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Attività e progetti | Gruppo di ricerca Soggettività Femminili | Teca 1/2004
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Teca delle nuove accessioni 1/2004

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Fatema Mernissi, Islam e democrazia. La paura della modernità, Firenze, Giunti, 2002

L’Islam è compatibile con la democrazia? Il dispotismo è destinato a prevalere nel mondo islamico, o sarà invece possibile l'affermazione di società pluraliste e democratiche? Quali sono le responsabilità dell'Occidente nell'instaurazione di regimi islamici autoritari, particolarmente ostili alle donne e ai loro desideri e diritti? Come reagire alla paura e al senso d'impotenza scatenati dalla Guerra del Golfo, dalla catena di avvenimenti luttuosi legati agli attentati dell'11 settembre 2001 e al conflitto in Medio Oriente?
Fatema Mernissi cerca antidoti efficaci contro le regressioni autoritarie e la violenza: da un lato, le correnti dell’"umanesimo” musulmano, alimentate dai sostenitori della laicità dello Stato, dalle donne che reclamano libertà, da chiunque nel passato e nel presente abbia opposto resistenza al fondamentalismo. Dall'altro, quello che nelle sue opere più recenti va definendo come "l' Islam cibernetico".
La forza che plasma il mondo islamico di oggi non è tanto la religione – questa è la sua tesi provocatoria - ma piuttosto la tecnologia informatica: le TV satellitari indipendenti come al-Jazira che contrastano la propaganda dei nuovi despoti islamici e la disinformazione delle potenze occidentali, le reti Internet a cui si rivolgono soprattutto i giovani e le donne, in tutti i paesi musulmani.
Strumenti cruciali tanto in Oriente come in Occidente, che incoraggiano l'arte del confronto verbale e della mediazione, perché il terrorismo può essere fermato soltanto da un dialogo nutrito di reciproca conoscenza, di giustizia sociale e pacifici commerci.

Fatema Mernissi è nata a Fez, in Marocco, nel 1940: docente di sociologia e attualmente ricercatrice presso l'istituto Universitario di Ricerca Scientifica (IURS) dell'Università di Rabat Mohammed V, studiosa del Corano e narratrice, da molti anni s'impegna nella scrittura, nell'insegnamento in ambito internazionale e nel lavoro culturale per migliorare le forme di comunicazione nella società civile.
I suoi libri sono letti in tutto il mondo e tradotti in più di venti lingue; in Italia è nota soprattutto per il successo di La terrazza proibita (Giunti, 1996), seguito da L'harem e l'Occidente (Giunti, 2000); sono stati tradotti in Italia anche Le donne del Profeta (Ecig, 1992), Le sultane dimenticate (Marietti, 1992), Chahrazad non è marocchina (Sonda, 1993).

(seconda e terza di copertina)

Ingrandisci - Foto da: I wish i were a bird to fly to my home land

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