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Fondo librario "Soggettività femminile"
Teca delle nuove accessioni 2007

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Graziella Bernabò, Per troppa vita che ho nel sangue. Antonia Pozzi e la sua poesia, Milano, Viennepierre, 2004

La poesia di Antonia Pozzi, intellettuale milanese morta suicida a soli ventisei anni nel 1938, fu sottovalutata nel pur aperto ambiente culturale da lei frequentato, mentre, negli anni Quaranta, suscitò l’interesse di Montale e Parronchi. In tempi più recenti è stata clamorosamente riscoperta da un vasto pubblico e dalla critica, sia in Italia che all’estero, grazie alla progressiva pubblicazione delle opere pozziane, conclusasi con la recentissima uscita degli ultimi inediti (Antonia Pozzi, Poesia, mi confesso con te, a cura di Onorina Dino, Milano, Viennepierre, 2004).
In questa nuova biografia critica la travagliata vicenda umana di Antonia Pozzi è ricostruita in tutti i possibili risvolti con un appassionante andamento narrativo, ma anche con un particolare rigore filologico e storico nell’utilizzazione di tutti i documenti disponibili e delle numerose, e spesso inedite, testimonianze. Costante è inoltre nel libro l’attenzione alla sua straordinaria poesia, nella quale la notevole elaborazione formale non mette mai in ombra il vibrare dell’esperienza di vita da cui essa è scaturita.

Graziella Bernabò, dopo la laurea in Lettere si è perfezionata in Letteratura italiana presso l’Istituto di Filologia Moderna dell’Università degli Studi di Milano. Insegnante di scuola media superiore, si occupa da tempo di letteratura contemporanea italiana e straniera. Suoi saggi e articoli sono apparsi su “Acme”, “Studi Novecenteschi”, “Italianistica”, “Confini”, “Uomini e libri”, “Materiali di Estetica”, “Quaderni di Via Dogana”. Ha pubblicato Invito alla lettura di Landolfi, Milano, Mursia, 1978 e Come leggere “La Storia” di Elsa Morante, Milano, Mursia, 1991. Da alcuni anni si interessa prevalentemente di scrittura femminile.

(dalla seconda e quarta di copertina)

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Non è facile raccontare la vita di una donna. E non solo per l’inevitabile soggettività che interviene in qualunque biografia, ma anche e soprattutto per il rischio, maggiore rispetto alla ricostruzione di una storia maschile, di cedere alla tentazione di schemi interpretativi meccanici e di luoghi comuni.
La storia ufficiale, la “Storia” con la “S” maiuscola, che Elsa Morante definiva con giusta perentorietà nel sottotitolo di una delle sue opere più celebri «uno scandalo che dura da diecimila anni», e la cultura, che in essa si inquadra, sono filtrate, tanto dalle donne più semplici quanto da quelle più originali e creative, attraverso esperienze e pensieri che hanno a che fare con la loro specifica emozionalità, con il loro stare nel mondo appunto come donne e non come uomini.
Arte e vita, in coloro che hanno lasciato una traccia di sé, sfuggendo all’oblio che nel passato era solitamente inscritto nel destino femminile, vanno perciò rintracciate, più che nei rimandi a vicende clamorose o nell’adesione a movimenti culturali ben definiti, nelle pieghe di vite spesso difficili e fraintese, e nelle particolarità di linguaggi poco allineati con quelli dominanti nelle epoche e negli ambienti in cui esse operarono. […] Di fronte a versi di così intenso impatto emotivo come quelli di Antonia Pozzi, viene spontaneo interrogare anche la sua vita, intensa ma breve, e da lei volontariamente conclusa nel dicembre 1938, all’età di ventisei anni, su un prato di Chiaravalle, ai bordi cioè di quella Milano nella quale il prestigio e la ricchezza della famiglia avrebbero potuto consentirle un’esistenza agiata e facili consensi, se non si fosse giocata interamente con quella «sincerità e follia dei puri» di cui parlò sulla rivista “Corrente” Enzo Paci dopo la sua morte. E dunque naturale domandarsi chi era veramente Antonia, com’erano il suo volto e la sua voce, quali luoghi frequentava, in che cosa credeva, quali persone amò più profondamente e da chi fu amata, perché la sua poesia fu sottovalutata nell’ambiente culturale milanese degli anni Trenta in cui la poetessa era inserita. (da: Premessa pp. 9-10)

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