Dalla
presentazione di M. Rascaglia al catalogo della mostra:
La
Napoli di fine secolo accoglie il giovane Benedetto Croce
e lo accompagna, attraverso un lungo arco di tempo, nel suo
itinerario culturale e politico fino agli anni della maturità
segnati dalle tragiche vicende del secondo conflitto mondiale.
Il rito della scrittura introduce il primo di questi percorsi
alla scoperta dei segreti che caratterizzavano le sue intense
giornate di lavoro. Fascicoli con materiali preliminari, abbozzi,
prime stesure, redazioni quasi definitive si alternano in
un gioco di richiami con i percorsi successivi.
Breve ma intenso è il periodo degli studi di storia
napoletana. Sospesa tra erudizione e ricostruzione storica,
la produzione crociana annovera le prime edizioni, rari opuscoli
e testimonia, soprattutto, la lunga attività alla guida
della rivista “Napoli Nobilissima”.
Le stagioni della filosofia costituiscono il filo conduttore
dell’itinerario spirituale di Croce. Dagli autografi delle
grandi opere della filosofia dello spirito si passa alla lettura
di recensioni e postille degli anni ’30 e ’40 per giungere,
con l’identificazione di filosofia e storia, agli interventi
problematici della maturità.
La riflessione sull’idea della storia propone il confronto
con gli scritti inquieti e tormentati degli ultimi anni di
vita, quando la catastrofe del secondo conflitto mondiale
fa riaffiorare angosce antiche che culmineranno nel dramma
dell’imminente fine della civiltà.
Gli studi sulla letteratura italiana offrono varie ed insolite
occasioni di lettura, nelle quali la tradizione dei grandi
autori si intreccia con i preziosi contributi sugli autori
minori e le riflessioni di critica letteraria in un continuo
gioco di suggestioni tra produzione poetica e in prosa.
Documenti d’epoca introducono un tema poco frequentato dagli
studiosi crociani: la partecipazione a riunioni di società
storiche e congressi di varie discipline dagli anni giovanili
a quelli del primo conflitto mondiale.
La nascita della “Critica” e delle riviste fiorentine, dal
“Leonardo” alla “Voce” segna l’inizio di un intenso dibattito
filosofico che viene riproposto nei suoi momenti più
significativi e che culmina con la polemica sull’idealismo.
La lettura di pagine poco note della “Critica” negli anni
’30 ricorda l’isolamento durante il regime, mentre l’ampia
selezione di contributi apparsi sulla stampa quotidiana dal
1943 al 1947 è dedicata al ritorno di Croce all’impegno
etico e politico.
Il rapporto con i suoi editori, Laterza e Ricciardi, offre
di Croce un’immagine quanto mai sfaccettata: con il primo
egli appare rigoroso e severo, con il secondo cordiale e amichevole.
In particolare, l’inedita corrispondenza con Ricciardi consente
di ricostruire vicende poco note della vita culturale italiana
di inizio secolo.
Dell’Archivio Croce si presentano gli autografi, i quotidiani
e la produzione a stampa del Fondo Penta che, insieme al Fondo
Feltrinelli, ha incrementato in questi ultimi anni la raccolta
crociana.
Il volume si chiude con una testimonianza di Arturo Fratta
che rievoca Quel giorno di cinquant’anni fa, quando Napoli
perse il suo filosofo. (M. Rascaglia)