Letizia
Argenteri, Tina Modotti. Fra arte e rivoluzione,
Milano, Franco Angeli, 2005
Il
percorso umano e conoscitivo di Tina Modotti (1896-1942),
fotografa e militante politica, si articola in fasi ben
distinte, nel corso delle quali la protagonista acquista
dimensioni drammatiche sino ad assumere un ruolo quasi
di vittima degli eventi storici. Nella sua breve vita la
Modotti, emigrata dalla nativa Udine nel 1913 alla volta
prima della dorata California e poi del luminoso Messico, è un
personaggio accattivante nella sua complessità,
reso spesso un mito dalle precedenti biografie che tendono
a trascurare alcuni aspetti politici salienti. Letizia
Argenteri “legge” la Modotti alla luce degli
eventi storici: il periodo italiano di fine secolo, l’emigrazione
friulana negli Stati Uniti d’America, la California
dei bohémiens, il Messico degli anni venti, l’Unione
Sovietica del regime stalinista e la Spagna dilaniata dalla
guerra civile. Attingendo a fonti mai utilizzate prima:
la stampa degli emigrati italiani della costa americana
occidentale, i documenti della Fondazione Istituto Gramsci
e della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, e gli archivi
della Hoover Institution, della Fondazione J. Paul Getty
e della Geisel Library della UCSD (University of California
in San Diego); l’autrice separa il mito dalla realtà,
sviluppando l’intreccio di una vita vissuta intensamente
fra arte e rivoluzione.
Letizia Argenteri è professore di Storia nel Dipartimento
di Social Sciences al San Diego Mesa College e scholar affiliata
all’UCLA Center for the Study of Women di Los Angeles.
Nativa di Bollate (Milano), è laureata in Lingue e Letterature
Straniere a Milano.
Inoltre ha studiato Storia cultural-intellettuale all’UCLA
(University of California in Los Angeles), dove ha ottenuto
un Ph.D in Storia europea. Tra le numerose pubblicazioni, che
trattano il nazionalismo, D’Annunzio e la musica, il
rapporto di Pirandello col fascismo, il colonialismo italiano
e il concetto di storia e memoria, ricordiamo Il re borghese.
Costume e società nell’Italia di Vittorio Emanuele
III (Arnoldo Mondadori, 1994). Il testo sulla Modotti,
pubblicato in versione inglese col titolo Tina Modotti: Between
Art and Revolution (New Haven/Londra, Yale University
Press, 2003), è stato definito dal Library Journal «rigorosissimo
e molto accurato nella ricerca e interpretazione dei dati storici» e «la
migliore biografia della Modotti».
(dalla quarta di copertina)
Nel 1896,
quando il mondo attraversava il periodo di ebbrezza e di
follia che puntualmente accompagna ogni fine secolo, a Udine
nasceva una donna, Assunta Adelaide Luigia Modotti Mondini.
Tina, come si chiamò tutta la
vita, sarebbe senza dubbio caduta nell’oblio se non si
fosse trovata, quasi immersa, in una serie di eventi di natura
politica, artistica e sentimentale, eventi tortuosi e contorti
spesso più grandi e più complessi della sua
minuscola persona. La sua vita a volte sembra una leggenda
creata da un mago non si sa bene se burlone o malvagio. Ma
tutto ciò che avvenne nella vita di Tina è vero,
e storicamente documentato.
Nella recensione di un libro sulla Modotti, un famoso giornalista
italiano la paragonò a Misia Sert, Lou Salomé e
Dolores Ibárruri, la famosa Pasionaria, chiedendosi
perché una donna fuori dal comune come Tina non fosse
mai divenuta un mito. È evidente che al nostro giornalista
era sfuggita la bibliografia del soggetto, perché la
Modotti non solo divenne un mito, ma riuscì ad andare
oltre il mito. In effetti uno dei maggiori problemi con cui
ci si scontra quando si ricerca la sua vita, è proprio
la difficoltà di separare il mito dalla realtà.
(da: Prefazione, p. 15)
Collegamenti
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