Da:
Eleonora Chiti, La De Magistris, Ferrara, Luciana Tufani
Editrice, 1996, p. 8
Ma cosa ci fanno tante donne nel tempio della cultura patriarcale?
E cosa ci fa tanta cultura patriarcale nelle mani delle donne? La
professoressa è la femmina del professore, come l’elefantessa? O
è la donna del futuro, scattante e dotata di una differente maestria?
In queste storie a fumetti sembra piuttosto avvilita o entusiasta,
realistica o illusa, conflittuale o solidale … ma soprattutto buffa.
Lori
è la firma di Eleonora Chiti, lucchese, che vive e lavora a Livorno.
Insegnante di liceo, si occupa di didattica e aggiornamento, di
critica letteraria e di saggistica, con un interesse specifico per
il rapporto tra parola e immagine per la scrittura delle donne.
E parte attiva del Centro Donna livornese. Ha esordito come disegnatrice
vincendo la prima edizione della biennale “Le donne ridono” nel
1985, iniziando subito dopo a collaborare a Leggere Donna,
su cui ha una pagina fissa, e a Il foglio de il Paese delle Donne
… Ha collaborato anche con Aspirina e, saltuariamente, con
Satyricon, Tango, Minerva, Noi Donne. Questo libro raccoglie
una parte dei disegni pubblicati negli anni, oltre a numerose tavole
inedite.
(quarta
di copertina)
Se
è vero che nomem omen: benvenuta De Magistris! Metafora della
scuola che tutti avremmo voluto (e quasi nessuno di noi ha potuto)
frequentare, la professoressa De Magistris - vulgo: “quella” di
lettere - assolve egregiamente il compito di stimolare la doppia
identificazione con l’insegnante e con la donna, in un inesauribile
ventaglio di soluzioni narrative …. Diario scolastico starnonescamente
pungente che, al pessimismo nichilista di Starnone percorso da vene
sadiche, sostituisce, recuperando l’obsoleta categoria dell’ottimismo
della volontà, l’impegno positivamente concreto della risposta quotidiana.
La De Magistris rovescia e oppone ai modelli congelati nell’immutabile
fissità della nostalgia dei vari Ricordi di scuola, l’attiva flessibilità
della riflessione …. (da: Benvenuta De Magistris, di Paola
Pallottino, p. 5).
Collegamenti
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