Ovidie,
Porno Manifesto. Storia di una passione proibita,
Milano, Baldini & Castoldi, 2003
Femminismo,
sesso e un nuovo ponte tra teoria e azione: la pornografia.
Giovane, graziosa, colta e decisamente di buona famiglia, Ovidie
Becht si è immolata alla causa del porno rovesciando
luoghi comuni e preconcetti: non per denaro né per sesso.
Per l’idea. L'idea che il femminismo europeo è antico,
poco coraggioso, legato a figure e tesi non più attuali,
fossilizzato nella ricerca della parità, forte contro
i fantasmi ridondanti del passato, fragile nei confronti di
nemici nuovi e più pericolosi. Pericolosi come la schiavitù
da consumo, la combustione frenetica di tutto, denaro, vestiti,
sesso, come un’orgasmica «raccolta di punti del supermercato»;
argomenti scomodi che l'hanno messa nel mirino della borghesia
liberale e delle femministe francesi. Ma Ovidie ha scritto anche
per dare luce e visibilità alla sua scelta, all'idea
che la lavoratrice del sesso, la professionista del porno meriti
uno statuto e una considerazione diversa da quel comune senso
del torbido e del proibito che la accompagna.
Davanti e dietro alla telecamera, nei salotti televisivi e sui
giornali di tutto il mondo, Ovidie parla e lo fa con forza e
chiarezza, senza nascondersi, affronta tutte le zone d’ombra
del suo mondo (il mercato del porno) e smonta e sfata luoghi
comuni come lo sfruttamento di minorenni, i maltrattamenti e
l'uso di droghe pesanti sui set delle produzioni cinematografiche
a luci rosse. E gira l’accusa a mondi più patinati ma
di certo anche più violenti e densi di ipocrisia, come
quello della moda e del cinema istituzionale. «Non ci
sono maniaci sessuali, siamo seri lavoratori, ostracizzati a
torto e per niente bisognosi di essere salvati». Orgoglio
e lucidità per un saggio che in Francia ha fatto scandalo
e aperto una nuova era nel dibattito femminista.
Ovidie
Becht ha 22 anni, ha recitato in più di quaranta film
a luci rosse e ne ha diretti due. Figura straordinaria e unica,
Ovidie è la prima pornostar femminista. Questo è
il suo primo saggio.
(dalla
seconda e terza di copertina)
Sono
stata un membro attivo in molti movimenti politici libertari/sinistroidi/antisessisti
tra il 1994 e il 1998. […] Le parole d’ordine erano un classico:
«No alla donna-oggetto, no alla donna schiava, no alla
donna marionetta, no alla donna serva …» e simili. […]
Ogni donna che cura il proprio aspetto e che abbia del sex-appeal
viene considerata sottomessa. […] È stato in questo periodo
di militanza che sono divenuta fan di Jenna Jameson. Jenna è
tutto quello che c’è di più detestabile da un
punto di vista antisessista. […] Corrispondeva in tutto e per
tutto al ritratto tipico della donna – oggetto. Eppure, l’ho
vista in numerosi film e non mi è mai parsa sottomessa.
Sprigionava un’incredibile potenza sessuale. (da: Prologo,
pp. 11-2)
La
voglia di diventare attrice di film porno mi è venuta
poco prima che compissi diciassette anni. […] Pensavo di vedere
cose orribili, ragazze che soffrivano, animali, scatologia,
caricature di bamboline, immagini brutali. Al contrario, non
ho trovato altro che belle copertine con belle donne […]. (da:
Introduzione, pp.14-5)
Dall’indice:
Prologo; Introduzione; I danni del femminismo; Scoperta
e analisi dei discorsi contro la pornografia; La funzione ideologica
del corpo nella pornografia di oggi; Il femminismo pro-sex;
Ritratti di donne del mondo della pornografia e altre femministe
pro-pornografia; Porno-chic, movimento di riconquista del sesso
da parte delle donne, televisione guardona e altre invenzioni
medianiche; Intervista a Coralie Trinh Thi; Fare la pornostar
in Francia: ritratti di tre lavoratori del sesso Andschana,
Océane, Titof; Consigli per chi incontra una pornostar
per la prima volta; Il sesso non è un' emergenza.
Collegamenti
http://www.donnealtri.it
http://www.emsf.rai.it/
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