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Attività e progetti | Gruppo di ricerca Soggettività Femminili | Teca 1/2003
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Teca delle nuove accessioni 1/2003

teca

Edith Stein: Mistica e Martire, a cura di L. Borriello, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 1992

Che senso ha parlare di martirio oggi? Indubbiamente, esso rappresenta una realtà attuale e concreta, che individualmente o collettivamente testimonia il nucleo centrale della fede cristiana: Dio ci salva per mezzo del suo Figlio nella pienezza dello Spirito. Il martirio è “affare dei nostri giorni”.
Martire dei nostri giorni, vissuta nelle difficoltà procurate dalle ultime due guerre, Edith Stein ha lasciato un solco profondo nel cuore dell'umanità vivendo nel silenzio la propria vita. La giovane carmelitana, contrassegnata dal numero 44074 nel reparto femminile di Auschwitz, ha saputo mostrare al mondo incredulo che si può ancora amare Cristo sopra ogni cosa e che si può sorridere alla vita vera anche in un terribile campo di concentramento.
Il “caso Stein” rivela ancora oggi, a distanza di cinquant'anni dalla morte della giovane carmelitana, al mondo intero che è sempre possibile l'amore a Dio, come qualcosa di meraviglioso e di straordinario, perché è donazione di sé agli altri.

(quarta di copertina)

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L’opera contiene: Introduzione di P. Redento Maria Valabek; scritti su Edith Stein di: G. Mattai, S. Cavallotto, L. Borriello, C. Betinelli, A. Lobato, G. della Croce, A. Eszer; Bibliografia generale a cura di Edmondo Caruana.

La donna, chi è?
Lungo i secoli varie e differenti, spesso banali, talvolta assurde sono state le risposte alla domanda. Date a seconda della Weltanschauung di chi le ha formulate. Edith Stein ne ha offerta una alla donna e all'uomo degli anni trenta del nostro secolo. Rileva Angela Ales Bello nella prefazione alla II edizione italiana del volume della Stein, La donna: “L'esigenza filosofica che la spinge ad impostare le questioni nella loro radicalità e globalità, si manifesta anche rispetto a questa indagine particolare: ella ritiene necessario esaminare sia la natura maschile che quella femminile per cogliere caratteristiche specifiche ma anche la loro complementarietà.[….Perché convinta] che nessuna soluzione al problema della donna può essere ottenuta se non si ripensa e si stabilisce anche il ruolo dell'uomo”... (da: Il concetto di donna in Edith Stein di Carla Bettinelli, p. 117)

Edith Stein è oggi conosciuta in tutto il mondo come un'intelligenza di elevate qualità espressive ed evolutive. I suoi scritti, e non solo quelli filosofici e pedagogici, rivelano in lei la preoccupazione di arrivare alla verità, di studiarla con chiarezza nell'essenzialità, di scoprire nuovi orizzonti, ma anche l'impegno serio di sottoporre tutto a esame critico. Ma in lei è ancora viva una forte emotività, una ricca carica di sentimenti che, da una parte, creano dei momenti di acuta sofferenza, mentre dall'altra la conducono verso l'interiorizzazione di tutta la sua vita, e precisamente su un cammino segnato dall'idea dominante della croce.

In Edith Stein la croce, considerata nell'aspetto simbolico di continua sofferenza, portata avanti con forza e fede, si trasforma, attraverso l'intimo contatto con colui che sul legno della croce ha compiuto l'opera della salvezza, in mezzo per superare la stessa sofferenza e accende in lei un immenso desiderio di inabissarsi nel suo mistero. Ogni incontro con la croce diventa in lei un'esperienza sempre più profonda della sofferenza come dimensione mistica della sua vita. Nel suo ultimo biglietto, scritto alla sua madre priora poco prima della deportazione ad Auschwitz-Birkenau, scrive: “Ave crux, Spes unica. La scienza della croce non si comprende se non quando la si sperimenta in sé”. Poche parole che formano la sintesi di una “scienza crucis” vissuta…(da: La mistica della croce di Giovanna della Croce, p. 171)


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