| Il giardino del sapere. Clara  Rezzuti, Catalogo della mostra, Napoli, Biblioteca Nazionale, Sala  Leopardi, 2009. (I quaderni della Biblioteca Nazionale di Napoli, Serie IX, n.  8), Napoli, Altrastampa, 2009 Libertà è responsabilità, ma ogni  consapevolezza nasce dall'autodeterminazione. La costruzione del sé è nulla  senza la nutrizione del rispetto di un passato che sostanzia il presente, ma  l'alimento diviene esiziale veleno se non accende l'energia di un'autonoma  assimilazione. Se non permette all'animo che ha nutrito di scegliere in che  direzione rivolgere il passo.Percorrere Il giardino del  sapere di Clara Rezzuti è confrontarsi con il pondus della  tradizione, incontrare l'interrogativo posto dai volti e pensieri dei grandi  del passato, avvertire l'urgenza di una risposta da offrire al dialogo con la  storia.
 Convergenza singolare, il fatto  che l'artista abbia avvertito l'esigenza di perlustrare questa strada proprio  nel centenario del Futurismo, che aveva auspicato, nel rogo intransigente della  tradizione, la rinascita della fenice dell'arte dalle ceneri di quelli che  ormai si credevano solo rami secchi. Ma non sorprendente, se si tiene conto  della spinta di aderenza ai propri tempi che ha sempre accompagnato la ricerca  di Clara. E di coerenza si illumina la scelta, se si osserva quanto la  riflessione sull'identità abbia orientato la bussola del suo percorso. La  meditazione sull'Io, sulla propria condizione esistenziale e sul senso del  femminile, è sempre stata il tracciato lungo il quale si è mossa l'artista, e  questa strada conduce oggi naturalmente all'analisi su quanto la tradizione  impregni l'identità del presente, e su come essa forgi i lineamenti del futuro.  È questo il senso delle installazioni di Clara: trovandosi innanzi i volti dei  costruttori del sapere occidentale, radici e humus per gli alberi della  conoscenza, il visitatore percepisce come i lineamenti dei personaggi, nella  trasparenza della prospettiva - appena lattiginosa, come la nebbia dei secoli  che da loro ci separano - si confondano gli uni negli altri. Ciascuno dei volti  porta in sé i tratti del predecessore, proprio come in noi rintracciamo  l'impronta culturale degli avi [...]  è  la consapevolezza dell'imprescindibile libertà dell'intelletto a temperare la  deferenza, nell'ironia che sostituisce un intero uccello alla penna di un  calamaio, e ad alleggerire con la lieve monocromia manzoniana del bianco il  peso della devozione, che aveva spinto l'artista a disegnare, puntino dopo  puntino, i volti dei "grandi", in un virtuosismo tecnico che ha quasi  la ritualità di un tributo.
 Il libro, leitmotiv che  unisce le due installazioni, da narrativo objet trouvé nel primo  ambiente diviene concetto e simbolo nel secondo. Pur nella diversa astrazione  geometrica a dimensione architettonica, le pagine sono ancora possibilità di  futuro tutta da scrivere, addirittura fogli vuoti. La libertà suggerisce  l'ironia, ed ecco un improbabile "cervello" su un antico drappo.  Eppure, di nuovo con l'espediente formale della trasparenza ottica in  prospettiva, lo sguardo può leggere la tradizione, nelle frasi di pensatori  che, con rinnovata rispettosa ritualità, sono state pazientemente scritte a  mano. In entrambe le installazioni la prospettiva centrale accentuata, quasi a  formare una quinta teatrale, costante stilistica dell'artista anche in passato,  invita il pubblico a entrare e per formare lo spazio scenico dell'arte. La  delicatezza sapida di narrazione, onirica ed evocativa, di particolari come il  drappo ricamato o gli occhiali, si combina nelle opere con l'astrazione della  sintesi degli alberi o della struttura richiamante il libro, dinamizzando la  sospesa e sorridente atmosfera magrittiana.
 Un ponte tra passato e futuro  attraverso il presente, gettato da un'artista che ha saputo trasformare la  riflessione sul femminile nella forza creativa e solare che, sola, può  partorire dalle radici della memoria una nuova identità storica e creativa.  (da: Il Peripato dell'identità di Diana Gianquitto, p.15)
 
 
                  
                    Clara Rezzuti, [senza nome] foto da: Il giardino del sapere. Clara  Rezzuti,  Catalogo della mostra, Napoli, Biblioteca Nazionale, Sala Leopardi, 2009.  Napoli, Altrastampa, 2009, p. [33]
 Clara Rezzuti nasce a Napoli,  città dove risiede e lavora, studia al Liceo artistico e all'Accademia di Belle  Arti dove si diploma in Pittura, allieva dei maestri Giovanni Brancaccio ed  Emilio Notte, e di Luigi Bianchi Bariviera per l'incisione.Inizia ad esporre negli anni '50  e, ancora da allieva, in una mostra nazionale di tutte le accademie d'Italia  (Roma 1950) vince il primo premio per l'incisione.
 Seguono moltissime partecipazioni  ad esposizioni nazionali ed internazionali [...] Nel 1983 è chiamata da  Federico Fellini in occasione della realizzazione del film “La città delle  donne”, perché interessato al suo ciclo pittorico “Interni magici”, dedicato  proprio all'universo femminile. [...] Il suo percorso artistico inizia nei  primi anni '50 con una pittura post-impressionista, presto superata dalla nuova  ricerca informale, che concordava pienamente con le forme più avanzate della  pittura internazionale del tempo.
 Ma l'artista, sempre attenta  ai fatti del mondo, non poteva sottrarsi  all'impulso di tradurre in termini figurativi le sue riflessioni e i suoi  giudizi sulla società, che si evidenziano nelle opere di tipo  simbolico-dada  con influenza pop.
 Però all'inizio degli anni '70 la  sua denuncia in arte diventa più sofferta e autobiografica, dove protagonista è  sempre la donna. Ecco dunque il lungo ciclo degli “Interni magici”.
 A partire dagli anni '90, le sue  opere, finalmente libere da dolorose pulsioni intimistiche, si aprono ad una  visiona più libera e solare dove tutto è motivo di interesse ed ispirazione.  Sempre disponibile a nuovi sperimentalismi, continua il suo cammino. (p. 47)
 
 Dall'indice: Interventi: Leggere  oltre la scrittura di Mauro Giancaspro; Il mon coeur mis à nu di  Chiara Rezzuti di Mario Franco; Il Peripato dell'identità di Diana  Gianquitto; Obnubilata mater di Dario Giuglian; Del giardino di Clara  ed altro di Dino Pasquali; Il giardino del sapere; Nota  bibliografica.
  vai alla  teca Arte /  Il piacere di dare...
 Collegamenti  http://www.bnnonline.it/news/giardino_del_sapere.htm 
  http://www.denaro.it/VisArticolo.aspx?IdArt=561332&KeyW=femminilit%C3%A0
 |