Milly Buonanno, Visibilità senza potere. Le sorti progressive ma non magnifiche delle donne giornaliste italiane, Napoli, Liguori, 2005
Al pari di molte altre professioni tradizionalmente maschili, il giornalismo si è aperto all’ingresso delle donne. La televisione, popolata come non mai di presenze femminili negli studi dei telegiornali e sui luoghi, anche remoti e rischiosi, degli eventi notiziabili, esibisce alla percezione collettiva le prove più convincenti perché visibili di questa trasformazione. Correlativamente, in Italia come in altri paesi, le donne sono le più numerose nel frequentare corsi universitari e scuole di giornalismo. Il processo di femminilizzazione del lavoro dell’informazione sembra impetuoso e inarrestabile. Le cose sono davvero come appaiono? Questo libro, scritto dalla sociologa che per prima e in modo continuativo nel tempo ha osservato e analizzato i media – la televisione, l’informazione giornalistica – secondo l’approccio degli studi di genere, fa il punto della situazione. Accesso e carriera. Dalla prospettiva degli anni duemila, il libro ripercorre in modo documentato e alla luce di ipotesi interpretative l’evoluzione degli accessi e delle carriere femminili nel giornalismo italiano nell’ultimo quarto di secolo, facendo emergere gli innegabili progressi e le persistenti zone di criticità, le asimmetrie tra la visibilità della presenza nell’esercizio del mestiere e l’assenza relativa nell’esercizio del potere. Il volume ripropone inoltre ricerche e riflessioni sulle donne giornaliste svolte dall’autrice a partire dalla seconda metà degli anni settanta, così da offrire la ricostruzione completa e integrata di un percorso di studio e insieme del suo oggetto: il processo di femminilizzazione del giornalismo italiano.
Milly Buonanno è professoressa di Sociologia della Comunicazione e Presidente del Corso di laurea in Media e giornalismo nell’Università di Firenze. Dirige l’Osservatorio sulla fiction italiana. Ha pubblicato molto, in Italia e all’estero, su narrativa televisiva e informazione giornalistica. Fra i suoi ultimi libri: Realtà multiple (2004), Mediautori (2003), Le formule del racconto televisivo. La sovversione del tempo nelle narrative seriali (2002).
(dalla quarta di copertina)
Dall’indice: Prefazione di Miriam Mafai; Nota introduttiva; Parte prima - Prospettiva degli anni duemila; 1 – Le giornaliste italiane. Emerse alla visibilità; 2 – Accesso e potere. Una congiunzione mitica; Parte seconda – Retrospettiva; 3 – Anni Settanta. Una componente marginale (1977); Appendice. Testimonianze; 4 – Anni ottanta alla ricerca della differenza (1988). Ipotesi e condizioni di possibilità di un punto di vista femminile sull’informazione; 5 – Anni novanta. Occhio di donna e visione etica (1993); 6 – Voci di giornaliste (1993).
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