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Vanda Monaco, La contaminazione teatrale. Momenti di spettacolo napoletano dagli anni cinquanta a oggi. Bologna, Patron editore, 1981.

Laureata all’Università di Roma, Vanda Monaco, allieva di Giovanni Macchia nel 1969 ha costituito con Gian Maria Volonté un gruppo teatrale di strada che diede spettacoli nel centro storico di Roma, fra il 1975 e il 1980 è stata consigliere regionale per il PCI e presidente della Commissione cultura e lavoro del Consiglio Regionale della Campania.
Dalla quarta di copertina di La contaminazione teatrale si legge: “Questo lavoro costituisce la prima riflessione organica sul teatro a Napoli fra il 1955 e il 1979. Non una cronaca, né una rassegna ma una trattazione dei problemi. “Si è fatta la scena - scrive l’autrice - più limitata e limitante: lo spettacolo, e quindi il lavoro dell’attore, mestiere o professione, il testo teatrale nella prospettiva dello spettacolo, il rapporto platea-palcoscenico. Senza mai velare che nello spettacolo c’è la città. E’ una questione importante, altrimenti non si può comprendere perché il teatro a Napoli realizza i suoi momenti migliori quando è teatro del malessere, della follia, della non-felicità; quando invece il teatro occulta il malessere complessivo mediante l’esaltazione e rappresentazione di una morale ottimistica, diventa meccanicità sentimento che si rattrappisce nel patetismo, comicità sganasciante e caricaturale”.
Da questo angolo visuale sono stati considerati alcuni aspetti dell’attività di Eduardo e della professione comica dalla sceneggiata a Peppino De Filippo a Nino Taranto alle generazioni successive e alla continua emigrazione di uomini di teatro. La regia a Napoli è stata quasi sempre capocomicato a parte alcune eccezioni. Fra queste Roberto De Simone che costituisce il momento teatrale più complesso degli ultimi anni perché il suo teatro si fonda consapevolmente sulla contaminazione fra le due culture che hanno tradizionalmente prodotto spettacoli a Napoli: la cultura popolare arcaica e la cultura dei ceti medi con i loro splendori e le loro miserie.
Dalla contaminazione fra queste due culture nascono i momenti migliori del teatro napoletano. In tale prospettiva si colloca l’attività dei gruppi teatrali che nel corso degli anni Sessanta, e in parte dei Settanta, hanno posto a contatto esperienze europee o statunitensi con forme culturali propriamente napoletane creando una originale contaminazione fra Brecht e Pulcinella, Artaud e Petito, Karl Valentin e la lezione di Eduardo, il Seicento elisabettiano e il sentimentalismo strappacore, Mejerchol’d e il gesto della cultura plebea dei vicoli. L’attività del Teatro Esse, del Theatre Alfred Jarry, della Libera Scena Ensemble, del Teatro dei Mutamenti, di Chille de la Balanza e di altri gruppi viene qui per la prima volta esaminata come momento organico alla vicenda culturale della città. Sull’attività dei gruppi si dà in appendice una folta e in gran parte inedita documentazione: materiali non rifiniti, strumenti di lavoro, e in questo consiste il loro maggiore interesse.