| Christine de Pizan, La città  delle dame, Roma, Carocci, 2004 «Ahimè, mio Dio, perché non mi  hai fatta nascere maschio? Tutte le mie capacità sarebbero state al tuo  servizio, non mi sbaglierei in nulla e sarei perfetta in tutto, come gli uomini  dicono di essere...» Partendo dall'amara coscienza dell'esclusione -del sapere  del padre, grande scienziato, medico di corte, può «rubare» solo qualche  briciola- ma salvandosi dall'abisso del dubbio e della malinconia, Christine de  Pizan arriva a porre al centro del suo pensiero e della sua intensa e  multiforme attività di scrittrice, che ne fanno una delle personalità più  affascinanti dell'autunno del Medioevo, proprio la differenza di genere.Nella Cité des Dames (1405), sotto la guida di Ragione, Rettitudine e Giustizia, sorge una  visionaria città fortificata, abitata solo da donne: regine, guerriere,  poetesse, indovine, scienziate, martiri,sante. Se i segni del dominio maschile  sono presenti nel martirio delle vergini, nel destino di Lucrezia, di Griselda,  nella città prevalgono le figùre fondatrici - Carmenta romana, che inventò  l'alfabeto, Minerva e Aracne, che fecero del tessere un'arte... - e le grandi  regine, Medea, Semiramide, Pentesilea, a sfidare, orgogliosamente, una secolare  tradizione di misoginia.
 (dalla  quarta di copertina) 
                  
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                      Christine presenting her manuscript to  Queen Isabeau who is surrounded by her ladies in waiting in front of her  elegant large bed. Fig. 26 da: Le livre de la Cité des dames. British Library, Ms. Harley, 4431, f° 290  | 
                      The three virtues appear in Christine's  study as she stands at her desk.Christine and Reason begin to build the wall of  the city.  Fig. 21 da: Le livre de la Cité des dames. British Library, Ms. Harley, 4431, f° 290
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                    |  |  Attiva a corte, protetta da  illustri personaggi, e scrittrice di grande creatività, Christine de Pizan  (1365 ca. - 1430 ca.) è tra le figure più interessanti e significative del  panorama letterario francese tra XIV e XV secolo. La sua produzione, che nasce  in un'epoca di grandi mutamenti, così felicemente definita da Johan Huizinga  come Autunno del Medioevo, e di cui inevitabilmente rispecchia la  sensibilità, spazia dalle composizioni poetiche alle opere allegoriche, morali  e politiche.Dal confronto con un'eredità intellettuale fondamentalmente  maschile emerge in tutta la scrittura di 
                  Christine de Pizan una nuova  forma di identità artistica, tesa a stabilire l'autorità femminile attraverso  la riscrittura della tradizione. Questo tratto fa di lei la prima scrittrice di  professione, soggetto femminile e autonomo, che attinge autorità dalla propria  storia personale ed esperienza. Il Livre de la Cité des Dames, scritto  in pochi mesi, nell'inverno tra il 1404 e il 1405, è l'espressione più matura e  completa di questa posizione.
 L'autrice trae la propria  autorità da quella di tre figure allegoriche, Ragione, Rettitudine e Giustizia  che le appaiono in un momento di grave tristezza generata dalla lettura di un  libro misogino, le Lamentations di Mateolo, opera latina de XII secolo,  tradotta in francese da Jean le Fèvre nel 1370.(da: Introduzione di  Patrizia Caraffi, p. 9)
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 Collegamenti  http://www.ripleyonline.com/Under%20Discussion/Christine/Christine.htm 
  http://crm.revues.org/index3212.html 
  http://www.donneconoscenzastorica.it/bibliografia/depizan.htm
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