Domestic
violence among some Palestinian refugee communities in Lebanon:
an exploratory study and ideas for further action (Violenza
domestica nelle comunità di rifugiati palestinesi in
Libano. Un ampio studio e idee per azioni future), a cura
di Aziza Khalidi, Beirut, Association “Najdeh”, 2000
Questo
documento è la relazione di una ricerca condotta dall’Associazione
Najdeh nelle comunità dei rifugiati palestinesi
in Libano. È un resoconto del lavoro svolto per quest'
impegnativa ricerca, dove i ritrovamenti erano direttamente
incanalati verso un piano di sviluppo per un intervento all’indirizzo
del problema. Il fascicolo rappresenta il risultato degli sforzi
fatto dai responsabili della raccolta dati, operatori dell’Association
Najeh, the Women’s Commision for refuges Women and Children
insieme a un indipendente gruppo di ricerca.
Il servizio si indirizza prevalentemente sul problema della
violenza domestica, esamina numerosi casi e cause di tale violenza,
come pure la relazione tra violenza contro donne e alcuni fattori
socioeconomici, i ritrovamenti danno una conoscenza attuale
circa la violenza domestica. Si rende evidente che la violenza
domestica costituisce un problema tra le popolazioni di rifugiati
studiate. Contiene anche una raccolta di informazioni per operare.
(quarta
di copertina)
Ruolo
e obiettivi dell’Associazione Najdeh
Costituita
nel 1978, l’Associazione Najdeh è un' ONG registrata
e indipendente, che lavora nei e per i campi profughi palestinesi
in Libano. Lo scopo fondamentale di Najdeh è di conferire
potere alle donne, l’elemento più svantaggiato della
comunità dei profughi, fornendo loro gli strumenti necessari
per avere un ruolo più rilevante nella loro comunità.
Le donne, diventando più produttive e sicure di sé,
contribuiscono concretamente a uno sviluppo durevole di tutta
la comunità dei profughi palestinesi in Libano.
Najdeh
offre molti programmi per raggiungere questi scopi. I suoi programmi
comprendono addestramento professionale, alfabetizzazione, tutoraggio
scolastico e lezioni di lingua inglese, come pure assistenza
sociale, offrendo borse di studio e assistenza sanitaria alle
donne e alle loro famiglie. Najdeh ha anche un programma per
la Violenza Domestica, con laboratori sui diritti delle donne,
sulla violenza domestica e la soluzione dei conflitti. Sono
stati inoltre organizzati Centri di consulenza per assistere
le donne e i bambini che sono vittime della violenza. Il progetto
Al Badia per il ricamo dà lavoro ad oltre 100 donne.
In aggiunta al lavoro e allo studio, le donne hanno bisogno
di avere la sicurezza che i loro figli siano in buone mani.
Questo è uno scopo fondamentale del programma di educazione
prescolare di Najdeh, che si realizza attraverso le scuole materne.
Inoltre le scuole materne offrono ai bambini svantaggiati la
possibilità di apprendimento e di gioco creativo. Si
organizzano anche, fra l’altro, attività estive per i
giovani. Le attività per l’acquisizione di una coscienza
sociale sono organizzate in concomitanza ai relativi programmi
(gli argomenti sono: i diritti delle donne, i diritti dei bambini,
la violenza domestica, la salute in rapporto alla riproduzione
ecc.). Il personale di Najdeh è composto per lo più
da donne e membri della comunità dei campi profughi.
L’associazione Najdeh opera in 26 centri, 24 dei quali sono
situati in nove campi profughi. Tuttavia essa si rivolge anche
ad altri campi, soprattutto per le attività per l’acquisizione
di una coscienza sociale. Najdeh lavora in tutte le regioni:
Beirut, Sidon, Tyre, North e Beqaa. Najdeh crede che i suoi
programmi, che raggiungono circa 4000 profughi l’anno, abbiano
un tangibile impatto sulle donne e i bambini. L’associazione
è anche impegnata in attività di difesa dei diritti,
promuovendo così ulteriormente i diritti dei palestinesi,
specialmente il Diritto al Ritorno.
Violenza
domestica
È
un programma che ricopre l’intero territorio libanese. Il campione
è costituito dal 90% delle donne palestinesi e 10% libanesi.
L’associazione Najdeh lavora su questi temi in collaborazione
con un'altra associazione, AISHA. Aziza Kalidi è la responsabile
della progettazione e Majda della ricerca.
Prima si sono organizzati programmi di formazione per lo staff.
Successivamente si sono creati dei centri di accoglienza per
le donne. La violenza sessuale è inserita nel programma
più generale di analisi della violenza ed emerge solo
quando le donne hanno l’opportunità di parlarne direttamente.
Per tale motivo si è voluto stilare un questionario che
rimane anonimo. Si può, volendo, risalire alla famiglia
delle donne che hanno riempito i questionari e si opera solo
con la famiglia di appartenenza.
I dati raccolti sono stati analizzati attraverso rilevazioni
a campione. Il primo livello di questionario è teso ad
ottenere uno screening per elevare la consapevolezza delle donne.
Il secondo livello ha come obiettivo l’ascolto delle donne,
ed è solo attraverso la posizione dell’ascolto che è
possibile ottenere un affidamento; le donne che hanno scelto
di formare una relazione con le operatrici sono indirizzate
ai successivi Work shop. I dati rilevati s' inseriscono in una
griglia che analizza: Consapevolezza – Attitudini – Strumenti.
Per ora non è avvenuta nessuna possibilità di
impatto sociale poiché i vari gruppi confessionali producono
autonome legislazioni e non si ha un reale diritto di famiglia.
[queste informazioni sono ricavate da un incontro delle responsabili
del progetto a Beirut con alcune Donne in nero di Napoli nel
settembre 2003]
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