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Stefania Tarantino, La libertà in formazione. Studio su Jeanne Hersch e María Zambrano, Milano, Mimesis, 2008

Questo libro di Stefania Tarantino è un saggio sulla natura della vocazione filosofica che, ricostruendo, interpretando e interrogando con cura e attenzione il percorso di ricerca di due grandi filosofe del secolo scorso, Jeanne Hersch e María Zambrano, esemplifica nitidamente la vocazione filosofica dell'autrice. […]
La struttura del libro è chiara e persuasiva. L’intreccio della ricostruzione e dell’interpretazione del pensiero e della scrittura dell’Hersch e Zambrano coinvolge grandi frammenti del mosaico della ricerca filosofica del ventesimo secolo, chiamando in causa figure torreggianti quali Karl Jaspers e Martin Heidegger, Henri Bergson, Max Scheler e Ortega y Gasset, Maurice Merleau-Ponty e Simone Weil. È un libro, questo di Stefania Tarantino, che vale la pena di leggere e studiare. Perché, quali che siano gli orientamenti filosofici di chi legge, è un libro che fa riflettere, che genera effetti nel lector in philosophia. […] può esplicitare il fondamentale contributo che il pensiero e l'esercizio filosofico delle donne hanno dato per rendere meno severamente incompleto il nostro resoconto su che cosa voglia dire, per noi, humanitas.
Sono convinto che il colloquio ininterrotto su che cosa possa voler dire per noi essere esseri umani, e su quale senso assegnare alle nostre vite e su quali risposte incomplete dare alle persistenti domande e grattacapo e perplessità, e quale equilibrio instabile raggiungere fra punto di vista personale e impersonale, sono convinto che tutto questo sarebbe un'impresa non solo ardua e difficile, come è sempre stata per chi ha seguito con integrità e veridicità la propria vocazione filosofica. Sarebbe semplicemente impossibile senza la voce e il pensiero delle filosofe. La libertà in formazione di Stefania Tarantino ne è una prova appassionata, chiara ed eloquente. (da: Prefazione di Salvatore Veca, pp. 11-4)
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L'intento principale di questo studio è quello di approfondire, a partire da due pensatrici del XX secolo, il senso della filosofia come pratica e come manifestazione di una verità personale o "metafisica" che riflette la natura della libertà umana. Questo tipo di ricerca ha come filo conduttore la seguente domanda: quale è il ruolo del pensiero quando la ricerca mira a una conoscenza che vuole tener conto della vita, dell'esperienza vissuta? Detto altrimenti: quale è la posizione del pensiero riguardo all'esistenza? Questa domanda emerge da una lunga tradizione filosofica che s'interroga sulla formazione di personalità libere – il “conosci te stesso” di Socrate, la formula agostiniana “In te ipsum rede, in interiore nomine habitat veritas”, il “diventare ciò che si è” di Nietzsche -, e che vuole cogliere il punto d'intersezione tra il fondamento oggettivo e il fondamento soggettivo all'interno del sapere. (da: Introduzione, p. 15)

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Stefania Tarantino si è laureata in Filosofia presso l'Università “Federico II” di Napoli e ha conseguito il dottorato di ricerca in Filosofia presso l'Università di Ginevra (Svizzera). Ha pubblicato diversi articoli e tradotto libri importanti di María Zambrano e di Jeanne Hersch, contribuendo a far conoscere in Italia la vita e l'opera di queste due pensatrici. Attualmente svolge la sua attività di ricerca presso l'Istituto italiano di scienze umane.

(dalla quarta di copertina)

Dall'indice: Prefazione di Salvatore Veca; Introduzione; Parte prima Per una pedagogia della vita o della comunicazione come “combattimento amoroso” - Vocazione filosofica e presenza al proprio tempo; L'ombra o dell'altra cosa della filosofia; L'attività filosofica come pratica di trasformazione; La Mímēsis e lo stupore come metodi di trasformazione filosofica; Parte seconda La relazione alla tradizione filosofica occidentale - Rifare il cammino della filosofia; “Relatività dell'assoluto” e “coscienza del limite”; L'eredità Jasperiana nello stile filosofico di Jeanne Hersch; La responsabilità del pensare: La distanza incolmabile da Heidegger; Il “logos del Manzanares” di Ortega y Gasset e l'eredità orfico-pitagorica nello stile filosofico di María Zambrano; Parte terza – Discontinuità e contraddizione. La musica come arte del tempoL'ascolto: ricettività attiva, passività che risponde “La musica come assenza di patria”: Il tema dell'esilio; L'intersezione del tempo e la perpendicolare assoluta; Bibliografia generale; Bibliografia delle opere di Jeanne Hersch;  Bibliografia delle opere di María Zambrano.

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