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Teca delle nuove accessioni 1/2005

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Ovidie, Porno Manifesto. Storia di una passione proibita, Milano, Baldini & Castoldi, 2003

Femminismo, sesso e un nuovo ponte tra teoria e azione: la pornografia. Giovane, graziosa, colta e decisamente di buona famiglia, Ovidie Becht si è immolata alla causa del porno rovesciando luoghi comuni e preconcetti: non per denaro né per sesso. Per l’idea. L'idea che il femminismo europeo è antico, poco coraggioso, legato a figure e tesi non più attuali, fossilizzato nella ricerca della parità, forte contro i fantasmi ridondanti del passato, fragile nei confronti di nemici nuovi e più pericolosi. Pericolosi come la schiavitù da consumo, la combustione frenetica di tutto, denaro, vestiti, sesso, come un’orgasmica «raccolta di punti del supermercato»; argomenti scomodi che l'hanno messa nel mirino della borghesia liberale e delle femministe francesi. Ma Ovidie ha scritto anche per dare luce e visibilità alla sua scelta, all'idea che la lavoratrice del sesso, la professionista del porno meriti uno statuto e una considerazione diversa da quel comune senso del torbido e del proibito che la accompagna.
Davanti e dietro alla telecamera, nei salotti televisivi e sui giornali di tutto il mondo, Ovidie parla e lo fa con forza e chiarezza, senza nascondersi, affronta tutte le zone d’ombra del suo mondo (il mercato del porno) e smonta e sfata luoghi comuni come lo sfruttamento di minorenni, i maltrattamenti e l'uso di droghe pesanti sui set delle produzioni cinematografiche a luci rosse. E gira l’accusa a mondi più patinati ma di certo anche più violenti e densi di ipocrisia, come quello della moda e del cinema istituzionale. «Non ci sono maniaci sessuali, siamo seri lavoratori, ostracizzati a torto e per niente bisognosi di essere salvati». Orgoglio e lucidità per un saggio che in Francia ha fatto scandalo e aperto una nuova era nel dibattito femminista.

Ovidie Becht ha 22 anni, ha recitato in più di quaranta film a luci rosse e ne ha diretti due. Figura straordinaria e unica, Ovidie è la prima pornostar femminista. Questo è il suo primo saggio.

(dalla seconda e terza di copertina)

Sono stata un membro attivo in molti movimenti politici libertari/sinistroidi/antisessisti tra il 1994 e il 1998. […] Le parole d’ordine erano un classico: «No alla donna-oggetto, no alla donna schiava, no alla donna marionetta, no alla donna serva …» e simili. […] Ogni donna che cura il proprio aspetto e che abbia del sex-appeal viene considerata sottomessa. […] È stato in questo periodo di militanza che sono divenuta fan di Jenna Jameson. Jenna è tutto quello che c’è di più detestabile da un punto di vista antisessista. […] Corrispondeva in tutto e per tutto al ritratto tipico della donna – oggetto. Eppure, l’ho vista in numerosi film e non mi è mai parsa sottomessa. Sprigionava un’incredibile potenza sessuale. (da: Prologo, pp. 11-2)

La voglia di diventare attrice di film porno mi è venuta poco prima che compissi diciassette anni. […] Pensavo di vedere cose orribili, ragazze che soffrivano, animali, scatologia, caricature di bamboline, immagini brutali. Al contrario, non ho trovato altro che belle copertine con belle donne […]. (da: Introduzione, pp.14-5)

Dall’indice: Prologo; Introduzione; I danni del femminismo; Scoperta e analisi dei discorsi contro la pornografia; La funzione ideologica del corpo nella pornografia di oggi; Il femminismo pro-sex; Ritratti di donne del mondo della pornografia e altre femministe pro-pornografia; Porno-chic, movimento di riconquista del sesso da parte delle donne, televisione guardona e altre invenzioni medianiche; Intervista a Coralie Trinh Thi; Fare la pornostar in Francia: ritratti di tre lavoratori del sesso Andschana, Océane, Titof; Consigli per chi incontra una pornostar per la prima volta; Il sesso non è un' emergenza.

Collegamenti

http://www.donnealtri.it
http://www.emsf.rai.it/
http://www.cineforum.bz.it


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