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Percorsi bibliografici | Giuseppe Mazzini | La vita


"Io rifiuto [di lasciare il Paese] perchè non mi sento colpevole, né artefice di pericoli al Paese, né macchinatore di disegni che possano tornargli funesti; [...] perché il desiderio [dell' allontanamento] viene, non come Voi credete. dal Paese - dal Paese che pensa, lavora e combatte intorno alle insegne di Garibaldi - ma dal Ministero Torinese, verso il quale non ho debito alcuno, e ch'io credo funesto all' Unità della Patria; da faccendieri e gazzettieri senza coscienza d' onore e di moralità nazionale, senza culto fuorché verso il Potere esistente qual' esso sia, e ch' io, per conseguenza, disprezzo; e dal volgo dei creduli inoperosi, che giurano, senz' altro esame, nella parola d'ogni potente, e ch' io, per conseguenza, compiango"
Lettera di G.Mazzini a G. Pallavicino, Napoli, 6 ottobre [1860]


Espressione del clima che si respirava in Italia in quei giorni è la vignetta apparsa sulle pagine del
"Fischietto", nell'agosto 1860

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Cavour fra Rivoluzione e Diplomazia


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