A
fogli volanti d’epoca è affidata la rievocazione
delle vicende che scandiscono l’ingresso di Garibaldi
a Napoli
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“Il
primo bisogno dell’Italia era la concordia per raggiungere
l’unità della grande famiglia Italiana; oggi
la Provvidenza ha provveduto alla Concordia con
la sublime unanimità di tutte le province
per la ricostituzione Nazionale: per l’Unità
essa diede al nostro paese VITTORIO EMMANUELE che
noi da questo momento possiamo chiamare il vero
Padre della patria Italiana […].
Dunque i dissenzienti d’ una volta, che ora sinceramente
vogliono portare la loro pietra al patrio edifizio,
noi li accoglieremo come fratelli. Infine rispettando
la casa altrui, noi vogliamo essere padroni in casa
nostra, piaccia o non piaccia ai prepotenti della
terra”
G.
Garibaldi, Programma, Salerno, 7 settembre
1860
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“Signori,
Noi dobbiamo creare un esercito di 200.000 uomini.
Io apprezzo e stimo molto i volontari, nondimeno
amo meglio nominar colonnello un capitano leale
che conosca bene il suo mestiere che un avvocato
[…].
Ma Re per Re, preferisco Vittorio Emanuele, il quale
ci condurrà un giorno tutti contro gli Austriaci,
a Francesco Borbone che pone Italiani contro Italiani
[…]”
G.
Garibaldi, Ai
militari napoletani, s.a. [Napoli], s.d.[1860] |
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“Alessandro
Dumas il più illustre romanziere del secolo,
l’amico della libertà dei popoli, è
sul suo Yacht l’Emma ancorato a S. Lucia. Ha depositato
presso il Comitato una lettera del Dittatore Garibaldi
dove si leggono le seguenti parole: “Raccomando
a’ miei amici l’illustre amico mio Alessandro Dumas.
Firmato – G. Garibaldi”.
Le raccomandazioni dell’Eroe del nostro secolo ci
rendono mille volte più caro il nome del
generoso francese che si dichiara figlio adottivo
d’Italia”
Comitato
unitario nazionale, “Bollettino della rivoluzione”,
s.l. [Napoli], 27 agosto s.a. [1860]
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