Luisa
Muraro, Le amiche di Dio. Scritti di mistica femminile,
a cura di Clara Jourdan, Napoli, D’Auria, 2001
I testi della mistica femminile si possono leggere e studiare
da più punti di vista, religioso, letterario, sociologico, psicoanalitico,
filosofico… Ma nessuno di essi, io sostengo, può ignorare le
strategie della libertà messe in atto dalle loro autrici…
Nella scrittura
mistica, la donna è in rapporto con un altro che non è l’uomo.
I testi sono parlati/parlanti di una esperienza di relazione
i cui termini non stanno interamente nell’ordine di questo mondo…
Non c’è comprensione
adeguata della cosidetta mistica femminile, detto semplicemente,
se non vediamo come quelle donne che chiamo le amiche di Dio,
siano riuscite a fare della relazione con il loro amico la loro
risorsa di libertà per un’avventura celeste e terrena insieme…
...la loro scrittura
si ispira liberamente…
La nozione
di Dio cambiò -bisogna subito precisare- nel senso che divenne,
paradossalmente, superflua, sostituita com’era da un’esperienza
di relazione amorosa: con chi, la scrittura lascia non di rado
sottinteso o dimentica addirittuta di dirci. Non la sostituì
una nozione nuova e migliore; la novità era tutta nelle pratiche
di vita e nel linguaggio. Ma la forza del pensiero non venne
meno per questo, anzi Dio smise di parlare la lingua dei dotti
e della Chiesa per esprimersi con quella delle canzoni d’amore,
della vita quotidiana, del lavoro…
foto
tratta da:http://www.url.it/donnestoria/testi/classici/signoramur.htm
L’invenzione
di pratiche cambiò la ricerca di perfezione con i suoi ritmi
lenti e graduali, in una traiettoria discontinua costellata
da arresti e cadute. I confini tra questo mondo e ciò che lo
trascende straripano; l’ordine di questo mondo, figura provvisoria
di un ordine esterno, si vede minacciato da una specie di disordine
divino…
…lo straripamento
non sa e non rispetta…
…la storia
umana e la trascendenza divina sono superate da una siepe nella
quale la libertà femminile fa un buco, la scrittura disegna
il bordo…
Le scrittrici
mistiche parlano di Dio come di una loro esperienza e di una
loro relazione diretta e perfino esclusiva, poco o nulla badando
a farlo coincidere con il Dio mediato dai dispositivi del potere
…
Dio, dunque,
come facente parte di un dispositivo simbolico “inventato” da
donne per significare una verità apparente sconfinata ed eccessiva…
C’è nella
tradizione mistica occidentale una presenza femminile da cui
non si è potuto prescindere interamente…, non si è riusciti
a mettere tra parentesi l’altro che è donna quando si è trattato
di raccontare la storia dei rapporti tra il genere umano e Dio.
Il percorso della
mistica prende impulso dalle vicissitudini di un’avventura amorosa
fin dal primo momento in relazione con un altro da sé, e si
sviluppa con il dispiego di invenzioni e pratiche il cui rigore
non è inferiore a quello della logica e anzi lo supera, essendoci
di mezzo sempre anche il desiderio…
… perché tiene aperti
i confini e rompe i limiti…
…una maniera
di pensiero che è ricca d’inventiva e strategia, ma non autosufficiente,
né tesa a diventarlo, per non colmare, con le proprie operazioni
ed i propri oggetti il vuoto della mancanza in cui soltanto
si forma l’intelligenza dell’amore…(dall' introduzione,
p. 8-15).
L'opera
contiene: scritti su mistiche del
XII-XIII sec., come Marguerita Porete e Guglielma, e di contemporanee,
come Simone Weil e Clarice Lispector; inoltre una corposa bibliografia.
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