Julia
Kristeva, Le nuove malattie dell'anima, introduzione
di Maria Luisa Angini, Roma, Borla, 1998
La pratica psicoanalitica recente scopre dei "nuovi pazienti".
Al di là delle apparenze classiche, isteria o nevrosi ossessive,
le ferite narcisistiche, i rischi di psicosi, i sintomi psicosomatici
mostrano tutti una particolare difficoltà a rappresentare.
Lo spazio psichico, questa camera oscura della nostra identità
dove si riflettono nello stesso ternpo il male di vivere, la
gioia e la libertà dell'uomo occidentale, sta sul punto di scomparire?
L'insieme di questi studi pone una domanda allarmante che rivela
non soltanto un'urgenza terapeutica, ma anche un problema di
civilizzazione. Come non vedere, ad esempio, che il "ritorno
delle religioni" provoca una rilettura della Bibbia e degli
Evangeli? Che le arti e le lettere s'illuminano di una luce
nuova? Che l'inquietudine sessuale e metafisica delle donne
in Europa è l'indizio di una mutazione profonda nel cuore di
ideologie dei vecchio continente in stato fallimentare?
Queste "nuove malattie dell'anima" sono delle promesse di creatività?
Forse, ma
a condizione di intenderle, di analizzarle, di scriverle (JK).
(quarta di copertina)
foto
da: http://www.stfx.ca/people/mmoynagh/445/more-445/Concepts/subjectivity.html
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La forma del libro, anzitutto. E’ composto da vari saggi, taluni
già pubblicati in contesti diversi, altri inediti. Si potrebbe
vederlo come una “raccolta”, che mette a disposizione documenti
interessanti di un pensiero versatile e molto ricco. Ma lo si
può anche leggere come un susseguirsi di scene in uno spettacolo:
l'attenzione è catturata sì dalle singole scene, estremamente
pregnanti, ma è messa alla prova soprattutto dai cambiamenti
di scena, dall'interrompersi di un quadro per lasciare spazio
ad un altro che con il precedente sembra non avere collegamento
alcuno. Perché mettere insieme le “nuove malattie dell'anima”,
il Controtransfert, la Castrazione simbolica e il Leggere la
Bibbia, Joyce, il Femminismo, il Romanzo adolescente, “La Vergine,
il bambino e S. Anna” di Leonardo? E' questo spezzarsi e susseguirsi
di scene diverse che suona come un “pugno in testa”, per riprendere
l'espressione di Kafka .... (da: Scrivere sull'anima
di Maria Luisa Algini, p. 7)
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