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Attività e progetti | Gruppo di ricerca Soggettività Femminili | Teca 2/2004
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Teca delle nuove accessioni 2/2004

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Annalisa Marinelli, Etica della cura e progetto, Napoli, Liguori, 2002

Nel corso del XX secolo, in diversi ambiti disciplinari, si è operata una revisione dei paradigmi che erano al fondamento del moderno pensiero occidentale. Oltre a una forte identità di interessi per alcuni temi principali, per sommi capi raccolti in questo lavoro, si è verificata una convergenza del dibattito verso un nodo nel quale sembrano raccogliersi molti dei timori e delle istanze che animano la nostra cultura: la responsabilità. In tale nodo tematico le donne hanno dato la loro interpretazione, a partire dalla propria specificità, mettendo a disposizione l'immensa eredità della sapienza del lavoro di cura che, pur includendo la responsabilità, ne travalica i limiti, riuscendo ad assumere l'aspetto di una tecnica/etica. L’ipotesi presa in considerazione in questo saggio, è che questa tecnica/etica possa costituire un modello esportabile anche in architettura. Si rilegge così il lavoro di alcune/i progettiste/i attraverso le categorie della cura: una chiave inedita, che può divenire utile a gettare luce nei coni d'ombra dell'architettura e così fornire nuovi punti di vista e quindi nuovi strumenti di lavoro.

Annalisa Marinelli (1970), architetta, dottoranda in Tecnica Urbanistica presso la facoltà di Ingegneria dell’Università “La Sapienza” di Roma, ha pubblicato sulla rivista “Controspazio”.

(dalla quarta di copertina)

Ingrandisci - Diego Velázquez, Le filatrici, 1657

[...] Il lavoro di cura è stato considerato una sorta di dio minore, nel dispiegarsi della potenza produttiva della società industriale e ancora oggi rischia di esserlo a fronte di una mitica società tecnologica che pare superare ogni limite naturale e corporeo. Eppure, a ben guardare, si ritrova con stupore un’assonanza tra alcuni attributi del sistema-cura e alcune parole chiave (flessibilità, immaterialità, complessità) che riguardano i sistemi delle società surmoderne. Come se dentro le nuove tecnologie ci fosse un cuore nascosto che palpita in sintonia con l’antica parola cura. Anche per necessità, contrasto o ironia.
Anche la cura infatti è un’operazione complessa, dotata di temporalità imprevedibili, che attraverso gesti effimeri produce qualcosa di materiale, un vero corpo a corpo che di volta in volta stabilisce misura diverse per la sua stessa azione […] (da: Prefazione di Ida Faré, p. XIII)

Ingrandisci - Scuola di cucina

Dall’indice: Prefazione di Ida Faré; 1 - Il pensiero delle donne, figlio del secolo ma di registro diverso; 2 - Dalla responsabilità alla cura – Il diverso ordine simbolico; 3 - Progettare con cura; 4 - La cura – Definizioni; 5 - L’Indispensabile effimero; 6 - Corpi, parole, cibo, gesti, memoria; 7 - Flessibilità, complessità; 8 - Gestire il disordine e l’imprevisto; 9 - Il modello auto-organizzativo; 10 - Il carattere “politecnico del lavoro di cura; 11 - La relazione – Immagine del simbolico femminile; 12 - Essere due – Consistere nella differenza; 13 - Mothering – Identificarsi e distanziarsi; 14 - Corpo a corpo – Ambiguità e misura..

Collegamenti

Apri la pagina collegata http://www.liguori.it/schedanew.asp?isbn=3156
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http://www.parametro.it/testo-recensione04.htm


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