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News | Archivio 2003 | L'Europa dei poeti
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L'Europa dei poeti
Versi e musica del Novecento


Logo della rassegna: L'Europa dei poeti. Versi e musica del Novecento

Università degli Studi di Napoli Federico Il - Cattedra di Letteratura Comparata (Stefano Manferlotti)

Biblioteca Nazionale - Sezione Brancaccio (Giuseppe Pasino)

Polo delle Scienze Umane e Sociali

Dipartimento di Filologia Moderna

Gruppo musicale Melisma
(Marco Cuciniello, Loredana Mauro, Francesco Petti, Roberto Vacca)

Schede e materiale bibliografico a cura di Francesco de Cristofaro, Giuseppe Episcopo, Stefania Fusco, Anna Marchesano, Anna Nappo

Informazioni: 081 552.10.71


Biblioteca Nazionale di Napoli - Sezione Brancaccio
Università degli Studi di Napoli Federico II

L'EUROPA DEI POETI
Versi e musica del Novecento

11 marzo - 2 aprile 2003
Biblioteca Brancaccio, complesso monumentale di Sant'Angelo a Nilo, Vico Donnaromita 15

Biblioteca Nazionale di Napoli - Sezione distaccata Brancaccio


Calendario della rassegna

11 marzo, ore 16.30
Versi di Eugenio Montale, Thomas Stearns Eliot
Musiche di Claude Debussy, Paolo Conte, Andrew Lloyd Weber

19 marzo, ore 16.30
Versi di Bertolt Brecht, Wislawa Szymborska
Musiche di Hanns Eisler, Kurt Weill, Grzergorz Turnau, Manaam

26 marzo, ore 16.30
Versi di Wlliam Butler Yeats, Jacques Prévert
Musiche di Angelo Branduardi, The Clannad, The Waterboys, Jacques Prévert-Joseph Kosma

2 aprile, ore 16.30
Versi di Federico García Lorca, Konstantinos Kavafis
Musiche di Federico García Lorca-Ricardo Pachón, Alexandros Karozas


«Ai poeti non è concesso di essere mediocri: non lo permettono né gli uomini né gli dei». Più che attuali, le parole di Orazio (Ars poetica, 372-73) sono ineccepibili. Parlando di letteratura, si può discutere all'infinito su ciò che dà forma al cosiddetto canone occidentale, ma non vi è dubbio che solo i grandi resistono all'esame del tempo e ai mutamenti del gusto. Per sua ventura, il nostro continente, che non a caso si chiama "antico", può vantare vere e proprie schiere di poeti la cui opera, nel proporsi come monumento al linguaggio umano, dispensa a piene mani conoscenza e piacere a chi vi si voglia accostare. I protagonisti di questo ciclo di letture ne offrono la più chiara dimostrazione. Sceglierli non è stato agevole, perché non vi è paese europeo che non possa fregiarsi di numerose voci illustri. La selezione, compresi gli abbinamenti, asseconda quindi una traccia sostanzialmente soggettiva, ma non vi è dubbio che ad udirsi saranno le voci di otto altissimi poeti.

Ecco quindi Eugenio Montale (1896-1981; Premio Nobel 1975), la cui "poetica del negativo" sa recare in superficie le più nascoste inquietudini del secolo, e con lui T. S. Eliot (1888-1965; Premio Nobel 1948) che, nel mentre smaschera tutti i miti del Novecento, addita nella letteratura e nell'arte i soli baluardi contro una barbarie sicura dei suoi fini. Seguono il tedesco Bertolt Brecht (1898-1956), nelle cui liriche si addensa «il secco lessico dell'economia dialettica», e la polacca Wislawa Szymborska (1923; Premio Nobel 1996), alla quale va il merito di aver mostrato quanti significati possano scaturire dagli oggetti più semplici se ad osservarli è una mente acuminata come un bisturi. Di Yeats (1865-1939), l'insigne poeta irlandese, si ammireranno i versi governati da una parola possente, indirizzati al suo Paese e al mondo, del francese Prévert (1900-1977) si coglieranno le suggestioni legate ad un lirismo arguto, che rende le sue poesie a un tempo familiari e nuove. Nel quarto ed ultimo incontro, il canto libero dello spagnolo Federico García Lorca (1898-1936), in cui natura, uomo e storia vibrano, per così dire, nell'intera gamma dei loro colori, e il greco Constantinos Kavafis (1863-1933), scelto a chiudere il ciclo perché in lui, più che in altri, si attesta tutto quanto ci lega ad una civiltà che fu madre di tutto il continente.


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