa pietra miliare nella storia della lingua italiana, facendola seguire
                    da un volume che raccoglie alcuni saggi sotto il titolo Una
                      lingua, una civiltà, il “Vocabolario” e da un
                        cd-rom con la versione integrale. 
            L'Accademia è presente nel web alla pagina:  http://www.accademiadellacrusca.it 
        Bernard Joubert,
          Dictionnaire des livres et journaux interdits par arrêtés ministériels de 1949
          à nos jours. Paris,
            Éditions du Cercle de la Librairie, 2007 
             Minuzioso elenco di libri e periodici oggetto di
              interdizione amministrativa in attuazione dell'art. 14 della legge del 16
              luglio 1949  “sulle pubblicazioni destinate alla gioventù”. Il legislatore francese temeva
              fortemente, quasi più che i danni causati dalla guerra, gli effetti
              demoralizzanti delle “cattive letture”, ritenute responsabili di un possibile
              incremento della criminalità giovanile. In realtà, soprattutto a seguito
              dell'attività di una zelante “Commissione di sorveglianza e controllo”
              istituita dalla stessa legge per segnalare infrazioni alle autorità competenti,
              gli interventi del ministero dell'Interno hanno colpito circa 4.900
              pubblicazioni, non destinate alla gioventù. 
            L'autore è un giornalista indipendente, da sempre
              impegnato nell'analisi e nella denuncia dei meccanismi censori in particolare
              di quelli esercitati nei confronti di un genere di pubblicazioni, le  bandes
                dessinées, particolarmente prolifico e popolare in Francia. 
        Diccionario histórico de la Compañia de Jesús. Roma,
          Institutum Historicum S. J. - Madrid, Universidad pontificia Comillas, 2001 
            Il progetto risale al 1977, anno in cui l'Institutum
              Historicum Societatis Jesus concepisce il disegno della redazione di un
              dizionario della Compagnia di Gesù. Il lavoro viene avviato nel 1979 e concluso
              il 3 dicembre 2001. Il risultato di più di venti anni di ricerche condotte da
              700 autori, curatori e traduttori, è racchiuso in 4 volumi per un totale di
              4274 pagine e include 5637 biografie e alcune centinaia di articoli sulle
              attività della Compagnia e dell'Istituto. Hanno diretto l'opera P. Charles O'
              Neill e, dal 1993, P. Joaquín Domínguez.   
             
      
      
        Dicembre 
        Encyclopedia of Islam and Muslim World. New York, Macmillan reference
          USA, 2004 
             A cura di Richard C. Martin, in due
              volumi, 504 articoli - tutti entro il limite massimo di 5.000 parole - ordinati
              alfabeticamente, in cui sono presenti biografie di figure rappresentative,
              articoli tematici, definizioni, mappe, un glossario dei termini più usati nel
              mondo arabo-islamico con l’intento di operare una descrizione il più possibile
              completa anche del mondo musulmano e dei suoi apporti alla civiltà occidentale.
              Per ulteriori approfondimenti sul tema, in formato elettronico, accessibile
              dalla rete della Biblioteca: Index islamicus, Leiden, Brill (segnalazioni bibliografiche di articoli e
                pubblicazioni sulla civiltà e cultura arabo-musulmana dal 1906). Dello stesso
                editore, su carta, l'Encyclopédie
                  de l'Islam, 1960-2003. 
        Encyclopedia of Buddhism. New York, Macmillan reference
          USA, 2004 
            A cura di Robert E. Buswell jr.,
              direttore del Center for Buddhist Studies presso l'Università della California,
              un'opera in due volumi che descrive la visione del mondo del buddhismo, i suoi
              insegnamenti e le pratiche, le differenti scuole e sette che ad esso si
              ispirano, le relazioni con altre religioni. In circa 400 articoli sono trattati
              gli aspetti relativi alla letteratura, all’arte, ai santi e ai demoni, agli
              ordini monastici, a riti, feste e cerimonie. Non manca, tenendo conto della
              attuale diffusione planetaria del buddhismo,  il necessario riferimento ai problemi della contemporaneità (buddhismo e
              aborto, b. e tematiche di genere, b. e modernità). Tra le recenti acquisizioni
              di carattere generale sullo stesso tema: Dizionario del buddhismo di Philippe Cornu, Milano, Bruno Mondadori, 2003 (già
                segnalato in questa rubrica) e Buddhismo [a cura di Martin Baumann et al.], Roma, GLF Laterza,
                  2001. 
        Grande Lessico dell'Antico Testamento. Brescia,
          Paideia 
            L'edizione italiana, iniziata nel 1988, del Theologisches
              Wörtebuch zum Alten Testament (ThWAT), fondato da G.J.
                Botterweck e H. Ringgren nel 1973 (Stuttgart,  Kohlhammer) prosegue con l’uscita  dei volumi 6 (nātak-štrt), 7
              (ēt-qorbān), 8 (qārâ – šaddaj), diretti da Heinz- Joseph Fabry e
              Helmer Ringgren, ora pervenuti in Biblioteca. 
            Finora sono stati pubblicati nove volumi (1-8 e 10) del ThWAT , previsto in dieci volumi, mentre è in
              preparazione il nono, dedicato all’aramaico. Nelle voci che compongono il
              dizionario, veri e propri saggi di specialisti, si tende a creare una mappa
              completa dei termini ebraici biblici di rilevanza teologica. 
        Le livre et
          ses espaces.
            Paris, Presses Universitaires de Paris 10, 2007 
             Partendo dall'accostamento tra due termini apparentemente molto
              distanti, almeno nella loro accezione primaria, “spazio” e “libro”, a cura di
              Alain Milon e Marc Perelman, una proposta di viaggio attraverso lo spazio nel libro – la pagina, il testo – per il libro – la biblioteca, la
              collezione – fuori del libro – l'opera d'arte, l'ipertesto. 
            In effetti il libro viene affrontato, nei contributi che
              confluiscono nel volume, prima di tutto “nella sua capacità di provocare e
              produrre spazi che non gli appartengono”, ma che sono sia dentro che fuori del
              libro. All'interno di queste premesse i saggi di studiosi, per la maggior parte
              ricercatori presso università francesi con qualche presenza italiana, esplorano
              territori apparentemente lontani come le immagini nel libro rinascimentale, la
              composizione grafica di Glas di Derrida, le illustrazioni di Tardi per
              Celine, il libro d'artista, i libri utopici di Lévinas o Deleuze, il racconto
              letterario di Perec o del fresco Nobel Le Clézio, il collezionismo del Marchese
              Taccone, il libro interattivo.    
        Gian Pietro Lucini, Il Verso Libero. Proposta. Novara, Interlinea, 2008 
            Pier Luigi Ferro cura l'introduzione e la ristampa
              anastatica, a distanza di ottanta anni, dell'edizione Milano, Edizioni di
              “Poesia“ 1908, di Ragion poetica e programma del verso libero del poeta
              milanese, rivalutato di recente da Glauco Viazzi e Edoardo Sanguineti curatore
              per Einaudi nel 1975 della ripubblicazione di Revolverate e Nuove
                revolverate. Lucini (Milano 1867 - Breglia 1914) consegnò a questo
              saggio, scritto in risposta ad un'inchiesta lanciata da Marinetti, insieme a
              divagazioni logorroiche di carattere  filosofico, storico, il suo pensiero critico in campo letterario, le sue
              feroci polemiche contro i due “vati” D'Annunzio e Carducci. 
        Ruggiero Romano, America Latina. Elementi e meccanismi del sistema
          economico coloniale (XVI-XVIII). Torino,
            UTET Libreria 2007 
            Testimonianza postuma (l'edizione originale messicana, Mecanismo
              y elementos del sistema económico
              colonial americano, siglos XVI-XVIII, è del 2004) di un versante meno noto
              degli interessi e delle ricerche del grande storico, tra gli ideatori e
              coordinatori per l'editore Einaudi dell'Enciclopedia, della Storia
                dell'economia e, con Corrado Vivanti, della Storia d'Italia,
              morto a Parigi il 5 gennaio 2002. Ruggiero Romano, dopo ad aver insegnato per
              quaranta anni, dal 1952 al 1992, presso l'École des hautes études en sciences
              sociales di Parigi, è stato docente di storia latino americana al Colegio de
              México,  perseguendo nella nuova sede
              quell'insegnamento e studio di temi storico economici prima di allora
              prevalentemente rivolto all'Europa dell'ancien régime, e mettendo in
              atto “un'analisi che prima disaggrega i diversi elementi  - popolazione, risorse materiali, forme di
              lavoro, settori produttivi, salari e prezzi, commercio e circolazione monetaria
              – poi li pone in interazione e ne valorizza le forme di comportamento e il modo
              di reagire, per darci alla fine una spiegazione storica comprensibile della dinamica
              della vita economia (Dalla Prefazione Ruggiero Romano: tra l'Europa e
                l'America Latina di Marcello Carmagnani).    
        The Andy
          Warhol catalogue raisonné. London, Phaidon, 2002-2004 
             A cura di Georg
              Frei, Neil Prinz e Sally King-Nero, in due volumi, per un totale di tre tomi,
              l'intera produzione dal 1961 al 1969 – pitture e sculture – dell'artista di
              Pittsburgh, documentata descrivendo i materiali, le esposizioni, gli interventi
              della critica, i possessori delle opere. Sono in preparazione i volumi 3 e 4 ,
              dedicati all'attività negli anni '70 e '80. 
            Indirizzi utili
              nel web: 
              http://www.warholfoundation.org/ 
              http://www.warhol.org/ 
        Cesare Pavese. I libri. Torino, Nino
          Aragno, 2008 
            Volume edito in occasione della mostra tenutasi presso la
              Fondazione Cesare Pavese a Santo Stefano Belbo dal 4 luglio al 4 ottobre 2008,
              in occasione del centenario della nascita dello scrittore. I curatori Claudio
              Pavese e Franco Vaccaneo hanno riproposto e ordinato nelle sezioni tematiche
              della mostra, dall'editoria torinese degli anni '20-'40 alle traduzioni e
              prefazioni, sempre in prima edizione, le opere pubblicate in vita e quelle
              postume, le collane Einaudi e Boringhieri (la famosa “viola”) da lui curate, i
              libri dei suoi più stretti amici e collaboratori. Anche se, come ha
              sottolineato Italo Calvino, “non bastano i suoi libri a restituire una compiuta
              immagine di lui”, i 250 riprodotti  con
              belle scelte grafiche che esaltano le loro copertine o sovraccoperte spesso
              d'autore, dense di suggestioni anche visive, parlano con voce sufficientemente
              chiara ed evocatrice di un'epoca d'oro dell'editoria italiana e di uno dei suoi
              protagonisti ed animatori. La sezione conclusiva Le lettere editoriali a
              cura di Silvia Savioli documenta, attraverso il confronto di Pavese con editori
              e scrittori, la  ricchezza e lo spessore
              di questa sua attività, sempre consapevole che “accade con i libri come con le
              persone. Vanno presi sul serio. Ma appunto per ciò dobbiamo guardarci dal farcene
              idoli, cioè strumenti della nostra pigrizia. Il questo l'uomo che tra i libri
              non vive, e per aprirli deve fare uno sforzo, ha un capitale di umiltà,
              d'inconsapevole forza ... la cultura comincia di qui. I libri non sono gli
              uomini, sono mezzi per giungere a loro; chi li ama e non ama gli uomini, è un
              fatuo o un dannato” (Cesare Pavese, Leggere, in Saggi letterari,
              citato da Silvia Savioli). 
             
      
        
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