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Fondo librario "Soggettività femminile"
Teca delle nuove accessioni 2007

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Letizia Argenteri, Tina Modotti. Fra arte e rivoluzione, Milano, Franco Angeli, 2005

Il percorso umano e conoscitivo di Tina Modotti (1896-1942), fotografa e militante politica, si articola in fasi ben distinte, nel corso delle quali la protagonista acquista dimensioni drammatiche sino ad assumere un ruolo quasi di vittima degli eventi storici. Nella sua breve vita la Modotti, emigrata dalla nativa Udine nel 1913 alla volta prima della dorata California e poi del luminoso Messico, è un personaggio accattivante nella sua complessità, reso spesso un mito dalle precedenti biografie che tendono a trascurare alcuni aspetti politici salienti. Letizia Argenteri “legge” la Modotti alla luce degli eventi storici: il periodo italiano di fine secolo, l’emigrazione friulana negli Stati Uniti d’America, la California dei bohémiens, il Messico degli anni venti, l’Unione Sovietica del regime stalinista e la Spagna dilaniata dalla guerra civile. Attingendo a fonti mai utilizzate prima: la stampa degli emigrati italiani della costa americana occidentale, i documenti della Fondazione Istituto Gramsci e della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, e gli archivi della Hoover Institution, della Fondazione J. Paul Getty e della Geisel Library della UCSD (University of California in San Diego); l’autrice separa il mito dalla realtà, sviluppando l’intreccio di una vita vissuta intensamente fra arte e rivoluzione.

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Letizia Argenteri è professore di Storia nel Dipartimento di Social Sciences al San Diego Mesa College e scholar affiliata all’UCLA Center for the Study of Women di Los Angeles. Nativa di Bollate (Milano), è laureata in Lingue e Letterature Straniere a Milano.
Inoltre ha studiato Storia cultural-intellettuale all’UCLA (University of California in Los Angeles), dove ha ottenuto un Ph.D in Storia europea. Tra le numerose pubblicazioni, che trattano il nazionalismo, D’Annunzio e la musica, il rapporto di Pirandello col fascismo, il colonialismo italiano e il concetto di storia e memoria, ricordiamo Il re borghese. Costume e società nell’Italia di Vittorio Emanuele III (Arnoldo Mondadori, 1994). Il testo sulla Modotti, pubblicato in versione inglese col titolo Tina Modotti: Between Art and Revolution (New Haven/Londra, Yale University Press, 2003), è stato definito dal Library Journal «rigorosissimo e molto accurato nella ricerca e interpretazione dei dati storici» e «la migliore biografia della Modotti».

(dalla quarta di copertina)

Nel 1896, quando il mondo attraversava il periodo di ebbrezza e di follia che puntualmente accompagna ogni fine secolo, a Udine nasceva una donna, Assunta Adelaide Luigia Modotti Mondini. Tina, come si chiamò tutta la vita, sarebbe senza dubbio caduta nell’oblio se non si fosse trovata, quasi immersa, in una serie di eventi di natura politica, artistica e sentimentale, eventi tortuosi e contorti spesso più grandi e più complessi della sua minuscola persona. La sua vita a volte sembra una leggenda creata da un mago non si sa bene se burlone o malvagio. Ma tutto ciò che avvenne nella vita di Tina è vero, e storicamente documentato.
Nella recensione di un libro sulla Modotti, un famoso giornalista italiano la paragonò a Misia Sert, Lou Salomé e Dolores Ibárruri, la famosa Pasionaria, chiedendosi perché una donna fuori dal comune come Tina non fosse mai divenuta un mito. È evidente che al nostro giornalista era sfuggita la bibliografia del soggetto, perché la Modotti non solo divenne un mito, ma riuscì ad andare oltre il mito. In effetti uno dei maggiori problemi con cui ci si scontra quando si ricerca la sua vita, è proprio la difficoltà di separare il mito dalla realtà. (da: Prefazione, p. 15)

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