Julia
Kristeva, Melanie Klein. La madre, la follia, Roma,
Donzelli, 2006
Dopo Colette e Hannah Arendt, Julia Kristeva – che è forse
la più celebre teorica della psicoanalisi del nostro
tempo – conclude la sua magistrale trilogia dedicata
al genio femminile nel XX secolo con un volume su Melanie Klein
(1882-1960). In queste pagine arriva a toccare nodi concettuali
che la riguardano da vicino, riconoscendo nella Klein la più grande
innovatrice della pratica psicoanalitica dopo Freud. Se quest’ultimo
aveva posto al centro della vita psichica il complesso di Edipo
e la funzione del padre, Melanie Klein si concentra sulla figura
e sul ruolo della madre, individuando in essa la fonte non
solo della creatività, ma del pensiero stesso, e indicando
nel «matricidio» il cardine dello sviluppo psichico.
Madre di due figli e moglie infelice, Melanie Klein decide
di entrare in analisi, diventando lei stessa, senza alcun tipo
di istruzione superiore né una laurea in medicina,
analista all’età di quarant’anni. Un percorso
biografico e intellettuale straordinario, che apre la via a
una nuova e provocatoria idea di maternità, rivoluzionando
la stessa nozione di psiche. L’intreccio narrativo si
fa ancora più avvincente perché Julia Kristeva
riconosce in Melanie Klein una figura centrale nell’elaborazione
della sua stessa visione teorica, una vera e propria madre
spirituale, per cui misurarsi con il suo genio diventa
occasione di confronto con se stessa e con il senso della pratica
psicoanalitica. Un legame della massima profondità in
quanto Melanie Klein «fu la prima a fare della psicoanalisi
un’arte per curare la capacità di pensare»,
e senza di lei «non avremmo l’impronta che caratterizza
la cultura moderna, vale a dire la contiguità con la
follia e la varietà delle cure grazie alle quali siamo
in grado di modularla».
Nata nel 1941 in Bulgaria, Julia Kristeva insegna Linguistica
e Semiologia all’Università di Parigi. Esponente
di spicco della corrente strutturalista francese, ha poi rivolto
i suoi interessi alla psicoanalisi. Tra le sue opere tradotte
in italiano ricordiamo: In principio era l’amore. Psicoanalisi
e fede (Bologna 1987). Dopo Colette (2004) e Hannah
Arendt (2005), il volume su Melanie Klein conclude la
trilogia dedicata al «genio femminile», per la
cui pubblicazione la casa editrice Donzelli ha ricevuto il
Premio Roma - «Amelia Rosselli» 2005.
(dalla quarta di copertina)
Collegamenti
http://www.universitadelledonne.it
|