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News | Notizie e avvisi | Luis Alberto Crespo

venerdì 9 novembre 2007, ore 16.00, Sala di lettura della Sezione Venezuelana

La Biblioteca Nazionale di Napoli
La Sezione Venezuelana "Simon Bolivar"
La Sezione Americana "J. F. Kennedy"


Il Consolato della Repubblica bolivariana del Venezuela

L. A. Crespo, Tortora che voli alta, copertina

Tortora che voli alta
Incontro con il poeta venezuelano
Luis Alberto Crespo

vincitore del premio di letteratura "i miosotìs" 2006 - sezione latino-americana, indetto dalla casa editrice napoletana d'if di Nietta Caridei. in collaborazione con l'Unione Latina, Direzione Cultura e Comunicazione (Parigi).

Con una introduzione di Nietta Caridei e il commento di Giancarlo Alfano si svolgerà una lettura bilingue a cura dell'Autore e della poetessa-performer Giovanna Marmo.


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C’era una volta
Un pugno di fotografie color seppia, volti segnati da un destino, quello dell’emigrazione, allo stesso tempo personale e collettivo, vicende tristi, talvolta tragiche, tinte dalla nostalgia dell’esilio e di ciò che non accadde, un nome familiare che è anche un fruscio di vesti, Crespo, che risuona  in queste pagine quadrate come ritratti fotografici stinti dal tempo: impressioni che nascono dalla lettura dei versi di Tortora che voli alta del venezuelano Luis Alberto Crespo, nella mirabile traduzione di Andrea Perciaccante (Napoli, d’if, 2007) insigniti del premio Miosotìs, 2006 (sezione latinoamericana) della casa editrice napoletana d’if  in collaborazione con l’Unione Latina (Parigi).

Luis Alberto CrespoTempo imperfetto
Leggendo, sembra davvero di sfogliare un album di vecchie foto,  soffermandosi su visi e corpi fissati da una lunga, paziente posa nello studio di un fotografo, attratti ora dall’imponenza dei baffoni a manubrio di un bisnonno, ora dal muto richiamo degli occhi cerchiati di nero di una lontana parente morta zitella di cui si è perso il nome … Il brivido di destini sconosciuti ma spesso infelici ritorna qui nelle parole sospese sui silenzi del passato di Crespo, nelle sue domande senza risposta.
La magia dei ritratti in parole si compie grazie ad una  lingua ingannevolmente semplice, epigrammatica, dalle cadenze mitiche,  ravvivata dalla fierezza dei nomi lusitani e risonante della musica esotica del tropico nei  toponimi, Rio Tocuyo, Carora, Samaré…
Indubbiamente un illustre precedente è l’Antologia di Spoon River (e prima ancora l’Antologia Palatina):  vi si respira lo stesso clima umido, odoroso di fiori marci,  ma mentre Lee Masters guarda con un misto di malinconia e sarcarmo alla follia delle ambizioni e dei desideri umani tutti irrimediabilmente votati a finire in una buca oscura, qui Crespo interroga rispettosamente i suoi parenti, quasi pervaso da una pietas virgiliana (Perché non mi dicesti che avevi attraversato acque spinose con tuo padre immobile e rigido sul suo cavallo?)  traendo dai visi  e dalle storie che ha sentito narrare in famiglia la vita di coloro che non ha conosciuto ma che tuttavia gli appartengono.
Nei versi torna spesso l’imperfetto, tempo della durata senza fine, tempo del mito e della favola,  che riporta in vita gli avi in uno stato di sospensione dove avviene un incontro impossibile con la propria storia, quella che  forgia prima ancora della nascita. Le immagini, una volta evocate, restano nell’aria come fantasmi: le vecchie zitelle, con la cenere nelle tasche, la bella e torva Carmen con il viso reso più bianco dalla cipria, lo zio con un colpo di pistola nella gamba…
Sono fantasmi che non hanno connotati paurosi, anzi: la strada, le mura della sua casa sono per Crespo il padre nel vestito della festa  che va a farsi registrare al comune per assumere la cittadinanza, preparando quello che ora è suo figlio, un venezuelano a tutti gli effetti  e non più un emigrato, uno sradicato che si è lasciato alla spalle cultura ed identità: il padre immortalato nella foto è diventato stanza dove il poeta resta a sua volta fermo per sempre nell’atto di scrivere, egli stesso quasi impressionato sulla pellicola a futura memoria.

Ritratti di parole
Queste parole, con tutta la loro potenza evocativa e la loro latente malinconia, risuoneranno il giorno 9 novembre (ore 16.00) nella Sala di Lettura della Sezione Venezuelana, che avrà l’onore di ospitare l’autore, Luis Alberto Crespo (per la prima volta a Napoli per la premiazione all’Istituto Cervantes),  insieme ad una lettrice d’eccezione, la raffinata poetessa-performer Giovanna Marmo,  per una suggestiva lettura bilingue accompagnata dal commento di un critico sensibile ed attento alla poesia contemporanea quale Giancarlo Alfano, con la gentile partecipazione di Nietta Caridei, editrice della d’if, che ringraziamo particolarmente per la collaborazione.
L’incontro con questo interessante scrittore venezuelano ha per noi anche il senso di attraversare esperienze che, se  non abbiamo vissuto in prima persona, tuttavia appartengono all’inconscio collettivo di un popolo di emigranti quali noi siamo (chi non ha avuto un parente emigrato in America, che si tratti del Nord o del Sud?). Potremo assaporare quella nostalgia che spesso non sappiamo nominare, una nostalgia per un nessun dove che esiste nella nostra fantasia e nei racconti familiari,  un impossibile desiderio di parlare con persone che non abbiamo mai conosciuto ma il cui sangue ci scorre nelle vene.

Vi aspettiamo.

Lucia Marinelli

foto tratta da Apri la pagina collegata Uney


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