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Carla Pasquinelli, La vertigine dell’ordine. Il rapporto tra Sé e la casa, Milano, Baldini Castoldi Dalai, 2004

Secondo ritmi e modi che variano da cultura a cultura e da persona a persona, ognuno di noi impiega una parte notevole delle proprie energie e del proprio tempo a riordinare lo spazio che lo circonda o che per qualche motivo giudica di propria pertinenza, rimodellando in continuazione la quota di mondo assegnatagli fino a trasformarla in una sorta di seconda natura protettiva e rassicurante, da cui però finisce fatalmente di dipendere. Se questo è vero un po’ per tutti i posti che frequentiamo con una certa assiduità, è però la casa il luogo metaforico della nostra identità, quello sfondo opaco dove si svolge gran parte della nostra vita, o almeno la più intima, spesso in contesa furiosa con coloro che assieme a noi la abitano. Quel mondo di oggetti su cui depositiamo quotidianamente le nostre abitudini, e i nostri vizi, mentre cerchiamo di adattarlo per quanto ci è possibile al nostro modo di vedere.

Carla Pasquinelli è docente di Antropologia culturale alla facoltà di Scienze politiche dell’Università di Napoli “L’Orientale”. Ha svolto ricerca sul campo tra i nefari del Nepal. Si è interessata di antropologia culturale, su cui ha pubblicato Potere senza stato, di antropologia simbolica e di fenomeni di cambiamento culturale. È studiosa di Ernesto De Martino. Attualmente si occupa di infibulazione e ha pubblicato tra l’altro Antropologia delle mutilazioni dei genitali femminili. Una ricerca in Italia (Aidos, 2000). Scrive su numerose riviste italiane e straniere ed è direttore responsabile della rivista “Parolechiave”.

(dalla seconda e terza di copertina)

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“Capita a volte di svegliarsi all’improvviso di notte e per una lunghissima frazione di secondo non riuscire più a ricordare dove siamo, finché non ci viene provvidenziale in soccorso quell’ordine familiare così come si dispiega nella quotidianità degli oggetti che ci circondano […] Quell’ordine cui abbiamo delegato quasi senza accorgercene il compito di trasformare l’angolo di mondo che ci è toccato in sorte in muto custode della nostra identità”.

(da quarta di copertina)

Oltre a essere sintonizzate sui ritmi collettivi della vita sociale, la maniera in cui riordiniamo le nostre case è governata da una tradizione di saperi e tecniche che attraversano un lento addestramento si sono depositate sui nostri corpi orientandone movimenti e gesti […] la differenza sessuale, prima ancora che nel linguaggio, passa attraverso i corpi. Non mi riferisco ai corpi sessuati a quel prima della cultura che è l’anatomia, bensì ai corpi con gli stigma della cultura stampati addosso, al corpo modellato da quelle tecniche che si sono impresse in maniera indelebile nella sua anatomia con la forza di una seconda natura, trasformando in un sistema di codici, in un linguaggio che parla la lingua della differenza sessuale. Le tecniche del corpo contribuiscono a sottrarre il corpo femminile alla ambivalenza dei suoi possibili significati per consegnarlo alla sua identità di genere. Incarnando le tecniche casalinghe – che ci rendono idonee a compiere i gesti giusti assieme a quell’abilità tutta particolare nel coordinare in maniera autonoma ed efficiente i movimenti per restituire ogni giorno alla propria casa il suo aspetto familiare (da: Tecniche del corpo e identità di genere, pp. 33-6)

Dall’indice: Parte prima – Mettere in ordine la casa - Un angolo del mondo; Strategie domestiche; Un inferno a porte chiuse; L’altra faccia dell’ordine; Seguire una regola; Ritmi sociali e tempi biologici; Tecniche del corpo e identità di genere; Una minaccia per l’ordine; Purezza e pericolo; Codici spaziali e confini personali; «Felicità è un cucciolo caldo»; Demiurghi casalinghi; L’ordine degli Altri; Modelli di casa e stili di vita; Le seconde case; Gli homeless; Strappati alle loro case; Parte seconda – L’ordine dello specchio – Mappe e percorsi; Corpi e luoghi; Spazi disciplinari; Interiors; Una mappa cognitiva; Genius loci; La casa newari; La casa new age; Il potere del centro; Ierofanie del moderno; Una macchina da abitare; La soglia e il margine; Il flaneur; Identità globali; Bibliografia.

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http://www.women.it


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