Giuseppa, Genoveffa e le altre... Donne nell’occhio della satira durante gli anni del fascismo (1923-1944), a cura di Rossella Coarelli e Anna Maria Imperioso, Cosenza, Associazione culturale Il salotto verde, 2008
La documentazione iconografica che viene presentata è la sintesi di una ricerca che prosegue uno studio svolto nel 1999 sulla figura femminile attraverso i periodici satirico-umoristici editi dall'unità d'Italia alla prima guerra mondiale.
Questa seconda indagine è stata effettuata esaminando circa 20 periodici in prevalenza milanesi e lombardi, tra cui i più rappresentativi «Guerin Meschino», «L'Asino», «Bertoldo», «Ecco Settebello»; inoltre il «420» di Firenze; ed «il Travaso delle idee», «II Becco giallo», «Marc'Aurelio» editi a Roma, ricostruendo così un iter panoramico della satira che tra gli anni Venti e la seconda guerra mondiale ebbe come oggetto la figura femminile.
Dallo spoglio delle riviste, tra cui anche testate minori come «Barbapedana», «Lo Specchio», «II Corriere della Serva» , sono state selezionate circa 80 vignette, molte di queste firmate Boccasile, Angiolini, Manca, Attalo, Buriko, Galantara. Accanto a questa rassegna che testimonia i canoni classici dell'umorismo, è stata esaminata anche la rivista di Mino Maccari, «II Selvaggio», voce importante dell'editoria culturale che, attraverso la satira politica, descrive la sua epoca con raffinata arguzia.
La ricerca pone in evidenza come dallo spirito bonario e ammiccante di fine Ottocento si passa ad un'ironia sempre più acre nel Novecento, soprattutto in quei primi anni che furono fondamentali per l'emancipazione femminile. A partire dal secondo Ottocento emerge la caricatura della donna virtuosa voluta dalla cultura di quegli anni che sembra ignorare la portata innovativa della rivoluzione industriale: uno scenario apparentemente incantato che viene infranto poi nei primissimi anni del Novecento dalle spinte rivendicative delle suffragiste e dalla consapevolezza che deriva alle donne dal ruolo da esse svolto durante la prima guerra mondiale.
Si delinea la “donna nuova” intraprendente, vitale, dileggiata allo stesso modo in cui la satira del primo Novecento irride “l'emancipata”. Dall'iconografia traspare un implicito messaggio morale che propone il modello subalterno voluto dal regime (massaia e fattrice) ma, nello stesso tempo, emerge la resistenza della donna ad aderire all'immagine femminile funzionale all'ideologia fascista. La cultura commerciale che pervade gli organi di stampa, la radio, il cinema, fa breccia sul costume delle italiane, soprattutto delle cittadine, determinandone gli stili di vita. (da: La figura femminile nei periodici satirici e umoristici lombardi durante il fascismo di Rossella Coarelli e Anna Maria Imperioso, p. 7)
Dall’indice: Mario Bozzo, Presentazione; Paolo Ricca, L'idea della iniziativa; Rossella Coarelli e Anna Maria Imperioso, La figura femminile nei periodici satirici e umoristici lombardi durante il fascismo; Fulvio De Giorgi, L 'immagine femminile dell'Italia e la satira politica; Michela Valotti,
Gli illustratori; Anna Maria Imperioso, L'immaginario collettivo: suffragette e segretarie sexy; Carlo Carotti, Dive italiane (o quasi), ironicamente metafilmiche; Luigi Marrella, Burro o cannoni? Per una vita “in tono minore” delle italiane in tempo di guerra (1941-42); Rossella Coarelli, Da bertoldo a settebello: l'autarchia e la guerra.
Collegamenti
http://www.bnnonline.it/attpro/teca3/cosia.htm
http://associazioni.comune.fe.it/index.phtml?id=768
http://www.tufani.it/html/gorgoni/Gocatalo.htm
http://www.beniculturali.it/EVENTI/dettaglio.asp?nd=ec,ri&idevento=49777
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