Fatema
Mernissi, Islam e democrazia. La paura della modernità,
Firenze, Giunti, 2002
L’Islam
è compatibile con la democrazia? Il dispotismo è
destinato a prevalere nel mondo islamico, o sarà invece
possibile l'affermazione di società pluraliste e democratiche?
Quali sono le responsabilità dell'Occidente nell'instaurazione
di regimi islamici autoritari, particolarmente ostili alle donne
e ai loro desideri e diritti? Come reagire alla paura e al senso
d'impotenza scatenati dalla Guerra del Golfo, dalla catena di
avvenimenti luttuosi legati agli attentati dell'11 settembre
2001 e al conflitto in Medio Oriente?
Fatema Mernissi cerca antidoti efficaci contro le regressioni
autoritarie e la violenza: da un lato, le correnti dell’"umanesimo”
musulmano, alimentate dai sostenitori della laicità dello
Stato, dalle donne che reclamano libertà, da chiunque
nel passato e nel presente abbia opposto resistenza al fondamentalismo.
Dall'altro, quello che nelle sue opere più recenti va
definendo come "l' Islam cibernetico".
La forza che plasma il mondo islamico di oggi non è tanto
la religione – questa è la sua tesi provocatoria - ma
piuttosto la tecnologia informatica: le TV satellitari indipendenti
come al-Jazira che contrastano la propaganda dei nuovi despoti
islamici e la disinformazione delle potenze occidentali, le
reti Internet a cui si rivolgono soprattutto i giovani e le
donne, in tutti i paesi musulmani.
Strumenti cruciali tanto in Oriente come in Occidente, che incoraggiano
l'arte del confronto verbale e della mediazione, perché
il terrorismo può essere fermato soltanto da un dialogo
nutrito di reciproca conoscenza, di giustizia sociale e pacifici
commerci.
Fatema
Mernissi è nata a Fez, in Marocco, nel 1940: docente
di sociologia e attualmente ricercatrice presso l'istituto Universitario
di Ricerca Scientifica (IURS) dell'Università di Rabat
Mohammed V, studiosa del Corano e narratrice, da molti anni
s'impegna nella scrittura, nell'insegnamento in ambito internazionale
e nel lavoro culturale per migliorare le forme di comunicazione
nella società civile.
I suoi libri sono letti in tutto il mondo e tradotti in più
di venti lingue; in Italia è nota soprattutto per il
successo di La terrazza proibita (Giunti, 1996), seguito
da L'harem e l'Occidente (Giunti, 2000); sono stati
tradotti in Italia anche Le donne del Profeta (Ecig,
1992), Le sultane dimenticate (Marietti, 1992), Chahrazad
non è marocchina (Sonda, 1993).
(seconda
e terza di copertina)
Collegamenti
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www.ecologiasociale.org
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