«Ho
trascorso a Napoli gran parte della mia vita – scriveva
Ernesto Pontieri in data 25 gennaio 1971 nella lettera di donazione
del suo fondo librario indirizzata al direttore della Biblioteca
Nazionale di Napoli – e
ad essa mi sento legato con cuore di figlio. Ho lavorato in questa
città per lunghi decenni nel campo da me prescelto per
vocazione e che ritengo di aver servito con sentimento non di
altro ansioso che di bene servirlo […] Ho mirato nell’ambito
delle mie specifiche attività e ristrette possibilità al
progresso morale e civile delle giovani generazioni con le quali
mi sono incontrato, vedendo in esse la mia terra quale essa è stata
e quale ho desiderato che fosse […] A testimonianza di
questi miei sentimenti io lego in eredità alla Biblioteca
Nazionale di Napoli, in cui idealmente mi è caro configurarmi
Napoli e il Mezzogiorno, i miei libri: è l’unico
bene materiale che amo sulla terra e faccio voti che essi possano
spiritualmente giovare a quanti in avvenire vi potrebbero ricorrere
[…]».
Non
si trattava di parole retoriche. Chi – come lo scrivente – ha
avuto la fortuna di poter esaminare i tanti volumi donati da
Ernesto Pontieri ed il vario e pregevole materiale contenuto
nelle miscellanee del fondo (estratti di saggi, opuscoli, piccole
monografie, fascicoli di periodici), che forse ne costituisce
il patrimonio più tipico e significativo, percepisce immediatamente
la sincerità e l’autenticità di queste parole.
Attraversare il mondo di cultura che fu caro ad Ernesto Pontieri,
immergersi nel suo universo librario significa anche spaziare
in un orizzonte che abbraccia molti secoli di storia italiana
ed europea e particolarmente di storia dell’Italia meridionale,
talvolta riviverne momenti ed eventi che riteniamo confinati
per sempre nel passato ed invece sono stati determinanti per
il nostro presente. E significa farlo ripercorrendo i tanti minuscoli
rivoli che hanno contribuito a determinarli: la storia dei paesi,
delle comunità, dei grandi personaggi, gli intrighi diplomatici,
le testimonianze della letteratura, i conflitti religiosi. La
storia del passato è anche quella del presente, uno storico
indaga il passato anche per spiegare il presente e questo senso
profondo di continuità fra le varie fasi, fra passato
e presente, è qualcosa che si può percepire in
maniera mirabile, navigando nel mare magnum del Fondo
Pontieri.
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Jaime
Vicens Vives, Juan II de Aragon (1398-1479). Monarquia
y revolución en la España del siglo XV,
Barcelona, Editorial Teide, stampa 1953; F. Pontieri C
1128 |
Enrico
Mastrobuono, Castellaneta dalla metà del sec. XIV
all'inizio del XVI e il Principato di Taranto. Bari,
Grafica Bigiemme, 1878; F. Pontieri C 537 |
Gioele
Solari, Mario Pagano e la politica annonaria. Intorno
agli scritti economici di Mario Pagano, Torino, S.T.E.N.,
1917 (pubbl. in «La Riforma Sociale», III serie,
a. XXIV, vol. XXVIII, fasc. 7-8-9, lug.-set. 1917; F.
Pontieri C 648 (19 |
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Personaggi
come Ernesto Pontieri, o come il suo maestro Michelangelo Schipa,
furono degli storici nel senso più pieno e completo
del termine, dotati non solo di grande rigore scientifico
e metodologico, ma anche di quella capacità di interpretare
gli eventi senza fermarsi al semplice fatto, di quella mentalità problematica
ed ampiezza di orizzonti che fanno la grandezza di uno storico.
Del resto chi ha dimestichezza con i libri del Fondo Pontieri
resta immediatamente e profondamente colpito dall’articolazione
e dalla complessità della raccolta, e quindi dalla capacità di
selezione e di organizzazione del materiale dimostrata dal
donatore, che era uno studioso di fama internazionale e probabilmente
riceveva in dono molte delle opere che ritroviamo nel fondo,
ma tante altre sicuramente le reperiva di persona. L’articolazione
della raccolta è un dato che risulta particolarmente
evidente esaminando il materiale librario contenuto nelle «miscellanee»,
il cui nucleo fondamentale è costituito da 221 contenitori,
in quattro diversi formati (possiamo calcolare che essi comprendano
non meno di 5900 opere); a questi bisogna aggiungere alcune
decine di volumi di miscellanee rilegate (oppure semplicemente
raccolte nella loro custodia) ed altre buste pervenute in un
secondo momento. I contenitori ed i volumi rilegati raccolgono
per lo più materiali omogenei e ciascuno di essi per
uno storico è un piccolo tesoro, perché comprende
lavori che spesso è difficile reperire altrove, contributi
che hanno carattere d’unicità. Ad esempio, la
miscellanea rilegata collocata F. Pontieri C 641 contiene studî che
riguardano la storia del monachesimo medievale e varie problematiche
ad essa connesse (ma ovviamente non è l’unica
che riguardi quest’argomento) e la C 644 raccoglie ricerche
che riguardano per lo più la storia della Sardegna ed
in particolare il periodo vicereale in Sardegna ed in Sicilia.
Invece, la miscellanea collocata F. Pontieri C 643 contiene,
tra l’altro, un saggio di Giuseppe Salvioli sul concetto
di guerra giusta negli scrittori anteriori a Grozio e gli appunti
di diritto marittimo medievale di Giorgio Falco, tratti dal
cartulario di Giovanni di Giona di Portovenere, ma anche due
studî di
Luigi Tria, che trattano uno delle consuetudini civili e giuridiche
del matrimonio in Terra di Bari e l’altro più specificamente
delle consuetudini matrimoniali in Italia meridionale nel periodo
bizantino; ancora, la miscellanea C 648 comprende tutta una
serie di saggi su alcuni esponenti famosi dell’illuminismo
napoletano del Settecento (Genovesi, Galiani, Galdi, Palmieri)
ed alcune importanti ricerche di Gioele Solari su Mario Pagano,
ivi compresa una vasta bibliografia analitica delle opere.
La miscellanea B 8 raccoglie invece una serie di studî sul
Concilio di Trento e su personaggi che vissero e operarono
in quel periodo come il beato Paolo Burali ma anche lavori
sul monachesimo medievale, compreso quello basiliano in Calabria,
su Amato di Montecassino e Alfano di Salerno.
Potrei
continuare così molto a lungo, infatti gli esempi
che ho apportato non sono frutto di una ricerca particolare
e predeterminata. Penso tuttavia che essi siano sufficienti
non solo a dimostrare l’importanza di questo settore
della collezione libraria per gli studî storici – intesi
nell’accezione
più piena ed estensiva del termine – ma
anche il valore di documento prezioso per la storia della
storiografia che esso riveste. Infatti varie generazioni
di storici illustri (e rinuncio in partenza a proporre
una sia pur rapida rassegna dei loro nomi, perché sarebbe
sicuramente incompleta ed imprecisa) figurano con i
loro lavori, le loro opere nella raccolta.
La
cosa non fa meraviglia perché Ernesto Pontieri,
come sosteneva Giuseppe Galasso, aveva una vera e propria
vocazione per gli studî storici
(cfr. G. Galasso, Ricordo di Ernesto Pontieri,
ne «Il
Mattino», 10 maggio 1980) e ben conosceva il valore
insostituibile delle fonti, del materiale documentario
e più generalmente
dei libri; ma occorre sottolineare di nuovo che raramente
il patrimonio librario della biblioteca di uno studioso
risulta così accuratamente organizzato e suddiviso.
Il che induce a credere che forse Pontieri fin dall’inizio
aveva concepito la sua biblioteca come un valore autonomo,
come una fonte viva di cultura che doveva sopravvivergli,
come un’espressione
di sé non meno importante dei suoi lavori scientifici.
Ciò che
colpisce di più non è tanto e solo la mole
del materiale, ma piuttosto l’ampiezza e la varietà dei
filoni e delle tematiche che scaturiscono dal complesso
dei libri di Pontieri. È un po’ come attraversare
una regione ricchissima di corsi d’acqua, che tuttavia
mai o quasi mai s’impantanano, vanno a formare
terre paludose. Ovviamente v’è molto – sia
nelle miscellanee sia fra le monografie collocate singolarmente,
di cui si parlerà oltre – che
riguarda la conquista e la presenza normanna nell’Italia
meridionale, il periodo svevo, poi gli Aragonesi
e la storia dell’Italia meridionale durante il
periodo aragonese, ed ancora il periodo della Riforma
e della Controriforma, con una significativa serie di
titoli che riguardano episodi, personaggi, figure importanti
dei conflitti di religione nell’Italia
meridionale, anche oltre questo periodo. Questi, del
resto, erano gli interessi più spiccati e caratteristici
dello storico Pontieri, autore di importanti studî su
questi argomenti, ma nient’affatto limitato da
essi. Così si ritrovano
anche molte opere che riguardano il periodo risorgimentale
e prerisorgimentale, la rivoluzione del ’99 ed
ovviamente la storia contemporanea.
Se
le miscellanee ne costituiscono la parte più tipica
e caratterizzante, e dal punto di vista culturale forse
la più preziosa,
d’altronde il Fondo Pontieri si configura come
una raccolta vasta ed organica, costituita da uno storico
di grandissimo valore e prestigio, puntuale e preciso
nel ricostruire certi grandi filoni tematici attraverso
le testimonianze del passato ma anche attento alle sollecitazioni
del presente.
Dell’ampiezza
e dell’organicità delle prospettive
di ricerca di Ernesto Pontieri dà conto anche
l’imponente
raccolta delle opere a carattere monografico, più di
5200, fra
le quali ritroviamo molti classici della storiografia
ed opere che fanno parte di grandi collane, alcune
delle quali di gran pregio: ad esempio tanti volumi
della «Biblioteca
Storica Einaudi» e le pubblicazioni del Centro
Italiano di Studi sull’Alto Medioevo (quelle «Settimane
di studio», che raccolgono gli atti di importanti
convegni, compresi sotto titoli come I Goti in
occidente, I
problemi della civiltà carolingia, La
conversione al Cristianesimo nell’Europa dell’Alto
Medioevo, L’Occidente
e l’Islam nell’alto Medioevo, La
storiografia altomedievale ed altri). E poi numerosissimi
lavori che raccolgono fonti d’archivio, fra
cui le fondamentali «Fonti
per la Storia d’Italia»
ma anche fonti straniere come quelle dell’archivio
spagnolo di Simancas. Ed ancora codici diplomatici,
repertori di documenti, edizioni moderne di testi
antichi, carteggi e raccolte di lettere, opere a
carattere biografico, studî di
storia locale. Alcuni di questi testi sono abbastanza
noti e documentano tematiche consuete per la ricerca
storica, ma altri sono veramente particolari e toccano
orizzonti periferici ed insoliti, dispensandoci informazioni
quasi sorprendenti: così nel
Fondo Pontieri possiamo ritrovare – tra i tantissimi
repertori di testi e documenti antichi – un Codice
diplomatico del Monastero benedettino di S. Maria
di Tremiti,
a cura di Armando Petrucci e pubblicato nel 1960
dall’Istituto
Storico Italiano per il Medio Evo ed un’edizione
critica del Chronicon Salernitanum pubblicata
a Stoccolma nel 1956, a cura di Ulla Westerbegh.
Gli studî di storia
locale costituiscono poi un patrimonio a sé del
Fondo Pontieri: infatti non abbiamo solo opere abbastanza
note, come La Storia
di Pozzuoli e della zona flegrea di Raimondo
Annecchino, oppure la Storia di Rossano di
Alfredo Gradilone, ma anche opere più rare
e meno conosciute e soprattutto moltissimi lavori
riguardanti la storia della Calabria e della Puglia.
A
tutto ciò bisogna aggiungere una notevolissima mole
di periodici fra i quali molte annate di importanti
riviste storiche (ad esempio Rivista storica Italiana, Nuova Rivista
Storica, Il
Mulino, Nord e Sud, Giornale Storico della
Letteratura Italiana e molte altre).
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Michelangelo
Schipa, La fondazione dell'Università di
Napoli e l'Italia del tempo (conferenza detta alla "Dante
Alighieri" il 27 aprile 1924): Napoli, R. Stab. Tip. F. Giannini
& figli, 1924 (sul front. si può leggere un'affettuosa dedica
autografa dell'A. all'allievo prediletto); F. Pontieri
C 812 (22 |
Paul Murray Kendall, Louis
XI,
London, George Allen and Unwin Ltd, 1971; F. Pontieri C
801 |
Marcel Bataillon, Erasmo
y España. Estudios sobre la historia espiritual
del siglo XVI,
Mexico-Buenos Aires, Fondo de Cultura Economica, 1966; F.
Pontieri B 2822 |
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Si
fa presente per inciso che l’opera di catalogazione
e ricatalogazione in SBN dei volumi del Fondo Pontieri è stata
molto ampia ed ancora prosegue e che al momento figurano
in indice più di 7700 titoli, accessibili anche attraverso
l’OPAC della
Biblioteca Nazionale; il materiale catalogato è stato
anche sistematicamente ed accuratamente indicizzato
per soggetto, il che consente un diverso ed almeno
egualmente proficuo accesso ad esso.
Tutto
ciò può dar conto dell’importanza del
fondo donato dal grande storico alla Biblioteca Nazionale
di Napoli, ma il viaggio attraverso l’universo librario
che fu caro ad Ernesto Pontieri, di cui ho potuto delineare
solo alcuni dei possibili itinerari, forse può dare
anche nuovo risalto alla sua figura di storico e di intellettuale,
che appare sempre più quella di un intellettuale «a
tutto campo»,
consapevole che la storia è disciplina che tocca ed
in certo senso abbraccia tutte le altre, è vichianamente
la scienza dell’uomo per eccellenza; e peraltro studioso
dotato di una grande ampiezza e complessità di prospettive,
il che conferisce maggior valore agli aspetti più squisitamente
e sapientemente tecnici dei suoi studî e delle sue
ricerche. In chiusura voglio però sottolineare
di nuovo la straordinaria operosità dello studioso
e del bibliofilo. Infatti Ernesto Pontieri non ha donato
alla Biblioteca Nazionale di Napoli semplicemente il complesso
dei suoi libri, ma qualcosa di molto più prezioso:
una vera e propria biblioteca specialistica, di straordinaria
importanza per tutto quanto concerne gli studî storici
ed in particolare quelli riguardanti l’Italia meridionale,
da lui costituita con grande pazienza ed eccezionale competenza.
E tutto ciò dà un rilievo veramente particolare
alle parole con le quali più di trent’anni
fa egli accompagnava il dono della sua collezione
libraria alla Biblioteca Nazionale di Napoli.
___________
Nota
bibliografica:
La
bibliografia inerente le opere ed i lavori scientifici di Ernesto
Pontieri annovera centinaia di titoli ed è molto interessante
anche come testimonianza di un percorso di ricerca. Ovviamente
se nepossono ricordare solo alcuni titoli come: Nei tempi
grigi della storia d’Italia. Saggi storici sul periodo
del predominio straniero in Italia, Napoli, 1966 (3. ed.); Il
riformismo borbonico nella Sicilia del Sette e dell’Ottocento.
Saggi storici, Napoli, 1961 (2. ed.), Tra i Normanni
nell’Italia Meridionale, Napoli, 1964 (2. ed.); I
movimenti religiosi del secolo 16. e l’Italia, Napoli,
1965; Federico II d’Hohenstaufen e i suoi tempi,
Napoli, 1970; Alfonso il Magnanimo re di Napoli. 1435-1458,
Napoli, 1975; La politica mediceo-fiorentina nella congiura
dei baroni napoletani contro Ferrante d’Aragona, 1485-1492.
Documenti inediti, Napoli, 1977; ed ancora almeno le diverse
serie di Divagazioni storiche e storiografiche. Non meno
importante è poi una serie vastissima di contributi di
vario tipo ed estensione, poi spesso compresi in lavori monografici,
che ben possono dare conto degli interessi e del metodo storiografico
di Ernesto Pontieri: in particolare occorre ricordare La Riforma
in Italia,
Napoli, 1939; La Crociata contro i Valdesi di Calabria nel
1561, Tivoli, 1939; La Calabria a metà del secolo
XV e le rivolte di Antonio Centelles, Napoli, 1963; Sopravvivenze
pseudo-ascetiche medievali: i “battenti” di Nocera
Terinese, Palermo, 1967; Un arcivescovo riformatore nella
Napoli post-tridentina: il cardinale Paolo Burali d’Arezzo
(1576-1578), Napoli, 1971; Nelle pieghe della guerra sanfedista
in Calabria negli anni 1806-1811, Napoli, 1973; Baia nel
Medioevo, Roma, 1977, e tanti altri. Ma questa ovviamente è solo
una breve nota il cui unico fine è quello di dare un rapidissimo
scorcio degli interessi dello storico.