Vincenzo Marulli (1768-1808), aristocratico napoletano di formazione illuminista, è figura poco indagata dalla storiografia architettonica, sebbene sia autore di scritti teorici fra i più interessanti dei primi anni del XIX secolo. Avendo sostenuto la Repubblica Napoletana è costretto all'esilio e ha così l'opportunità di studiare alcuni dei nuovi modelli di intervento e ridisegno del territorio urbano sperimentati in Inghilterra e Germania. Al ritorno a Napoli pubblica due importanti trattati che, oltre ad affrontare per la prima volta nel Regno la questione della progettazione del verde (privato e soprattutto pubblico), costituiscono uno dei primi tentativi di sistematizzare nel nostro paese una disciplina ancora agli inizi, la progettazione urbana. Il volume di Giovanni Menna, prefato da Benedetto Gravagnuolo, ricostruisce la parabola biografica di Marulli, inquadra il suo pensiero nel panorama culturale del tempo e presenta per la prima volta integralmente tutti i suoi scritti teorici, introdotti da un'analisi critica che ne mette in luce il contributo offerto all'elaborazione di una moderna cultura del progetto urbano.