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Adriana Cavarero, Orrorismi. Ovvero della violenza sull’inerme, Milano, Feltrinelli, 2007

Nella lunga storia della distruzione, è l'orrore a condensare il senso della violenza contemporanea. “Guerra”, “terrorismo”, “nemico” e altre categorie della tradizione politica si mostrano inadeguate rispetto alla realtà dell'attuale carneficina degli inermi. Il crimine ontologico eccede la forma organizzata del semplice assassinio. La pratica della disumanizzazione eccede la strategia omicida. Rivisitando  le icone di Medusa e dell'infanticida Medea, passando per l'aberrazione di Auschwitz, e confrontandosi con Abu Grahib, Beslan, il fenomeno delle donne-bomba e altre scene dell'attuale carneficina, il libro invita a un radicale cambiamento di prospettiva. Propone che a orientare la riflessione sia la condizione di vulnerabilità assoluta di chi subisce l'offesa, non l'abominio di chi l'agisce. Assunto il punto di vista della vittima inerme, invece che quello del guerriero, Cavarero può allora costruire un'ontologia della vulnerabilità, condizione umana che ci vede esposti alla dipendenza dall'altro: alla sua cura come al suo oltraggio. Il quale è estremo nel caso odierno che, togliendo alle vittime anche la loro identità singolare, le massacra “a caso” o “per errore” contando sulla nostra abitudine all'orrore nonché sulla nostra indifferenza.

Adriana Cavarero insegna Filosofia politica all’Università di Verona. Figura di spicco del “pensiero della differenza sessuale” nonché autorevole esponente degli studi arendtiani, ha pubblicato con Feltrinelli: Corpo in figura. Filosofia e politica della corporeità (1995); Tu che mi guardi, tu che mi racconti. Filosofia della narrazione (1997); A più voci. Filosofia dell’espressione vocale (2003).

(dalla quarta di copertina)

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Un'epoca in cui la violenza colpisce soprattutto, se non esclusivamente, gli inermi, senza trovare le parole per dirlo e confondendo vecchi concetti, spinge però all'innovazione linguistica. Una certa novità, a cominciare dal sesso, riguarda del resto anche i massacratori odierni. Di donne trasformate in bombe umane e di torturatrici in divisa, nel passato, esistono poche tracce. Ciò non toglie che proprio una donna, l'agghiacciante Medusa, sia da sempre il volto mitico dell'orrore. E insieme a lei, icona di un crimine sull'inerme che ancor più ripugna, l'infanticida Medea. (da: Introduzione,  p. 9)

Dall’indice:  Etimologie; terrore ovvero del sopravvivere; Etimologie: orrore ovvero dello smembramento; Della guerra; L'urlo di Medusa; La vulnerabilità dell'inerme; Il crimine di MedeaOrrorismo ovvero della violenza sull'inerme; Chi ha visto la GorgoneAuschwitz o dell'orrore estremoErotiche carneficine; Tanto mutilato che potrebbe essere il corpo di un maiale; Il piacere del guerriero; Aggressività planetaria; Per una storia del terrore; Orrorismo suicida; Quando la bomba è un corpo di donna; Torturatrici che sorridono all'obiettivo.

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Collegamenti

apri la pagina collegata http://www.filosofico.net/cavarero.htm
apri la pagina collegata http://www.recensionifilosofiche.it/crono/2007-10/cavarero.htm
apri la pagina collegata http://www.lafeltrinelli.it/fcom/it/home/pages/catalogo/searchresults.html?prkw=adriana+cavarero&cat1=1&Cerca.x=41&Cerca.y=3


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