Emma
Scaramuzza, La santa e la spudorata. Alessandrina Ravizza
e Sibilla Aleramo. Amicizia, politica e scrittura, Napoli,
Liguori, 2004
La storia
dell’amicizia
tra la filantropa Alessandrina Ravizza (1846-1915) e la scrittrice
Sibilla Aleramo (1876-1960), entrambe impegnate in un progetto
di libertà femminile e di rinnovamento sociale, è il
filo conduttore di un’indagine rigorosa e partecipe che
illumina l’evoluzione dell’intellettualità femminile
tra Otto e Novecento. L’analisi dell’intreccio
tra amicizia politica e scrittura, basata sull’esperienza
di una molteplicità di figure (tra cui spiccano Anna
Kuliscioff e Giacinta Pezzana, Ersilia Majno e Maria Montessori,
Linda Malnati e Eleonora Duse) è un contributo originale
alla storia del femminismo italiano, del quale rivela le intense
e articolate relazioni che l’hanno intessuto all’inizio
del secolo scorso. Coniugando privato e pubblico, personale
e politico, memoria e storia, l’autrice rintraccia nel
passaggio da una generazione all’altra di «donne
nuove» un continuum di pensiero e pratica femminile
che agisce, con intermittenze e corrispondenze, in un tempo
di lunga durata, dotando di radici e senso il presente.
Emma
Scaramuzza, ricercatrice di Storia contemporanea presso l’Università Statale
degli Studi di Milano, ha studiato in particolare temi legati
alla Spagna nel Novecento e alla storia delle donne e delle
relazioni di genere. Ha pubblicato saggi su varie riviste storiche
fra cui: Memoria, Storia in Lombardia, Italia contemporanea,
Rivista di storia contemporanea, Giornale di storia contemporanea,
Nuova Rivista Storica. Ha tradotto e curato il volume di María
Milagros Rivera Garretas, Nominare il mondo al femminile.
Pensiero delle donne e teoria femminista, Editori Riuniti,
1998.
(dalla quarta di copertina)
Agli
inizi degli anni ‘80,
quando venni a conoscenza dell’amicizia tra Alessandrina
Ravizza e Sibilla Aleramo, testimoniata da una regolare e duratura
corrispondenza, sulle prime fui sorpresa. Perché all’epoca
le immagini che di loro aveva definito la storiografia erano
idealmente antagoniste: la prima era la «santa laica» per
eccellenza, erede del romanticismo ottocentesco, la seconda
il prototipo della scrittrice femminista, moderna e «liberata».
Che cosa avevano da dirsi due donne così distanti? (p.
3)
Attraverso la messa a fuoco della loro amicizia e della rete
di relazioni che ne fecero da sfondo o da terreno, è stato
possibile cogliere il comportamento e le strategie individuali
della Ravizza e dell’Aleramo in un contesto allargato.
E non soltanto le loro biografie ne risultano illuminate, ma
anche il passaggio di esperienza e di saperi tra generazioni
di donne «nuove» tra Otto e Novecento: comincia
insomma a intravedersi un anello forte di genealogia intellettuale
femminile. (p. 17)
Come mettono in luce recenti studi, la trama dei movimenti
politici femminili, e non soltanto di quelli tra Otto e Novecento, è fatta
di relazioni personali che «storicamente una specialità più di
donne che di uomini». «Ciò che la relazione
a due apporta al politico è il senso, il senso libero,
detto da chi sta in relazione, non da poteri superiori di nessun
tipo». (pp. 20-1)
Per restare all’ambito di questo lavoro, io ho potuto
rendermi conto come sul piano della profondità, dell’intensità e
della qualità, le amicizie che costituirono l’intelaiatura
del movimento politico delle donne tra Otto e Novecento, non
avevano nulla da invidiare a quelle del movimento delle donne
degli anni Settanta, al contrario.
Fu soltanto sul finire dell’Ottocento che l’amicizia
tra donne cominciò ad essere percepita dall’opinione
pubblica italiana come un fenomeno nuovo e preoccupante. Ciò accadde
parallelamente allo sviluppo del terziario e di nuove opportunità lavorative
- nelle scuole, nelle poste, nell’assistenza - e soprattutto
alla diffusione di un associazionismo femminile con forti connotati
di emancipazione. La presenza pubblica e la mobilità femminile
di alcune élites femminili urbane acquistarono
un’evidenza così inedita da suscitare inquietudine
e allarmismi. (p.23)
Dall’indice: Introduzione; L’incontro; Alessandrina:
una libera pensatrice; Rina: una femminista «nuova»; Essere
madre, essere donna; Un gioco di specchi; Educare,
curare, elevare; Approdi (1906-1908); Sessualità e
amore; Passaggi d’epoca (1908-1910); Il
confronto con la modernità; Nella differenza,
amiche; Una rete a maglie larghe; Intermittenze
e corrispondenze.
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