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Felix Guattari, Il capitale mondiale integrato. Bologna, Cappelli, 1982.

Che essa non vale nulla o che non è arrivato il momeno… ‘72/’78… Dieci anni un pezzo di vita… Dalla nuova filosofia al maggio istituzionale, dal maggio rampante all’implosione sociale … ed Alice in aprile. (citazione nell’Introduzione di Eric Alliez).

“Tutto si disfa, nel processo di enunciazione come tutto si disfa, allo stesso tempo, all’ombra del Capitale Mondiale Integrato: dal fallimento dei codici e delle territorialità sussistenti allo spostamento del limite interno - ogni passaggio di flusso è una deterritorializzazione, ogni spostamento del limite, una decodificazione: alchimia complessa della continuità nella rottura assoluta, della crisi come “mezzo immanente al modo di produzione capitalista” … Lungi dall’aver sigillato il destino storico del capitalismo, il limite col quale si scontra il movimento di estensione geografica dei capitalismi deterritorializzati non sarà altro che il segnale di una multideterritorializzazione del capitalismo su se stesso, irriducibile alla bella figura marxiana dell’espropriazione della borghesia da parte della borghesia stessa”. Transizione verso imperialismi intensivi che dipendono da una matrice semiologica a-significante, i cui enunciati operativi - o assiomi - entrano come pezzi delle concatenizzazioni di produzione, di circolazione e di consumo. L’assiomatizzazione del capitalismo mondiale integrato non è fondata su analisi ideologiche: fa parte del suo processo di produzione”.
(Dalla quarta di copertina).