Roberta De Monticelli, L’allegria della mente. Dialogando con Agostino, Milano, Bruno Mondadori, 2004
«Nutre la mente soltanto ciò che la rallegra», scrive Agostino nel XIII Libro delle Confessioni, dedicato al soffio ravvivante che chiamiamo “spirito”. Ogni persona viva, indipendentemente dal mestiere che esercita, è impegnata nella sua personale ricerca di conoscenza. Noi leggiamo, andiamo a teatro, al cinema o a un concerto, amiamo le buone conversazioni e conoscere persone nuove. Ma ogni percorso di conoscenza personale è rischioso, oltre che avventuroso. Chi di noi non conosce l’angoscia della dispersione, chi non ha vissuto la frustrazione e la tristezza del vedersi sfuggire fra le mani il poco tempo “libero” senza nutrimento e costrutto, senza rinnovamento e ricreazione, senza luce e piacere. I saggi di questo libro, il cui filo conduttore è l’enigma celato nella parola “spirito”, non hanno altra ambizione che quella di servire alla ricerca personale di ognuno, indicando al lettore pagine ancora vive, pronte per nutrire questa ricerca rallegrando, se lo potranno, la sua mente.
Roberta De Monticelli insegna Filosofia della persona presso la nuova Facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele e all’Università di Ginevra. Fra le sue pubblicazioni in italiano: Dottrine dell’intelligenza (De Donato, Bari 1982); Il richiamo della persuasione. Lettere a Carlo Michelstaedter (Marietti, Genova 1988); Le preghiere di Ariele (Garzanti, Milano 1992); L’ascesi filosofica (Feltrinelli, Milano 1995); La conoscenza personale (Guerini, Milano 1998); La persona. Apparenza e realtà (Cortina, Milano 2000); Dal vivo (Rizzoli, Milano 2001); L’ordine del cuore. Per una teoria del sentire (Garzanti, Milano 2003).
(dalla quarta
di copertina)
Questa frase, che Agostino scrive nel Libro XIII delle Confessioni, non ha smesso di vivere e rivivere, mille volte evocata e in mille variazioni imitata, anche nella modesta quotidianità di chi scrive, nel suo lavoro di studiosa e insegnante, ma soprattutto nelle sue domeniche, oppure, per restare al linguaggio biblico di Agostino, nei sabati di festa della mente, nelle pause delle sere e del riposo, delle vacanze o del vacare, sgombra la mente e libera da ogni preoccupazione di fare, di agire, di esistere. […] Ma c’è un altro aspetto del “pensiero dello spirito” che dovrebbe interessare soprattutto il filosofo. È che il filosofo vuole portare alla luce del pensiero l’essenza di ogni cosa, e fra le cose che più gli interessano ci siamo noi, le persone. Ora, è un aspetto specifico ed essenziale della vita di ogni persona che, nei suoi momenti cruciali, la categoria della motivazione, per mezzo della quale ci spieghiamo i nostri comportamenti e le nostre convinzioni, le nostre risposte e anche le nostre emozioni, possa fare cilecca. C’è una sfera, uno strato, un livello della vita personale che è, come la rosa di Silesio, senza perché: fiorisce perché fiorisce. Nella nostra tradizione, dove tutti sanno che «lo spirito soffia dove vuole», e che «odi la sua voce, ma non sai da dove venga né dove vada», questa sfera ci appare come il momento del vivere che è investito dallo “spirito”. E così è anche, più specificamente, della vita della mente. (da: L’esperienza dello spirito: un' introduzione pp. 2 -5)
vai
alla teca Fare filosofia / Professione filosofa
Collegamenti
http://www.brunomondadori.com
http://www.festivalfilosofia.it/
http://www.unisr.it/
|