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Teca delle nuove accessioni 1/2005

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Gemma Beretta, Storie di affidamento. L’obbligo leggero, Napoli, Liguori, 2003

Questo libro racconta quattro storie di affidamento, ciascuna delle quali è stata raccolta con il metodo delle interviste, decostruite e ricostruite poi per capitoli tematici come se si trattasse del montaggio di un video. La costruzione del testo permette tre livelli di lettura: per storie (Storia di Manuela, Marcello, Maurizio; Storia di Anna, Manuel, Roberto, per tacere di Davide e Gabriele; Storia di Angelo e Marica; Storia di Giovanni), per questioni (Un’estranea fra noi, Continuare l'opera della madre, L’obbligo della convivenza, Relazioni vincoli fiducia affidamento, Adolescenti, Il padre che non c'è) e, ancora, per approfondimenti tematici (voce guida, primi piani, note), che esprimono il punto di vista teorico da cui muove la ricerca contenuta nel libro.
Affidamento, si dice qui, è aiutare un bambino, un ragazzo, una ragazza a fare l’esperienza del “valere”, cioè del “riconoscersi come valore”. Narrano questa esperienza un’affidata, alcuni affidatari, alcune madri affidanti e operatori sociali. Punti di avvistamento diversi che contribuiscono a illuminare la scena […] In una società come la nostra, intrisa del linguaggio dei diritti, cosa succede se cominciamo a parlare della questione dei bisogni dell’infanzia e dell’adolescenza muovendo dalla nozione di obbligo così come Simone Weil la elabora e se ci interroghiamo a partire da ciò che ogni adulto o bambino o ragazza è in grado di attivare a partire da sé?

Gemma Beretta si è laureata in Filosofia presso l’Università degli Studi di Milano nel 1991. Tra gli anni 1989 e 1996 ha collaborato con la Libreria delle donne di Milano e la rivista “Via Dogana”. Fa parte dell’Associazione N.A.T.U.R.&-Onlus di Seveso nell’ambito della quale ha un compito di direzione sociale e vive l’esperienza dell’affidamento e della convivenza nella dimensione di una Casa Aperta. Nel 1993 ha pubblicato con Editori Riuniti la ricerca biografica Ipazia d’Alessandria.

(dalla quarta di copertina)

La nozione di obbligo sovrasta quella di diritto, che le è relativa e subordinata. Un diritto non efficace di per sé, ma solo attraverso l’obbligo cui esso corrisponde, l’adempimento effettivo di un diritto non proviene da chi lo possiede, bensì dagli altri esseri umani che si riconoscono, nei suoi confronti, obbligati a qualcosa. (Simone Weil, La prima radice, p. VII)

Per la sua struttura narrativa aperta il libro è anche detto da chi ha partecipato alla lunga fase di elaborazione Libro parlato. Questa espressione – per chi appartiene alla generazione di chi scrive – ricorda le fiabe accompagnate da un disco o da un nastro registrato che facevano la gioia delle lunghe serate estive nell’infanzia: immagini e suoni che aiutavano a comporre la trama di storie che sono poi entrare a far parte del nostro modo di osservare il mondo, le cose, le relazioni umane. (da: Premessa, p. 2)

Collegamenti

http://www.liguori.it
http://www.url.it/donnestoria
http://centrostudi.gruppoabele.org



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