Torna alla homepage della Biblioteca Nazionale di Napoli  
Apri la pagina dei contatti
Attività e progetti | Gruppo di ricerca Soggettività Femminili | Teca
Percorsi bibliografici
Gruppo Soggettività Femminili
Soggettività femminile

Teca delle nuove accessioni
Aggiornamenti 2008
torna all'indice

Annarosa Buttarelli, Una filosofa innamorata. María Zambrano e i suoi insegnamenti, Milano, Bruno Mondadori, 2004

L’eredità filosofica della spagnola María Zambrano va letta in chiave di pensiero e di scrittura di trasformazione, sottraendola al setaccio dell’esercizio critico e dialettico e mettendone piuttosto in evidenza i lati dirompenti nel confronto con la tradizione del pensiero occidentale e i differenti modi di stare al mondo. I suoi insegnamenti, messi in luce in questo libro, interloquiscono radicalmente con i problemi più urgenti e le fatalità più tragiche del nostro tempo. Affiora così una vena profonda del pensiero filosofico, ma nascosta e misconosciuta dalla nostra civiltà, l’amore come possibilità di un nuovo inizio per le nostre vite e la storia umana.

(dalla quarta di copertina)

Annarosa Buttarelli insegna Ermeneutica filosofica all’Università di Verona e fa parte della comunità filosofica Diotima. Da alcuni anni coordina la redazione della rivista «Via dogana». Tra le sue opere ricordiamo Per amore di altro. L’empatia a partire da Edith Stein (con Laura Boella, Raffaello Cortina Editore, Milano 2000). Ha curato Duemilaeuna. Donne che cambiano l’Italia (con Luisa Muraro e Liliana Rampello, Nuova Pratiche Editrice, Milano 2000) e Concepire l’infinito (La tartaruga, Milano 2004). Da tempo studia l’opera di María Zambrano a cui, per Bruno Mondadori, ha dedicato la monografia Una filosofa innamorata. María Zambrano e i suoi insegnamenti (2004) e ha curato La passività. Un tema filosofico - politico in María Zambrano (2006). (da: www.brunomondadori.com )

ingrandisci

La filosofa sostiene che quasi ogni problema che abbiamo culturalmente, storicamente e relazionalmente nasce dal rifiuto di usare, nelle vicende umane, l’intelligenza che ci darebbe l’amore, e per ovvia, ma non meno drammatica conseguenza, dalla capacità di riconoscere il sentire come radice dell’essere. I suoi testi sono letteralmente una guida per tornare a queste radici, attraverso la trasformazione dei processi che mettono in forma i pensieri. Occorre, però, una disposizione ermeneutica alleggerita dal gravame dei rimandi critici, delle comparazioni, dei rivestimenti interpretativi altrui, dall’eccesso di note e di citazioni, dalla tensione all’esaustività. Infatti, provo una specie di pudore nel dover presentare le già poche note che danno conto delle interpunzioni, delle citazioni ecc., dato che mi sono confrontata con la lezione di María Zambrano, che lasciava volentieri i suoi testi liberi dalle regole delle compilazioni accademiche, fino al punto di non curarsi di controllare se le sue citazioni erano corrette o meno. […] María Zambrano, attraverso i suoi testi coraggiosamente spogliati da ogni veste professionale, ci mostra una solida fonte di autorità, più attendibile sul piano del pensare davvero, vale a dire del pensare a partire da sé, in relazione con ciò che accade. Questa relazione è la sola fonte che autorizza la scrittura fatta per necessità e per impegno di dire ciò che muove dentro, cercando di restarvi fedeli. […] María Zambrano ha saputo abbandonarsi proprio alla condizione creaturale, cosa che ha fatto di lei una filosofa innamorata di ogni cosa che c’è, visibile o invisibile che sia. E da filosofa, per riconoscenza ha cercato una lingua adeguata a un pensiero dell’esperienza, a un pensiero relazionale, insegnando anche che l’ascolto non esime affatto dal confliggere con l’altro. La liberazione dalla paura della differenza dispone a una forma dimenticata di conflitto: quello regolato dall’amore per altro, dall’amore per il mondo. In maniera sorprendente, i testi di María Zambrano sono privi di acredine polemica, di rimpianto, di recriminazioni e di competizione intellettuale, pure essendo intessuti di affondi conflittuali non solo con i sistemi filosofici dominanti, non solo con le architetture morali e politiche vigenti in Occidente, ma anche con gli uomini e con le donne emancipazioniste. Questi conflitti sono preziosi per poter riconoscere nella filosofa, oltre che una riformatrice del pensiero attraverso la scoperta della «ragione poetica», una pensatrice della differenza, anche sessuale. […] Riteneva le proprie simili più al riparo di molti uomini, perché ancora legate, in generale alla propria differenza, non sedotte, nella gran parte, da potere e forza, più fedeli all’esperienza concreta, più radicate nella vita immediata, meno avide di cibo, in rapporti di amicizia con le viscere, nome di elezione per tutto ciò che patisce. […] María Zambrano andava verso un sapere dell’anima, cercava una metafisica sperimentale, desiderava proporre un metodo per dare un ordine alla nostra interiorità e per restituire il posto dovuto al sogno. In questo libro non rendo conto del lavoro intorno al sogno e sosto sulla soglia di Note di un metodo, combattendo contro la tentazione di dargli una traduzione in linguaggio troppo concettuale: cosa non proibita, ma molto rischiosa e, comunque, in forte contraddizione con il registro iniziatico o onirico scelto dall’autrice. (da: Prologo. Leggere una filosofa innamorata, pp.XI-XV)

Dall’indice: Prologo. Leggere una filosofa innamorata; 1. Scrittura di trasformazione, filosofia incandescente; 2. Le apparenze salve; 3. Poesia madre della filosofia; 3.1 Deshacer; 3.2 Ogni cosa arrivi a essere; 3.3 Le pratiche di una filosofia «pur sempre figlia della Poesia»; 3.4 Per una filosofia poetica come azione efficace; 4. Essere per l’amore; 5. Antigone, la fanciulla pietosa; 5.1 Una clamorosa correzione; 5.2 Antigone in carne e ossa; 5.3 La logica dell’amore; 5.4 In relazione d’alterità; 5.5 La passione secondo María Zambrano; 6. Divinoumano; 6.1 Il Cristo rimosso dall’Occidente; 6.2 Non dal nulla, ma da una donna; 6.3 La passione del Figlio; 6.4 La parola divinaumana; 6.5 Dio non muore per necessità dialettica; 6.6 E le donne?; 6.7 Un testo pietoso; 7. Un tema filosofico tradizionale e due strane filosofe: Simone Weil, María Zambrano e la trascendenza; 7.1 La realtà è contraddizione; 7.2 Le viscere celesti; 8. Un’altra vita, in questo mondo; 9. Note di un metodo per pensare il sentire; 9.1 Io sono una relazione; 9.2 Un nome dell’invisibile; 9.3 Convertirsi all’infanzia; 9.4 Cercare ancora.

Articoli segnalati:
A. Riccio, María Zambrano, «Belfagor», n. 1, gennaio 2007, pp. 35-48; nello stesso numero c’è un’amplia bibliografia della filosofa alle pp. 48-51;
«Aut Aut», n. 279, maggio-giugno 1997, interamente dedicato a María Zambrano.

apri la pagina collegata vai alla teca Fare filosofia\Professione filosofa

Collegamenti

apri la pagina collegata http://www.leluminarie.it
apri la pagina collegata http://www.women.it/libreriadelledonne
apri la pagina collegata http://www.festivaletteratura.it
apri la pagina collegata http://www.dwf.it/
apri la pagina collegata http://www.fundacionmariazambrano.org



torna a inizio pagina