Libri e letture
Percorsi bibliografici
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Donne, libri,
astri e animali. Un tesoro di battute a soggetto / Ramón Gómez
de la Serna
di
Mauro
Giancaspro
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«Una
biblioteca piena di libri dall’alto in basso, e per di più di
libri catalogati, fa aprire la bocca in uno sbadiglio inaudito, da
cane ozioso»; «Il più grande desiderio del segnalibro è smarrirsi
tra le pagine come un pesce nella sua vaschetta». Sono due
paradossali e surreali battute di Ramón Gómez de la
Serna, pescate in un delizioso libricino pubblicato qualche anno
fa dalla Biblioteca del Vascello, casa editrice che ha coraggiosamente proposto autori poco
o per niente conosciuti in Italia, talvolta ignoti anche alle enciclopedie,
come l’ucraino Sigizmund Kržižanovslij, il portoghese Álvaro
do Carvalhal, il castigliano José Jiménez Lozano. Principio
guida nella scelta delle opere: brevità del testo e velocità di
lettura, gusto dell’assaggio raffinato piuttosto che nutrimento
da pasto completo, sorpresa e piacere della scoperta
inaspettata, in una parola, divertimento. Il divertimento è condensato
in libricini che raramente raggiungono le cento pagine per lo
svago di meno di un’ora. Nel 1993 esce Donne, libri, astri
e animali. Un tesoro di battute a soggetto; battute sorprendenti,
talvolta irriverenti, sempre divertenti.
Incomprensibile francamente la scarsa conoscenza in Italia di Ramón Gómez
de la Serna (Madrid 1888 – Buenos Aires 1963),
amatissimo dagli Spagnoli che lo chiamano ancora semplicemente, quasi
confidenzialmente, Ramón, come l’amico di sempre. La lettura
di questi fulminanti “pensieri” è probabilmente la prima e
più agevole via per avvicinare questo prolifico scrittore che attraversa
impetuosamente futurismo e cubismo, dirige la rivista Prometeo ereditata
dal padre, riunisce ogni sabato al madrileno caffè Pombo letterati,
poeti, pittori, viaggia inquieto in Europa portandosi a Lisbona, a Parigi, a
Napoli e in Sud America.
Greguería (ovvero
chiasso, baccano, baraonda, gazzarra) è la definizione che l’autore
dà alle
sue brevissime battute, aforismi in forma di epigramma, di gusto
dissacrante e iconoclasta. Ne creò a migliaia, nei suoi scritti,
nei suoi articoli, nel corso degli incontri nelle sue irrequiete
serate. Nel 1955 ne pubblicò una raccolta, Total
de greguerías, a Madrid presso Aquilar. Questa ormai
rara edizione della Biblioteca del Vascello ne propone una
stringata selezione.
Il
libro è il salvagente della solitudine
La
X è la sedia pieghevole dell’alfabeto
Le
parentesi cadono dalle ciglia dello scrivente
Quelle
due lettere della macchina da scrivere che s’allacciano e
s’accavallano per aria rivelano il proprio amore
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Più che
aforismi, dei quali non hanno mai l'arcigna supponenza didascalica,
le greguerías sono creazioni immediate e non premeditate
di un visionario che stravolge la realtà più banale,
scoprendo in essa una nascosta poesia, e che, come egli stesso disse,
rappresentano la fatale esclamazione dello spirito e delle cose nell’imbattersi
l’uno con le altre. Potrebbero definirsi graffiti di un ubriaco
che animano l’inanimato, irrefrenabili visioni di un bambino,
fiabesche, fantasiose, surreali.
Santiago
Prieto Delgado, introducendo un’antologia di greguerías del
cinquantennio 1910-1960, scrisse di esse che avevano la stessa immediatezza «dell’istantanea,
della fotografia senza trucchi, dell’obiettivo adoperato senza
doppiezza, anzi con ingenuità e innocenza».
Ognuno dei suoi epigrammi in prosa, pur nella paradossale struttura
del nonsenso, ha l'attendibilità e la plausibilità disarmante
di una metafora, di una fiaba, di un sogno, di una sorpresa, «il
gufo è la lampada sul comodino da notte del bosco» o,
ancora, «il grillo misura le pulsazioni della notte».
Ironia e umorismo colorano di fantasia le banalità del
quotidiano, «Dopo aver aperto un libro col tagliacarte ci
sentiamo come barbieri che hanno appena finito di radere un cliente».
Altrettanto surreali e sognanti, ma alla fine
naturali e possibili, le riflessioni ispirate dal fascino femminile
e dalla vulnerabilità dell’uomo rispetto all’avvenenza
di una donna, «Quando la donna si liscia molto le calze sembra
che stia per prendere il volo»,
oppure, «Se vi trema
il fiammifero nel far accendere una donna, siete perduti». «Quando
la donna dorme, la sua chioma è la medusa del mare del sonno».
Non mancano suggestioni che rimandano
all’immaginario futurista di prima generazione «La luna
sul mare è aviatore, palombaro»,
funamboliche fantasie come «Il pipistrello è un uccello
poliziotto» o
imprevedibili giochi scaturiti da similitudini, «Le vacche
imparano la geografia guardandosi l’un l’altra le loro
macchie bianche e nere»,
accanto a fantasiosi e sognanti immaginazioni, «Il
libro che schiaccia il fiore tra le sue pagine lo converte in farfalla».
Probabilmente la lettura di queste battute
a soggetto potrà indurre a saperne di più, a
conoscere più da vicino questo straordinario scrittore e
a leggere di Ramón il rutilante Circo o l’irriverente
e sorprendete Seni, pubblicati in Italia da Dall’Oglio, e
a scoprire, infine, il rapporto tra lo scrittore spagnolo e
Napoli, città «dove – le parole sembrano ricordare
una delle sue greguerías - la vita si percepisce
come un imperituro imbrunire, non come cosa che passa ma come una
civetteria dell’eternità».
Immagini:
1. da http://webs.demasiado.com/ltamargo/rgdlserna.html
2. Disegno di Ramón da Donne, libri, astri e animali
3. da http://www.zbp.univie.ac.at/gj/goliath/seudo.htm
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Ramón Gómez de la Serna
Donne, libri, astri e animali.
Un tesoro di battute a soggetto
A cura di Danilo Manera
Roma, Biblioteca
del Vascello, 1993
(I Vascelli) |
©
Biblioteca Nazionale di Napoli (febbraio
2007)
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di Napoli (Ministero per i Beni e le Attivitŕ Culturali). E' concessa la
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