Perverso
controverso, a cura di Matteo d’Ambrosio. Napoli, Shakespeare
& Company, 1981.
“Contro
il progressivo occultamento del lavoro critico, la mortificazione
dei valori testuali, il finto boom, i festivals che hanno privilegiato
l’autore come personaggio, le poetiche intimistiche e consolatorie,
la poesia più recente invita a spostare l’azione sui testi, a riprendere
la riflessione sulle responsabilità della pratica di scrittura.
Queste esigenze e l’avversione per le omologazioni interessate hanno
caratterizzato la formula organizzativa di un recente festival e
suggerito i criteri di questa raccolta, che vuole documentare, in
un eterogeneo panorama i modelli e strategie linguistiche, la continuità
e il rinnovamento del fare poetico” (dalla quarta di copertina).
“Consideriamo sostanzialmente falso il cosiddetto boom della poesia
negli anni Settanta, consumatosi soprattutto al di fuori delle librerie,
in un paese di per sé privo di una coscienza letteraria di massa.
(…) La ripresa c’è stata con un aumento della produzione di testi
e di libri pubblicati, ma questo non si è tradotto in una effettiva
espansione sociale del discorso poetico”, si legge nella premessa.
Il volume vuole offrire al pubblico che ha seguito il secondo festival
internazionale della poesia, tenuto a Napoli nel settembre del 1981,
la possibilità di continuare il rapporto con l’autore iniziato in
quell’occasione, di verificare le coordinate della sua attività,
di conoscerne meglio l’opera e meditare su alcune indicazioni critiche
che sono sembrate particolarmente intriganti.
A documentare la continuità e il rinnovamento del fare poetico in
questa antologia sono presenti, anche con brevi note biografiche:
Franco Capasso, Franco Cavallo, Luigi Compagnone, Francesco Leonetti,
Mario Lunetta, Eugenio Miccini, Raffaele Perrotta, Felice Piemontese,
Edoardo Sanguineti, Maria Luisa Spaziani, Gianni Toti, Sebastiano
Vassalli.
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