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Percorsi bibliografici | Un libro al mese | La Société typographique de Neuchâtel
Un libro al mese
Percorsi bibliografici


Le rayonnement d'une maison d'édition dans l'Europe des Lumières: la Société typographique de Neuchâtel, 1769-1789. Actes du colloque organisé par la Bibliothèque publique et universitaire de Neuchâtel (Neuchâtel, 31 octobre - 2 novembre 2002). Textes publiés par Robert Darnton et Michel Schlup avec la collaboration de Jacques Rychner.

La Société typographique de Neuchâtel
di
Valerio Cacace


Frédéric-Samuel Ostervald in una incisione di Abraham-Louis GirardetLa fortuna di una casa editrice nella memoria culturale di un’epoca, prima ancora della qualità e del successo della sua produzione, può risiedere nella ricchezza dei suoi archivi e nella loro più o meno totale accessibilità. La Société typographique de Neuchâtel è stata attiva solo dal 1769 al 1789, avrebbe avuto comunque un suo posto non proprio marginale nella storia del libro a stampa, assicurato da un marchio di riconosciuta autorevolezza nella circolazione delle idee illuministe. Ma una documentazione di 50.000 lettere, libri di contabilità e manoscritti vari, recuperata nel 1932, quando ormai era data per dispersa, da André Bovet, direttore della Bibliothèque de la Ville de Neuchâtel, dopo lunghe trattative con gli ultimi detentori, il libraio Bindschleder di Losanna e soprattutto i proprietari del castello della Grande Rochette, già dimora settecentesca di Abram Bosset-de-Luze, uno dei direttori della STN, risulta determinante non solo per illuminare l’attività della casa editrice, ma per descrivere da un’angolatura privilegiata “l’insieme della produzione e della diffusione del libro francese verso la fine dell’Ancien Régime”. Adesso un volume raccoglie, a cura di Robert Darnton, Michel Schlup e Jacques Rychner, gli atti di un colloquio organizzato a Neuchâtel dalla Bibliothèque Publique et Universitaire e dalla Facoltà di Lettere della locale Università dal 31 ottobre al 2 novembre 2002 sul tema “Le rayonnement d’une maison d’édition dans l’Europe des lumières: la Société Typographique de Neuchâtel 1769-1789”.
“Le carte della Société Typographique de Neuchâtel (STN) sono le sole in cui si possa studiare il libro in tutti gli aspetti della sua esistenza, dagli ordinativi di inchiostro e di carta fino alla diffusione di testi a stampa in tutta l’Europa”, sosteneva Robert Darnton in Les livres prohibés aux frontières: Neuchâtel, in Histoire de l’édition française, Tome II. E i diversi contributi presenti nel volume confermano la ricchezza delle informazioni che ancora continuano ad emergere dallo scavo degli archivi, dall’organizzazione del lavoro nella tipografia (Jacques Rychner, Le travail de l’atelier), ai retroscena della tiratura di opere prestigiose come la Description des arts et métiers de Neuchâtel (Alain Cernuschi e Madeleine Pinault Sørensen), alla rete di lettori e diffusori a livello europeo della STN (tra cui anche Renato Pasta, Les échanges aves l’Italie), alla pirateria editoriale (La science de la contrafaçon di Darnton).
Il principale direttore della STN, Frédéric-Samuel Osterwald (1713-1795) è un facoltoso esponente della borghesia locale, autore di opere di carattere storico ed economico, di manuali di geografia di carattere scolastico ancora in uso a metà Ottocento. A 56 anni possiamo immaginarlo al vertice di una brillante carriera politica ed economica, alla ricerca di nuove gratificazioni. Oratore affascinante, tanto da meritarsi l’appellativo bouche d’or, è stato direttore del Collège de Neuchâtel, segretario della esclusiva Société du Jardin, borgomastro della città, all’epoca sotto il dominio prussiano. Il neoeditore investirà nella nuova impresa una consumata esperienza imprenditoriale mettendola al servizio di quelle che gli appaiono come elevate finalità culturali.


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Tra le sue prime iniziative, la costruzione di una rete continentale di corrispondenti in grado di offrirgli tutti gli apporti necessari per un’oculata pianificazione della produzione editoriale, secondo una tecnica che attualmente sarebbe definita market research. A loro, per la maggior parte librai perfettamente al corrente delle predilezioni del pubblico, viene spesso chiesto un parere determinante sull’opportunità o meno di una pubblicazione. Certo, la prima edizione di un manoscritto si può considerare una sfida, un rischio difficilmente calcolabile, in questo caso bisogna fare affidamento sul fiuto, sulla fama consolidata degli autori, sul modo in cui sono presentati in catalogo e sull’interesse che può suscitare la loro produzione. Talora accade che gli interessi commerciali si incontrino con quelli degli autori alla ricerca di spazi per la diffusione libera delle loro idee: molti autori francesi – Mercier, Mirabeau, Raynal, D’Holbach, Voltaire – offrono infatti ad editori disponibili la loro produzione “sovversiva” per sfuggire alle rigidità della censura in atto nel loro paese. Spesso queste opere appaiono, come Des lettres de cachet et des prisons d’État del 1782 di Mirabeau con il falso luogo di stampa Hambourg benché pubblicate a Neuchâtel, per depistare ulteriormente i mastini della censura. Il catalogo della STN del 1787, alla vigilia della grande rivoluzione, prevede comunque molte di queste opere, tra le 1700 presenti. Per completare l’offerta, è in circolazione, affidato a mani e cervelli capaci, anche un catalogo manoscritto di testi di forte contenuto erotico, destinato ad amatori disposti a sborEdizioni e documenti della Société typographique de Neuchâtelsare qualsiasi prezzo. Lo scandalo, la trasgressione, sono da sempre potenti motori per incrementare le vendite, e Osterwald non esita a farvi ricorso senza particolari scrupoli nella sua politica editoriale. Dove invece i suoi corrispondenti lo sorreggono sapientemente, in un dibattito continuo e documentatissimo, è su un altro impegnativo e lucroso versante, quello delle edizioni contraffatte, tema dell’intervento di Darnton La science de la contrefaçon. La produzione delle versioni pirata di testi già editi da altri è ampiamente garantita da una certa condizione di impunità, almeno di chi la mette in atto, grazie all’assenza al di fuori dell’Inghilterra, dove dal 1710 è in vigore la legge della regina Anna, di una vera e propria legislazione sul copyright. D’altra parte, il privilegio reale concesso dai monarchi francesi non supera i confini territoriali e ha alla base una filosofia del tutto diversa, anche di carattere censorio. La graziosa e florida città di Neuchâtel, così vicina ad un paese percorso da feconde tensioni politiche e culturali come la Francia della fine del XVIII secolo si trova nella condizione giusta – la censura locale, conclude Michel Schlup, L’édition neuchâteloise des lumières, benché esistente, era abbastanza facile da aggirare, un’autonomia politica nei confronti del rigido regime prussiano era relativamente consolidata - per investire sagacia imprenditoriale e commerciale in progetti di penetrazione negli avidi mercati continentali del consumo intellettuale.
Osterwald saggia con molta prudenza il terreno, stipula un’alleanza con altri editori elvetici, Serini di Bâle e la Société Typographique di Berne che prevede l’obbligo di dividersi la manifattura delle contraffazioni e la vendita di libri provenienti da un fondo comune, si preoccupa di sottoporre i suoi piani editoriali all’approvazione di coloro che egli ritiene più esperti – ancora nel 1771 si definisce un “apprendista” – e in possesso di tutte le informazioni necessarie per evitare lo spettro della giacenza di copie invendute. Il fattore tempo è determinante in questa spesso frenetica corrispondenza: le contraffazioni devono sfruttare l’onda di un successo, la qualità pessima della stampa, della carta deve servire, oltre che a tagliare i costi, ad una veloce circolazione che anticipi eventuali ristampe “legali”. Non manca comunque, all’interno della pianificazione di una vera e propria florida industria del plagio, l’ostentazione di nobili e disinteressate motivazioni: a proposito della possibilità di stampare un piccolo best-seller tra gli addetti ai lavori, il Traité des bêtes à laine dell’Abate Claude Carlier già apparso a Parigi nel 1770 in una lussuosa edizione in quarto riccamente illustrata, Osterwald in una lettera dello stesso anno al libraio olandese Gosse, considera che “da una parte una tale opera è di una utilità generale e dall’altra che l’alto prezzo dell’edizione parigina non permette che a un piccolo numero di persone di acquistarla”, per cui “saremmo orientati a ristamparla subito in ottavo e senza figure di cui crediamo che si può tranquillamente fare a meno per oggetti che ciascuno ha quotidianamente sotto gli occhi”. Eppure Gosse, titolare con Daniel Pinet di una importante libreria distributrice con sede all’Aia e clienti in tutta Europa, boccia senza appello questa proposta, come boccia ad esempio quella del Droit des gens di Emer de Vattel, perché i librai di Leyda hanno acquisito attraverso la prima edizione il diritto di copia, e Gosse, che non esita ad associarsi alla contraffazione dei libri stampati in Francia, rispetta patriotticamente il diritto dei suoi colleghi olandesi. Purché non si perda di vista il pubblico, naturalmente. E Gosse risolve a modo suo con estrema lucidità il dilemma di sempre della politica editoriale, terreno di scontro da sempre tra intellettuali da una parte e manager dall’altra, ricerca della qualità culturale o del primato nelle vendite: “È indispensabile, Signori, oggi seguire il gusto del secolo, il gusto del pubblico, nelle imprese. Gli studiosi su questo si sbagliano spesso. Un libraio, che deve rientrare nelle spese, giudica meglio il gusto del pubblico di quanto possa fare uno studioso”.

1) La copertina del volume
2) Frédéric-Samuel Ostervald in una incisione di Abraham-Louis Girardet
3) Edizioni e documenti della Société typographique de Neuchâtel


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Robert Darnton

Le rayonnement d'une maison d'édition dans l'Europe des Lumières: la Société typographique de Neuchâtel, 1769-1789. Actes du colloque organisé par la Bibliothèque publique et universitaire de Neuchâtel (Neuchâtel, 31 octobre - 2 novembre 2002). Textes publiés par Robert Darnton et Michel Schlup avec la collaboration de Jacques Rychner.
Neuchâtel, Bibliothèque Publique et Universitaire – Hauterive, Éditions Gilles Attinger, 2005

Nella foto: Robert Darnton, uno dei curatori del volume


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