Espansionismo e imperialismo furono gli assi centrali della politica estera di Mussolini.
In questo contesto una speciale attenzione fu rivolta al tema dell'emigrazione e a quelli che dal ’22 in poi si chiamarono “Italiani all’estero”: gli emigrati dovevano essere veicolo di espansione del Fascismo su scala europea e mondiale attraverso la diffusione dell'influenza italiana in campo economico, politico e culturale. E' questa la cornice ideologica entro cui viene formulata e attuata una vasta opera di propaganda del fascismo tra gli Italiani residenti fuori dalla penisola. In particolare in Argentina, il paese sudamericano con la più vasta comunità italiana, si intervenne con un notevole sforzo propagandistico tentando di giungere al controllo delle maggiori associazioni etniche e dei principali quotidiani locali. La diffusione degli ideali fascisti fu promossa attraverso la proiezione di film di regime, la pubblicazione di foto e articoli provenienti dall'Italia su importanti giornali e periodici argentini. Allo stesso tempo vasta eco ebbero le imprese aeree (come quella di De Pinedo e Balbo) e le visite di personaggi di spicco della politica e della cultura italiana, che aprirono la strada a una sorta di scambio culturale tra i due paesi. Nonostante il grande impegno profuso dal regime i risultati non furono quelli sperati. La partecipazione fu di molto inferiore al previsto e il fascismo non riuscì a far breccia tra gli Italiani d Argentina. Quali le ragioni di questi esiti?
Come fu condotta la propaganda? Quale fu il grado di resistenza della comunità italiana ai tentativi di
penetrazione ideologica? Sono queste le domande alle quali Valerio Giannattasio
tenterà dare una risposta nel nostro pomeriggio di cultura latinoamericana.