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Collettivo 33, Per l’emancipazione. Critica della normalità, Napoli, Cronopio, 1997.

Viene definito dall’editore “il manifesto politico di un gruppo di filosofi napoletani in polemica con il desiderio di normalità della sinistra di governo, per un nuovo concetto di emancipazione che intende sottrarre la politica al dominio dell’economia”. Sempre nel ’97, presso Cronopio, il Collettivo 33 ha pubblicato una postfazione all’opera di Jacques Derrida, Cosmopoliti di tutti i paesi, ancora uno sforzo! intitolata Nostra compagna clandestina glossa utilizzata per legare la parola filosofica e la questione dell’immigrazione.
“Il politico oscilla tra la figura dell’amministratore, del contabile o di chi appresta le condizioni per un ‘buon’ conto, o quella del sovrano, di colui che dichiara lo stato di emergenza e inaugura uno spazio in cui è assoluto il potere sulla vita. Questa oscillazione del politico tra il linguaggio dell’economia e quello della sovranità, tra una subalternità linguistica e un’enunciazione autonoma generatrice di dispotismo, è tipica del nostro tempo e non è un fenomeno congiunturale. Linguaggio del calcolo ed enunciato della sovranità - lo stato di emergenza - si intrecciano così strettamente che è impossibile separarli.
Nell’economico agisce un’istanza di sovranità e nella sovranità un’istanza di calcolo. L’economico ha bisogno della sovranità - il politico - per funzionare e la sovranità si esercita per ‘calcolare’ la società. Questa immanenza della sovranità all’economia e viceversa rende conto dell’assunzione sempre più frequente di compiti politici da parte dei nuovi funzionari del Capitale e del diffondersi degli enunciati economici nei discorsi dei politici”.
(Dalla quarta di copertina).