Gilles
Deleuze, La filosofia critica di Kant. Napoli, Cronopio,
1997
Quest’opera
ha visto la prima edizione in Francia nel 1963, considerata uno
strumento prezioso è stata pubblicata, dopo più di trent’anni, da
Cronopio con il contributo del Ministero francese degli Affari Esteri.
L’anno dopo la morte dell’autore, avvenuta nel 1996, la stessa casa
editrice napoletana ha pubbicato di Deleuze, Pericle e Verdi.
“Un fine della natura è un fondamento di possibilità; un fine ultimo
è una ragione d’esistenza; uno scopo finale è un essere che ha in
sé la sua ragione di esistere. Ma chi può essere scopo finale?
Soltanto colui che può farsi un concetto dei fini; solo l’uomo in
quanto essere ragionevole può trovare il fine della sua esistenza
in se stesso. L’uomo in quanto è colui che cerca la felicità? No,
perché la felicità come fine lascia insoluta la questione: perché
l’uomo esiste (in una “forma” tale per cui si sforza di rendere
felice la sua esistenza)? […] Il problema di uno scopo finale nell’atto
della creazione (a che scopo l’esistenza del mondo e quella
dell’uomo stesso?) oltrepassa qualsiasi teologia naturale e non
può nemmeno essere da essa concepito”.
(Dalla quarta di copertina)
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