Julia
Kristeva, Colette, Vita di una donna, Roma, Donzelli,
2004
Con questo volume ha inizio la traduzione in italiano della
trilogia che Julia Kristeva ha dedicato al «genio femminile».
Si tratta del racconto di tre vite, esemplari – ciascuna
a suo modo – di quel percorso di costruzione della singolarità che è il
filo conduttore dell’indagine dell’autrice. Le
due parole del sopratitolo che lega i tre volumi sono infatti
entrambe egualmente importanti, per Julia Kristeva: la sua è una
ricerca sul «genio», inteso come «la versione
più completa della nostra singolarità, la più seducente,
la più profonda»; ed è al tempo stesso
una ricerca sul «femminile», inteso come «condizione» da «decostruire» se
si vuole porre in campo quell’«energia interiore» che
prelude all’esaltazione dell’«iniziativa
singola». E che cos’è la singolarità se
non la fuoriuscita di una «condizione»? e cos’altro,
se non l’inquietudine sul femminile, ha consentito alla
nostra civiltà di rivelare l’«incommensurabilità del
singolo»?
Gli altri due volumi sono dedicati a Hannah Arendt (1999) e
a Melanie Klein (2000).(da: Nota dell’autore,
p. IX)
«Amo la scrittura di questa donna: ti rapisce all’istante
e senza un perché. Ma una spiegazione c’è:
Colette ha inventato il linguaggio per definire la strana osmosi
tra i piaceri che alla leggera chiamiamo fisici e l’infinito
del mondo». Questo linguaggio nuovo è l’oggetto
primo dell’attenzione di Julia Kristeva, che ci offre
un’avvincente e sofisticata rilettura critica della scrittrice
francese, andando a scavare nelle parole con cui Colette «dice
l’indicibile e nomina l’innominabile».
Colette (1873-1954), la scandalosa autrice di meravigliose
pagine di letteratura erotica, l’amante insofferente
e anticonformista di donne e di uomini, resta tuttora un’icona
dell’immaginario libertario femminile. Sposata tre volte,
ballerina spregiudicata nei teatri della Francia fin de
siècle, fu anche la prima donna nella storia della
Repubblica francese a cui furono tributati funerali di Stato.
Pagina dopo pagina, la tumultuosa vicenda biografica di Colette
si mescola all’analisi del suo genio, facendo di questa
biografia un punto d’arrivo nella comprensione di una
delle menti più creative del XX secolo.
(dalla quarta di copertina)
Julia
Kristeva è una
teorica del linguaggio, scrittrice di romanzi e saggi, psicanalista,
e pensatrice contemporanea.
È nata a Sliven, in Bulgaria, il 24 giugno 1941. Vive
e lavora in Fancia dal 1964, e pubblica principalmente in francese.
Partecipò alla redazione della rivista «Tel
Quel» e, soprattutto negli anni '60 e '70, partecipò attivamente
alla vita culturale francese dell’epoca, collaborando
con Michel
Foucault, Roland
Barthes, Jacques
Derrida e Philippe
Sollers. Si sposò con quest’ultimo.
Esponente di spicco della corrente strutturalista francese.
Nel 1979 diventa psicanalista, dopo aver seguito dei seminari
di Jacques Lacan. Ha costruito una relazione tra la semiologia
e l’analisi psicanalitica. Insegna semiologia alla “State
University of New York” e all’Université Paris
7 Denis Diderot. Dirige il centro Roland Barthes.
La Kristeva ha ricevuto nel 2004 il Premio Holberg.
Julia Kristeva si sta da anni dedicando alle biografie di figure
geniali della cultura femminile. Dopo aver studiato la figura
di Hannah Arendt e di Melanie Klein, ha affrontato il tema
della felicità di vivere grazie alla scandalosa Colette.
Il ritratto offerto dalla Kristeva coniuga la ricostruzione
della vicenda biografica della scrittrice, amante insofferente
e anticonformista di donne come di uomini, con lo scandaglio
della sua opera letteraria.
Tra le sue opere tradotte in italiano: Ricerche per una
semianalisi, Feltrinelli, Milano, l978; La rivoluzione
del linguaggio poetico, Marsilio, Venezia, 1979; Storia
d’amore, Editori Riuniti, 1985
Sole nero. Depressione e melanconia, Feltrinelli,
Milano, l986; In principio era l’amore. Psicoanalisi
e fede, Il Mulino, Bologna, 1987; Stranieri a sé stessi,
Feltrinelli, Milano; Poteri dell’orrore, Spirali/Vel,
Venezia; I samurai, Einaudi, Torino, 1991; La
donna decapitata, Sellerio, Palermo, 1997; Le nuove
malattie dell’anima, Borla, 1998; Il rischio
del pensare, Il nuovo melangolo, 2006.
Gli altri due volumi della trilogia
dedicata al genio femminile
Collegamenti
http://www.rainews24.it/
http://www.bulgaria-italia.com/
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