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Percorsi bibliografici | Giuseppe Mazzini | Gli scritti


Negli anni postunitari particolare rilievo assume l'ideale repubblicano che si affianca agli altri principii ispiratori del programma politico, ribaditi con forza da Mazzini fino all' ultimo periodo della sua vita


Bisogna che il Governo diventi istituzione educatrice di libertà e progresso. Bisogna che il Governo senta d'essere l'incaricato della Nazione per promuovere, in tutti i rami dell'attività individuale e collettiva, l'applicazione e lo sviluppo d'un principio che racchiuda in se' l'unita' della patria [...]. Bisogna che non esista cagione per la quale il Governo possa avere interessi, motori diversi dal fine e dal bene comune. Bisogna che quanti compongono il governo siano tutti mallevadori del fine , e responsabili delle opere loro.
Governo siffatto ha nome
REPUBBLICA.
Ed è l'unica soluzione possibile al problema che affatica l'Italia. I più ne sono in fondo del core convinti, ma per diverse ragioni ne tacciono. Noi lo diciamo.

G. Mazzini, Manifesto dell'Alleanza repubblicana, 1866, in Scritti politici editi ed inediti, v. LXXXVI (Politica, v. XXVIII), Imola, Galeati, 1940, p.42

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“Ogni esistenza ha un fine. La vita, la vita umana ha coscienza d’averlo: è dunque missione per raggiungerlo, battaglia perenne contro gli ostacoli che l’attraversano, azione incessante sulla via che conduce ad esso. L’ideale è fuori di noi, supremo su tutti noi; non è creazione, è scoperta dell’intelletto. La legge che dirige quella scoperta ha nome PROGRESSO; il metodo col quale il progresso si compie è l’associazione delle facoltà e delle forze umane. Un disegno educatore provvidenziale assicura la conquista del fine; ma il tempo e lo spazio sono dati alle opere nostre, campo di libertà, di responsabilità, quindi per ciascuno di noi. La scelta nostra sta fra il male ch’è l’egoismo e il bene che è l’amore portato da noi ai nostri fratelli, il sagrificio per essi. Le facoltà per iscegliere, per intendere le vie del progresso, furono poste in noi: gli stromenti per incarnare in atti il pensiero e inoltrarci a poco a poco nella realizzazione del disegno d’educazione, sono le istituzioni sociali. […] Monarchia, patriziato, sacerdozio sono strumenti della nazione, mutabili a seconda dei tempi e della maggiore o minore potenza che è in essi, finché il popolo intiero, iniziato alla coscienza e all’intelletto del principio, non ne diventi l’interprete progressivo”

G. Mazzini, La Reforme intellectuelle et morale di Ernesto Renan, “Roma del popolo”, 7 marzo 1872

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