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Fondo librario "Soggettività femminile"
Teca delle nuove accessioni 2007

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Daniela Padoan, Le pazze. Un incontro con le madri di Plaza de Mayo, Milano, Bompiani, 2005

“Ci chiamavano le pazze, e qualcuno pensava che fosse un’offesa. Certo, ci mettevano dentro tutti i giovedì, e noi ritornavamo. Ci dicevano, eccole lì, le pazze. Le arrestiamo e loro ritornano. Ma noi sapevamo di essere pazze d’amore, pazze dal desiderio di ritrovare i nostri figli ... E poi, perché no? un po’ di pazzia è importante per lottare. Abbiamo rovesciato il significato dell’insulto di quegli assassini. Non ci offendeva più che ci chiamassero pazze. Per fare quello che abbiamo fatto, quello che continuiamo a fare, dobbiamo essere un po’ pazze. La follia è importante. A volte sono proprio i pazzi, insieme ai bambini, quelli che dicono la verità.” Sono le parole di Hebe de Bonafini, presidente delle Madri argentine di Plaza de Mayo - un gruppo di donne, semplici casalinghe abituate ad assistere all’attività dei figli senza porsi troppe domande, cresciute nel rispetto delle autorità costituite - che, dopo il golpe militare del 24 marzo 1976, ebbero il coraggio di sfidare la dittatura e conquistare la piazza, decise a ritrovare i figli scomparsi. Solo in seguito seppero che i militari avevano sequestrato e ucciso trentamila oppositori politici, ragazzi e ragazze torturati nei campi di concentramento clandestini disseminati in centinaia di luoghi insospettabili nell’intero paese, gettati in mare con i ‘voli della morte’.

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All’inizio si erano rivolte ai giudici, ai commissari, ai parroci, agli avvocati, agli esponenti politici, per scoprire di essere circondate da un muro di complicità, paura e indifferenza. Furono le porte che si videro chiuse in faccia, o aperte con subdola condiscendenza per carpire ulteriori informazioni, a dar loro la misura del potere che le soverchiava e a spingerle in quella Plaza de Mayo che avrebbe dato loro il nome, a dar vita, di fronte al palazzo presidenziale, alla storica marcia che continuano da ventotto anni, ogni giovedì. […] Forti solo del fazzoletto bianco che si annodavano sotto il mento, delle fotografie dei figli appese sul petto, seppero inventare varchi con il proprio stesso corpo per far sapere al mondo quello che accadeva sotto una dittatura che voleva invece mostrarsi, ben diversamente da quella degli stadi cileni di Pinochet, capace di una transizione alla democrazia. […] Madri non più dei singoli figli, ma simbolicamente di tutti i trentamila scomparsi, fecero della maternità una forza capace di tenerli in vita per sempre, mettendo in scacco gli assassini e i torturatori ancora comodamente annidati nelle nicchie del potere. Dopo aver vissuto un’esperienza abissale che le ha tenute per quasi trent’anni in presenza della morte senza accettarla, le Madri di Plaza de Mayo hanno fatto del dar vita un potere irrevocabile. […] “Se noi donne ormai vecchie, tutte tra i settanta e i novant’anni” dice Beba Petrini “possiamo venire qui ogni giorno, magari qualcuna un po’ malferma, col bastone - e se dobbiamo andare a una marcia, ci andiamo, se dobbiamo uscire di notte a fare un discorso, lo facciamo - allora tutto si può fare. Quella che adesso si occupa della rassegna stampa è una madre di novantadue anni. Stiamo mettendo molte cose su internet perché, è chiaro, dobbiamo stare al passo con i tempi, però tutto questo è inamovibile, resta, e dimostra che quando uno fa quello che vuole e quello in cui crede, e quando sogna, nonostante possa avere molti anni e avere sofferto molto, be’, allora … sii felice, puoi, cammina e fai. Questo siamo noi Madri.” […] Le pazze è il risultato di un incontro, che in quanto tale non pretende di essere esaustivo; è piuttosto un racconto di quello che ho visto ed ho imparto ad amare […] Non un racconto sulle vittime, ma un racconto sulla resistenza della vita della morte, del dar vita sulla morte, del dar vita materno sul dar morte dei regimi. (da: Premessa, pp. 7-10)

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Daniela Padoan collabora con “Il Manifesto” e con la rivista “Via Dogana”; ha lavorato come autrice per Rai Educational e per RadioRai. Tra i suoi libri, Miti e leggende del mondo antico (Sansoni 1996) e Come una rana d’inverno. Conversazione con tre donne sopravvissute ad Auschwitz (Bompiani 2004). Ha curato Il cuore nella scrittura. Poesie e racconti delle Madres de Plaza de Mayo (Ediciones Asociación Madres de Plaza de Mayo 2003) e ha realizzato un documentario sulle Madri di Plaza de Mayo su Rai 3.

Dall’indice: Premessa; All’inizio erano casalinghe; 24 marzo 1976: il golpe; Il sequestro; Il silenzio e l’indifferenza; Nascono le Madri; Il fazzoletto bianco; I campi; Il mondo si rovescia; “Ci chiamavano le pazze”; L’invenzione del materno; La democrazia; Né oblio né perdono; La relazione con le altre; L’internazionalismo; Le Madri oggi; La scrittura e la memoria; Postfazione; Bibliografia.

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