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Antonia Pozzi, Nelle immagini l'anima. Antologia fotografica, Milano, Ancora, 2007

«Caro Dino, l'altro giorno hai detto che nelle fotografie si vede la mia anima: e allora eccotele». Con queste parole Antonia Pozzi (1912-1938), poco prima di porre fine alla sua inquieta esistenza, dona all'amico Dino Formaggio una raccolta di fotografie per lei particolarmente significative.
A settanta anni dalla scomparsa, il presente volume alza il velo su quella che fu la seconda anima di
Antonia Pozzi e aiuta a capire le ragioni profonde della sua opera fotografica, anche rispetto al suo destino di poetessa. Poesia e fotografia, verso e immagine, vivono in parallelo nel suo cammino spirituale, come universi distinti e tuttavia affini. Se la poesia è intimamente segnata dall'urgenza del chiarimento ultimo, la fotografia è invece un modo per ritrovare uno sguardo pacificato sul mondo, esprimendone tutta l'infinita bellezza.
Gli album fotografici di Antonia Pozzi sono libri di memorie, diari intimi nei quali si avverte l'attaccamento alla vita e il desiderio di cogliere la ricchezza simbolica e l'essenza profonda delle cose.
Le fotografie qui pubblicate - essenziale e significativa antologia delle oltre 2800 del fondo Pozzi riportano commenti scritti di sua mano o brani scelti dalle sue poesie.

Antonia Pozzi, Panorama, Portofino, 1938
foto da: Antonia Pozzi, Nelle immagini l'anima. Antologia fotografica, Milano, Ancora, 2007, p. 95

Ludovica Pellegatta, nata nel 1973, si laurea in lettere presso l'Università degli Studi di Milano con una tesi sulla fotografia di Antonia Pozzi. Nel 2004 si trasferisce in Francia dove attualmente lavora presso l'agenzia «Magnum Photos» a Parigi.
Tra il 2005 e il 2006 cura la prima versione digitale del catalogo e dell'inventario del fondo  fotografico dell'Archivio Pozzi a Pasturo.

Onorina Dino si laurea in Lettere presso la libera Università Maria Assunta di Roma, con una tesi sulla poesia di Antonia Pozzi. Da allora ha curato tutte le opere della poetessa, preoccupandosi della
rigorosa restituzione filologica dei suoi testi. Per volontà dei genitori dell'artista, custodisce con vigile amore tutte le sue carte e i suoi cimeli, raccolti nella casa di Pasturo, luogo di ispirazione ma anche prediletto da Antonia Pozzi, che ivi compose o elaborò la maggior parte della sue Parole.

(dalla seconda e terza di copertina)

Antonia Pozzi

Antonia Pozzi
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Quando Antonia Pozzi nasce è martedì, 13 febbraio 1912: bionda, minuta, delicatissima, tanto da rischiare di non farcela a durare sulla scena del mondo; ma la vita ha le sue rivincite e Antonia cresce: è una bella bambina […] Il periodo del liceo segna per sempre la vita di Antonia: in questi anni stringe intense e profonde relazioni amicali con Lucia Rozzi ed Elvira Gandini, le «sorelle elettive», appena uscite dal liceo quando lei si affaccia alla prima classe; incomincia a dedicarsi con assiduità alla poesia, ma, soprattutto, fa l'esperienza esaltante e al tempo stesso dolorosa dell'amore. È il 1927: Antonia frequenta la prima liceo ed è subito affascinata dal professore di greco e latino, Antonio Maria Cervi; non dal suo aspetto fisico, che nulla ha di appariscente, ma dalla cultura eccezionale, dalla passione con cui insegna, dalla moralità che traspare dalle sue parole e dai suoi atti, dalla dedizione con cui segue i suoi allievi, per i quali non risparmia tempo ed ai quali elargisce libri, perché possano ampliare e approfondire la loro cultura. La giovanissima allieva non fatica a scoprire dietro l'ardore e la serietà, nonché la severità del docente, molte affinità: l'amore per il sapere, per l'arte, per la cultura, per la poesia, per il bello, per il bene, è il suo stesso ideale; inoltre il professore ha qualcosa negli occhi che parla di dolore profondo, anche se cerca di nasconderlo, e Antonia ha un animo troppo sensibile per non coglierlo: il fascino diventa ben presto amore e sarà un amore tanto intenso quanto tragico, perché ostacolato con tutti i mezzi dal padre e che vedrà la rinuncia alla «vita sognata» nel 1933, «non secondo il cuore, ma secondo il bene», scriverà Antonia, riferendosi ad essa. In realtà questo amore resterà incancellabile dalla sua anima anche quando, forse per colmare il terribile vuoto, si illuderà di altri amori, di altri progetti, nella sua breve e tormentata vita.
Nel 1930 Antonia entra all'università nella facoltà di Lettere e Filosofia; vi trova maestri illustri e nuove grandi amicizie: Vittorio Sereni, Remo Cantoni, Dino Formaggio, per citarne alcune; frequentando il corso di Estetica, tenuto da Antonio Banfi, decide di laurearsi con lui e prepara la tesi sulla formazione letteraria di Flaubert, laureandosi con lode il 19 novembre 1935.
In tutti questi anni di liceo e di università Antonia sembra condurre una vita normalissima, almeno per una giovane come lei, di rango alto-borghese, colta, piena di curiosità intelligente, desta ad ogni emozione […] Questa normalità, si diceva, è, però, solamente parvenza. In realtà Antonia Pozzi vive dentro di sé un incessante dramma esistenziale, che nessuna attività riesce a placare: né l'insegnamento [...] né l'impegno sociale a favore dei poveri, in compagnia dell'amica Lucia; né il progetto di un romanzo sulla storia della Lombardia a partire dalla seconda metà dell'Ottocento; né la poesia, che rimane, con la fotografia, il luogo più vero della sua vocazione artistica. La mancanza di una fede, rispetto alla quale Antonia, pur avendo uno spirito profondamente religioso, rimase sempre sulla soglia, contribuisce all'epilogo: è il3 dicembre del 1938. Lo sguardo di Antonia Pozzi, che si era allargato quasi all'infinito, per cogliere l'essenza del mondo e della vita, si spegne per sempre mentre cala la notte con le sue ombre viola. (da: Antonia Pozzi di Onorina Dino, pp. 5-8)

Dall'indice: Antonia Pozzi di Onorina Dino; L'incanto della soglia di Ludovica Pellegatta; Antologia fotografica, Fonti dei testi citati.

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Collegamenti

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