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Monoteismo mediterraneo
Bibbie e corani
Nell'ambito della "Festa del libro e della lettura", organizzata dalla Fondazione Premio Napoli, la Biblioteca Nazionale presenta una mostra di manoscritti, incunaboli e testi a stampa. La mostra rimarrà aperta fino al 27 settembre in occasione delle Giornate europee del patrimonio 2003 indette dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali


Monotoismo mediterraneo - Locandina
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Biblioteca Nazionale di Napoli
Giornate europee del patrimonio 2003 (27-28 settembre)
Fondazione Premio Napoli
- Edizione 2003: Festa del libro e della lettura (23-28 settembre

23-27 settembre, Sala Rari

Monoteismo mediterraneo
Bibbie e Corani

Inaugurazione 23 settembre, ore 10, Sala Rari

Presentazione di Mauro Giancaspro

www.premionapoli.it


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Il direttore della Biblioteca Nazionale di Napoli, in occasione dell'edizione 2003 del Premio Napoli, nello spirito dell'attiva collaborazione con la Fondazione e nella ormai consolidata presenza dell'Istituto nella vita culturale della città, ha inteso sottolineare i valori e i significati del convegno promosso per l'occasione, con una mostra di manoscritti, di incunaboli e di rari testi a stampa allestita nella Sala Rari.
Nei manoscritti esemplati per tramandare la "parola di Dio", allo splendido apparato decorativo volto a illustrare il testo delle Bibbie si contrappone la semplicità delle pagine aniconiche dei Corani arricchite in alcuni esemplari da eleganti ornamentazioni in oro e da preziose legature. Tra gli esemplari delle Bibbie presenti in mostra, particolarmente significativi appaiono:
• la Bibbia Olivetana o Alfonsina, risalente ai secoli XI XII, in elegante scrittura carolina; fu donata dai sovrani aragonesi al convento napoletano di S. Maria di Monteoliveto
• riccamente miniata la Bibbia (sec.XIV) appartenuta a San Giacomo della Marca. Chiamato a Napoli da Ferrante d'Aragona, il santo svolse nella capitale aragonese un'intensa attività - famose soprattutto le sue prediche domenicali nella chiesa di S. Maria la Nova, dove è sepolto - che giustifica la devozione popolare da cui fu, già da vivo, circondato. Due anni dopo la beatificazione (1624) Giacomo fu proclamato compatrono di Napoli; in tale funzione (Napoli annovera oltre 50 patroni) l'immagine del santo è presente anche nella cappella del tesoro di S. Gennaro con una statua in bronzo e con un busto in argento destinato quest'ultimo alle processioni devozionali.
Tra gli incunaboli - nome dato convenzionalmente ai primi prodotti della tipografia dalle origini al 1500 incluso, simili per struttura ai manoscritti coevi (il frontespizio, le note tipografiche, la paginazione compariranno, infatti, nelle edizioni a stampa del cinquecento) - sono da sottolineare alcuni "primati":Scena di un sacrificio. Ms. VI A 3, c. 3v
• la prima edizione della Bibbia con data espressa stampata a Magonza da Johann Fust e Peter Schöffer nel 1462
• la prima Bibbia stampata in Italia, l'edizione edita a Roma nel 1471 da Conrad Sweynheim e da Amold Pannartz
• la prima Bibbia stampata a Napoli, nel 1476, da Mattia Moravo durante il regno di Ferrante d'Aragona che proseguendo nella tradizione di mecenatismo del padre Alfonso favorì il sorgere delle prime tipografie nella capitale
• l'eccezionale impresa tipografica della Bibbia stampata in ebraico a Soncino da Joshua Salomon ben Israel Nathan il 23 febbraio 1488
• la prima Bibbia stampata in Italia con un corredo iconografico (silografie), edita a Venezia - destinata a, divenire nel 1500 la capitale europea dell'editoria - da Boneto Locatello per Ottaviano Scoto l' 8 agosto 1489
• la prima traduzione in italiano della Bibbia (Venezia, Giovanni Rosso per Lucantonio Giunta, giugno 1494)
Tra le edizioni a stampa:
• la prima edizione completa della Bibbia in lingua spagnola, conosciuta coma la "Bibbia dell'Orso" dalla marca tipografica che appare sul frontespizio, apparsa a Basilea per i tipi di Thomas Guarin nel 1569
• la Bibbia in paleoslavo (Ostrow, Ivan Fedor di Russia, 12 agosto 1581) con elegante legatura dal taglio goffrato
• la Bibbia Clementina (Roma, tip. apostolica vaticana, 1592) che costituì il testo ufficiale della Chiesa cattolica.
Tra i Corani:
• l'esemplare più antico posseduto dalla Nazionale; il manoscritto, cartaceo con scrittura in caratteri naskhi è datato al XIV secolo
• l'esemplare in lingua magrebina con intitolazioni cufiche che appartiene al fondo degli "ex Vindobonensi"; si identificano con questa segnatura un gruppo di manoscritti che nel 1718, per ordine di Carlo VI d'Asburgo, furono sottratti per la loro preziosita alle maggiori raccolte conventuali napoletane e portati alla Hoffbibliothek di Vienna. Furono restituiti all'Italia solo alla fine della I guerra mondiale con il trattato di Saint Germain e destinati alla biblioteca di Napoli dove pervennero il 7 giugno 1923;
• l'esemplare, databile al XVII secolo, che affianca al testo coranico preghiere arabe e turche; appartiene al fondo Farnese (che identifica i manoscritti, gli incunaboli e i testi a stampa raccolti dalla famiglia Farnese e pervenuta per eredità della madre Elisabetta Famese a Carlo di Borbone). Le raccolte dei Farnese furono trasferite a Napoli dopo il 1734, anno in cui Carlo ottenne il trono di Napoli.
In pergamena, databile al XV secolo, il manoscritto di Levi Ben Gershom conserva una delle più significative opere esegetiche filosofiche della spiritualità ebraica. Sempre al fondo Farnese appartiene il manoscritto cartaceo databile al XV secolo che raccoglie uno dei più noti commenti al libro di Isaia redatto da David Qimhi.


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