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María-Milagros Rivera Garretas, Donne in relazione. La rivoluzione del femminismo, Napoli, Liguori, 2007

Donne in relazione racconta il femminismo nell’esperienza e nella riflessione di una donna che ha abitato negli Usa, vive in Spagna e ha molti legami con l’Italia. Il femminismo di cui parla si basa sulla presa di coscienza personale e sulla relazione, non sui diritti, e ha operato un cambio di civiltà grazie al quale “il dialogo tra una madre e una figlia sui fondamenti della vita entra nella politica contemporanea”. È un libro di storia, ma offre nuovi punti di vista su questioni urgenti di oggi. Per esempio, fa pensare all’attuale immigrazione in Europa il capitolo in cui, correggendo l’errore dell’impostazione tradizionale dell’antropologia, María-Milagros Rivera vede a fondamento della civiltà lo scambio femminile: “Spostandosi da un paese all’altro, le donne hanno reso multiculturale la cultura con i doni del tempo e della parola”. Sul doloroso problema del maltrattamento domestico, Donne in relazione apre una prospettiva originale, mettendo l’accento sulla “dignità della donna maltrattata”, il cui enigma “incarna la capacità di essere due del corpo femminile, anche quando le cose vanno male”. Abbiamo dunque tra le mani un libro in cui il pensiero della differenza sessuale guadagnato dal movimento delle donne è messo al lavoro anche su temi attuali e controversi, riuscendo in poche pagine a darci chiavi di lettura per una intelligenza più profonda del mondo in cui viviamo.

(dalla quarta di copertina)

María-Milagros Rivera Garretas è nata a Bilbao nel 1947, sotto il segno del sagittario. Ha una figlia. È ordinaria di Storia Medioevale all’Università di Barcellona, dove ha dato vita con altre alla rivista e al Centro di ricerca e studi delle donne Douda, da lei diretti dal 1991 al 2001. Ha anche contribuito a fondare Próleg, la libreria delle donne di Barcellona. Tra i suoi libri: El cuerpo indispensable. Significados del cuerpo de mujer (1996 e 2001); El fraude de la igualdad (1997 e 2002); La diferencia sexual en la historia (2005). In italiano possiamo leggere gli articoli usciti su «Via Dogana» e il libro Nominare il mondo al femminile (a cura di Emma Scaramuzza, Roma. Ed. Riuniti, 1998)

(dalla terza di copertina)

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Questo è un libro scritto in relazione ed è anche frutto della relazione. Occorre dirlo, nonostante il fatto che tutto ciò che si scrive - tutto ciò che comunica - sia creato, inevitabilmente, in relazione. Sempre in relazione con se stesse, con se stessi, e al contempo in relazione con chi si immagina vorrà forse accogliere la comunicazione o il balbettio di comunicazione che a volte viene fuori dall’osare correre il rischio di prendere la parola. […] La verità intorno alla relazione - il suo segreto - mi è stata svelata a sorpresa un giorno qualsiasi, nel contesto del legame che ho avuto il privilegio e la fortuna di stabilire e di poter curare con le amiche che formano la Libreria delle donne di Milano e la comunità filosofica Diotima dell’Università di Verona. Un legame che è tra le quinte di questo piccolo libro e di molto della mia vita negli ultimi vent’anni; perciò per l’edizione italiana ho aggiunto, alla fine del testo spagnolo originale, un racconto della storia di questo legame e di alcuni dei suoi molti frutti. La sorpresa di cui parlavo è stata una rivoluzione simbolica. Vuol dire che ha trasformato di colpo la chiave di senso che orientava la mia vita nelle cose ordinarie e in quelle straordinarie: ha trasformato questa chiave, spostandola in un luogo nuovo, un luogo in cui si apriva un altro orizzonte, non limitandosi dunque a capovolgerla sostituendola con il suo contrario. La chiave che aveva fino allora orientato la mia vita era l’io. […] È nella relazione che tutto capita e mi capita, che si presenta - quando si presenta - la felicità, la bellezza, la trascendenza, il negativo, la perdita, l’impazienza ... Perché è nella relazione di per sé, per il gusto di essere in relazione, che circola e si scambia lo spirito. Anticamente, quando la verità sulla relazione non era nascosta, era costume - porto un esempio estremo - vegliare i malati e le malate gravi finche guarivano o morivano. Affinché non morissero in solitudine, di solito si dice, perché la visita della morte oggi ci atterrisce. Ma c’era di più. Il di più era, precisamente, la preziosa possibilità, se la morte si presentava, di ricevere spirito: qualcosa dello spirito esalato da chi lasciava il mondo. Allo spirito piace circolare, passare da un corpo all’altro, entrare in relazione di scambio. (da: Il gioco delle dame. Introduzione all’edizione italiana, pp. 1-3)

Dall’indice: Introduzione all’edizione italiana: Il gioco delle dame; 1 – Un cambio di civiltà; 2 – Nel nome di ciascuna madre; 3 – Anch’io sono una donna maltrattata; 4 – Le relazioni di somiglianza; 5 – Due doni divini: il tempo e la parola; 6 – La cultura della sessualità; 7 – Essere figlia, essere madre: la prova del fuoco dell’amore; Libri, poesie e canzoni citate; Appendice: Dietro le quinte di ‘Donne in relazione’; Storia di una relazione che non ha fine: l’influenza in Spagna del pensiero italiano della differenza sessuale.

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