Laura
Boella, Le imperdonabili, Etty Hillesum, Cristina Campo,
Ingeborg Bachmann, Marina Cvetaeva, Mantova, Tre Lune Edizioni,
2000
Perfezione
è la parola chiave dell’imperdonabile: essa riassume
un intero catalogo di virtù legate alla verità,
alla bellezza, alla aristocrazia: silenzio, attesa, capacità
di durare, grazia, leggerezza, ironia, sensi fini, occhio fermo,
chiarezza, sottigliezza, agilità, impassibilità.
Ma poiché si tratta di perfezione rubata a un mondo che
la disconosce o non sa che farsene, scovata nei luoghi e nei
generi più diversi, in un grande filosofo o nella mossa
di una ballerina, nella rilegatura di un libro o in antiche
stoffe preziose, imperdonabile è la non contemporaneità,
non essere segno, testimone del proprio tempo, ma stare avanti
o indietro rispetto a esso, in ogni caso in posizione eccentrica,
senza legami con saperi costituiti o con ideologie.
Imperdonabile è dunque assolutezza, purezza, o almeno
l’aspirazione a esse: la cifra, viene subito da dire, della
parola e dell’esistenza femminile, in qualunque forma si esprima,
teoretica, poetica, religiosa.(Laura Boella)
(quarta
di copertina)
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Riprendendo
– al femminile – il titolo di una raccolta di scritti di Cristina
Campo, il libro è dedicato a: Etty Hillesum:
ebrea olandese che ha lasciato nelle lettere e nei diari, scritti
nel vivo della persecuzione antiebraica, una testimonianza spirituale
in cui temi etici e mistici vengono ricreati in una luce contemporanea;
Cristina Campo: scrittrice segreta e volontariamente
invisibile, una delle prime lettrici e interpreti di Simone
Weil;
Ingeborg Bachmann: la famosa scrittrice austriaca,
il cui lascito intellettuale è tuttora minacciato da
pregiudizi e interpretazioni convenzionali;
Marina Cvetaeva: una delle voci più
alte della poesia russa, nelle cui lettere e diari si esprime
un’avventura intellettuale e umana profondamente legata alle
radici della cultura russa e allo sconvolgimento della rivoluzione.
Imperdonabili perché la quasi totale
invisibilità delle prime due e l’eccessiva, spesso creatrice
di leggende di facile consumo, visibilità e fama delle
altre rende impossibile classificarle o inserirle in un ordine,
in un contesto.
Imperdonabili perché avanti e indietro
rispetto al loro tempo, consumate dalla passione per la perfezione,
indecifrabili e ispirate.
Imperdonabili perché carne e specchio
dell’imperdonabile della nostra epoca.
Laura Boella concentra la sua attenzione sui testi non strettamente
poetico-letterari delle quattro scrittrici. Etty Hillesum ha
lasciato solo lettere e diari, Cristina Campo ha scritto pochissimo,
rari saggi e poesie, recensioni, preziose traduzioni, articoli
sotto pseudonimo, Ingeborg Bachmann e Marina Cvetaeva fanno
nascere i loro testi specificamente letterari e poetici dal
“drenaggio” di quaderni, lettere, saggi critico-letterari o
filosofici. Si tratta di testi caratterizzati dall’importanza
della relazione intersoggettiva – amicizia, rapporto autore-pubblico
– e all’incontro con ciò che accade sulla scena spesso
catastrofica della storia contemporanea.
Laura Boella vede in essi l’espressione di una creatività
specifica. Incontrando le lettere, i diari, i quaderni, i saggi
delle “imperdonabili”, accade qualcosa di diverso, per quanto
strettamente intrecciato, rispetto all’esperienza dell’opera
d’arte.
I confini dell’esperienza vengono ridisegnati, l’esperienza
viene ampliata, “drenata”, prolungata verso il suo mistero.
Scrivere diventa accoglienza, ospitalità, ospitalità,
incontro, relazione, amicizia.
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Laura
Boella insegna Filosofia Morale all’Università
Statale di Milano. Tra le sue pubblicazioni recenti: Hannah
Arendt. Agire politicamente, pensare politicamente, Feltrinelli1995;
Cuori pensanti. Hannah Arendt, Simone Weil, Edith Stein, Maria
Zambrano, Tre Lune 1998; Per amore di altro. L’empatia
a partire da Edith Stein, (con Annarosa Buttarelli), Cortina
2000.
(seconda
e terza di copertina)
Collegamenti
Donne
e conoscenza storica
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