L´indice non è un genere letterario: è un genere funzionale che segue logiche e strutture che vanno via via modificandosi e precisandosi nel tempo. Chi costruiva indici, tematici o onomastici, cercava di aiutare il lettore, anche quando questi non praticava una ricerca consapevole, a individuare un dato da far emergere dal fitto tessuto di un´opera. In questo libro sugli indici in età di stampa manuale, l´analisi della loro utilitas predicata con vari toni e a più riprese si intreccia con storie di persone e torchi, che portano a comprendere i modi e i tempi del loro allestimento e la lettura che di essi si poteva e si può fare ancora. Tra le pagine scopriamo sino a che punto gli indici potessero risultare pericolosi, tanto da essere banditi dalla Chiesa di Roma, o in che modo fossero impiegati a sostegno di opere nei cui meandri ci si poteva perdere – nella Encyclopédie, ad esempio – o come potessero servire agli autori per circumnavigare, come nel caso di Leopardi nello Zibaldone, il mare dei loro pensieri. Maria Gioia Tavoni è nata e vive a Bologna dove insegna Bibliografia e Storia della stampa e dell´editoria nella locale università. Fra i suoi scritti Precarietà e fortuna nei mestieri del libro (2001) e Percorsi minimi (2007). Dirige le collana Lyceum per l´editore Pàtron e, assieme a Paolo Tinti, la collana Bibliografia e storie del libro per l´editore Forni. |