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Attività e progetti | Gruppo di ricerca Soggettività Femminili | Teca 1/2003
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Teca delle nuove accessioni 1/2003

teca

Maria Zambrano, Filosofia e poesia, a cura di Pina De Luca, Bologna, Edizioni Pendragon, 1998

Maria Zambrano (1904-1991) è una delle figure più complesse e vive del Novecento spagnolo. Nel suo pensiero convergono e si fondono la riflessione politica - fece parte del gruppo dirigente della rivista "Hora de Hespaña", fu nel Comitato di Propaganda e nel Consiglio Nazionale dell'Infanzia Evacuata - la mistica di Juan de la Cruz, la poesia di Machado, l'insegnamento di Ortega y Gasset. Da questo intreccio scaturisce la sua proposta di una ragione poetica. Fra le opere pubblicate in Italia ricordiamo Chiari di bosco (Feltrinelli 1991), I beati (Feltrinelli 1992), Verso un sapere dell'anima (Raffaello Cortina 1996).

(quarta di copertina )

L'opera contiene: Introduzione di Pina De Luca; Filosofia e poesia di Maria Zambrano; Bibliografia a cura di Flavia Garofalo.

Maria Zambrano

Maria Zambrano scrive Filosofia e poesia nell'autunno del '39. Un autunno di "indecible bellezza", ricorda nella prefazione all'edizione dell'87. Ma vi è qualcosa che lega I"indecible belleza" di quell'autunno messicano, nel quale il libro nasce, all'abbandono della propria terra - la guerra civile spagnola si era tragicamente conclusa - e quindi alla condizione dell'esilio?
Forse la poesia di Trakl può aiutare a stabilire un simile nesso, nesso che trapassando in Filosofia e poesia vi agisce come intima intenzione che è già stile filosofico. L'autunno è per Trakl figura dell'opposizione: "splendore ingiallito" dei giorni estivi, "puro azzurro", "sommesse risposte", "oscure domande". Nella sua quiete si raccoglie sia l'indugiare nella sosta del solitario che il "vagare" dell'"anima azzurra" nel suo distaccarsi "dai cari, dagli altri". L'autunno è così la calma della pausa in cui prende l'avvio un movimento lento, persistente, che allontana e distacca da ciò che è noto e familiare avviando verso quell'inizio che è dopo ogni consumo. Questo è anche il tempo che scandisce l'esilio della Zambrano e ne costituisce il senso. E l'esilio trascende gli accadimentí storici che pur l'hanno provocato e si afferma come il modo di acconsentire alla propria vocazione filosofica .... (da: Nascere all’esilio di Pina De Luca, p. 7)

Sebbene in alcuni fortunati mortali poesia e pensiero si siano incontrati e abbiano coinciso, sebbene in altri - ancora più fortunati - si siano fusi in un'unica forma espressiva, non vi è dubbio che, nel nostro contesto storico-culturale, poesia e pensiero si contrappongano con nettezza. Entrambe le forme espressive, infatti, vogliono per sé, in eterno, il luogo in cui l'anima si annida, e questo loro reciproco disputare ha spesso sciupato vocazioni poetiche e reso sterili angosce degne di ben altro sbocco concettuale. Un altro motivo decisivo per cui non possiamo abbandonare l'argomento è che oggi poesia e pensiero ci appaiono come due forme incomplete e ci vengono incontro come due metà dell'uomo: il filosofo e il poeta. Nella filosofia non si trova l'uomo intero; nella poesia non si trova la totalità dell'umano. Se nella poesia troviamo direttamente l'uomo concreto, individuale, nella filosofia ci imbattiamo nell'uomo inserito nella sua storia universale, nel suo voler essere. La poesia è incontro, dono, scoperta venuta dal cielo. La filosofia è ricerca, urgente domanda guidata da un metodo …. (da: Pensiero e poesia di Maria Zambrano, p. 29)


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