Luce
Irigaray, Chi sono io? Chi sei tu? La chiave per una convivenza
universale, [Parma], Biblioteca di Casalmaggiore, 1999
Gli
scolari di Casalmaggiore - dopo tanti altri in Italia o in Francia
- dimostrano attraverso le loro parole e i loro disegni che
ragazze e ragazzi vivono in modo diverso i rapporti con sé,
con l'altro, con il mondo.
Simile differenza non si riduce a componenti biologiche o sociali:
esiste un’identità relazionale propria del soggetto maschile
e del soggetto femminile.
Lo scopo di questo libro è di svegliare la coscienza
dei ragazzi e delle ragazze alla loro identità di genere
e di insegnar loro a dialogare con l’altro/a nel rispetto delle
rispettive differenze.
Questo libro apre anche delle vie verso nuovi metodi pedagogici
sia per i genitori sia per gli insegnanti, ma anche per tutti
gli artigiani del mondo sociale e politico - la differenza sessuale
rappresenta di fatto la chiave più universale per la
convivenza fra gli umani.
Luce
Irigaray è francese, vive e lavora a Parigi. Ha una formazione
che spazia dalla filosofia alla linguistica, alla psicologia,
alla psicoanalisi.
Sul piano teorico e su quello politico, lavora per l’avvento
di una cultura a due soggetti, 1’uno maschile e l’altro femminile,
attenti alle reciproche differenze, capaci insieme di generare
un mondo più giusto e più felice. Tra le sue opere
pubblicate in italiano si ricordano Speculum, Etica della
differenza sessuale, Amo a te, Essere due, La democrazia comincia
a due, Tra Oriente e Occidente.
(dalla
quarta di copertina)
Questo
libro non parla dei ragazzi, li lascia parlare. Li lascia dire
ciò che di solito si tengono per loro o si sussurrano
fra di loro. Ciò che gli adulti non vogliono ascoltare
– i maestri rimandano ai genitori, i genitori ai maestri -,
perché questo risveglia in loro problemi personali, perché
pure non sanno loro stessi che dire o che pensare.
Si tratta, in effetti, di identità sessuata. […] Le parole
che pronunciano i ragazzi, le ragazze, in uno spazio offerto
a loro con amore e serenità, sono vere, sincere, talvolta
stupende di verità. Certo per aiutarli a esprimersi con
tranquillità, è necessario creare un ambito, proporre
una cornice, che permetta loro di superare la difficoltà
o la vergogna di dire cose inconsuete e perfino di manifestarle
a voce in presenza degli altri. […] certo la ragazza prova più
facilità a trasformare in amore l’astrazione sessuale
verso l’altro, ma l’incontro fra maschio e femmina richiede
sia il corpo sia l’anima. Bisogna educare il desiderio fisico
e il desiderio psichico. Una relazione con l’altro genere si
prepara attraverso la presa di coscienza della propria identità
e dell’identità dell’altro/a. Rimuovere l’attrazione
non serve, è necessario trasformarla per permettere una
crescita personale e una condivisione feconda con l’altro, non
solo a livello corporale, ma anche a livello spirituale. (da:
Introduzione, pp. 7-11)
Negare
che esiste la differenza fra ragazze e ragazzi equivarrebbe
a chiedersi gli occhi o le orecchie, a optare per la cecità
o la sordità. […] Insegnare l’uguaglianza fra i generi
a livello sociale secondo me produce soltanto ideologia se il
ragazzo non è capace di rivolgersi alla sua compagna
di classe attraverso un “tu” rispettoso della sua diversità.
[…] Come spesso accade, le realtà più evidenti
rimangono nascoste. È così per la differenza sessuale
intesa non solo ai livelli biologico e sociale – condivisi dallo
stesso mondo animale – ma come differenza capace di assicurarsi,
attraverso un’infinità di relazioni a due, il passaggio
dalla natura alla cultura grazie a una trasformazione dell’attrazione
fra i sessi in un divenire dell’umano in quanto tale. (da: Per
concludere, pp. 163-71)
Collegamenti
http://www.atuttascuola.it
http://www.materdea.net
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